Lo sapevate? Perché le fortificazioni medievali del quartiere Marina a Cagliari furono demolite?

Anche il quartiere Marina a Cagliari era circondato da imponenti mura medievali. Oggi il capoluogo, che già conserva le splendide mura di Castello, avrebbe potuto vantare fortificazioni in tutti i quartieri storici, un po' come Alghero, con i suoi magnifici bastioni che arrivano sino al mare. Perché gran parte di queste furono demolite?
Lo sapevate? Perché le fortificazioni medievali del quartiere Marina a Cagliari furono demolite?
Anche il quartiere Marina a Cagliari era circondato da imponenti mura medievali. Oggi il capoluogo, che già conserva le splendide mura di Castello, avrebbe potuto vantare fortificazioni in tutti i quartieri storici, un po’ come Alghero, con i suoi magnifici bastioni che arrivano sino al mare. Perché gran parte di queste furono demolite?

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Le fortificazioni medievali del quartiere Marina a Cagliari rappresentano un capitolo affascinante e per certi versi malinconico della storia urbanistica della città. Un tempo, questo storico quartiere era circondato da imponenti mura, testimonianza di un’epoca in cui la difesa era una priorità assoluta per ogni centro urbano di rilievo. Oggi, passeggiando lungo via Roma o nei vicoli della Marina, è difficile immaginare l’aspetto originario di questo quartiere fortificato, ma la sua storia merita di essere raccontata e compresa.

Il Largo con baracche e altre strutture, quando ancora non esisteva il mercato e c’erano le mura che circondavano la Marina. Foto della seconda metà dell’Ottocento, opera di Édouard Delessert
Le origini di queste fortificazioni risalgono al periodo pisano, quando Cagliari iniziò a dotarsi di un sistema difensivo all’avanguardia. I Pisani avviarono la costruzione delle mura nel quartiere di Castello e sul colle di San Michele, gettando le basi di quello che sarebbe diventato un complesso sistema difensivo. Successivamente, Catalani, Aragonesi e Savoia continuarono l’opera, adattando e modificando le fortificazioni in base all’evoluzione delle tecniche militari e alle mutevoli esigenze difensive della città.
Il quartiere Marina, allora noto come Lapola, era parte integrante di questo sistema. Le sue mura si estendevano dalla Torre dell’Elefante fino all’area dell’attuale piazza Yenne, con la porta del molo che fungeva da ingresso strategico al porto. Già nel 1535, il porto era protetto dai bastioni di Levante e di Sant’Agostino, a dimostrazione dell’importanza cruciale di questa zona per la difesa e l’economia della città. La storia di queste fortificazioni è anche una storia di continua evoluzione e adattamento. Dai bastioni a strapiombo dei Pisani si passò a quelli leggermente obliqui degli Spagnoli, fino ad arrivare alle strutture più complesse introdotte dai Piemontesi.

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Ogni dominazione lasciò la propria impronta, contribuendo a creare un sistema difensivo unico nel suo genere. Tuttavia, la seconda metà del XIX secolo segnò l’inizio della fine per gran parte di queste fortificazioni. In un periodo di profonde trasformazioni urbane, gli ultimi tratti di mura della Marina, ormai in cattivo stato, furono demoliti per far posto alla moderna palazzata di via Roma, allora conosciuta come via San Francesco al Molo. Questo processo di demolizione, iniziato nel 1856, vide la sostituzione dei bastioni di Sant’Agostino e della Darsena con edifici civili nel 1863, cambiando per sempre il volto del quartiere.
Le ragioni di questa drastica trasformazione furono molteplici e riflettevano le mutate esigenze della città e della società dell’epoca. In primo luogo, l’evoluzione delle tecniche militari aveva reso obsolete le antiche mura come sistema di difesa. L’avvento di armi più moderne e potenti rendeva inefficaci le fortificazioni tradizionali, spingendo verso nuove strategie difensive. In secondo luogo, la crescita demografica e l’espansione urbana richiedevano nuovi spazi e una maggiore apertura della città verso il mare. Le antiche mura, un tempo simbolo di sicurezza, erano diventate un ostacolo allo sviluppo urbano. Inoltre, c’era un forte desiderio di modernizzare Cagliari, trasformandola in una città al passo con i tempi. Questo impulso portò alla demolizione di strutture considerate obsolete e alla creazione di nuovi spazi urbani più adatti alle esigenze della vita moderna. Non va dimenticato anche l’aspetto dell’igiene pubblica: le antiche fortificazioni erano spesso associate a problemi di salubrità, e la loro rimozione era vista come un passo verso il miglioramento delle condizioni igieniche della città. Infine, il cambiamento del ruolo di Cagliari, che cessava di essere una roccaforte militare per diventare un centro urbano moderno, rendeva le mura non solo superflue ma anche un simbolo di un passato che si voleva superare. Questo processo di demolizione non fu un caso isolato, ma si inseriva in una tendenza europea dell’epoca di “sventramento” dei centri storici per adattarli alle esigenze della modernità. Molte città europee, in quel periodo, stavano attraversando trasformazioni simili, sacrificando parte del loro patrimonio storico sull’altare del progresso e della modernizzazione. Oggi, osservando la palazzata di via Roma, è difficile immaginare l’aspetto originario della Marina fortificata. Tuttavia, alcune tracce del passato sopravvivono: la Torre dell’Elefante e la Torre di San Pancrazio, ad esempio, offrono uno scorcio di come doveva apparire la città medievale, permettendo ai visitatori e agli abitanti di Cagliari di mantenere un legame tangibile con il proprio passato. La perdita delle fortificazioni della Marina rappresenta un capitolo controverso nella storia urbanistica di Cagliari. Se da un lato ha permesso lo sviluppo moderno della città, dall’altro ha privato il capoluogo sardo di un patrimonio storico e architettonico unico. Questa trasformazione ci invita a riflettere sul delicato equilibrio tra conservazione del patrimonio storico e esigenze di sviluppo urbano, un dibattito ancora oggi attuale in molte città storiche.
La storia delle mura della Marina di Cagliari ci ricorda l’importanza di preservare e valorizzare il patrimonio storico, pur adattandosi alle necessità del presente. È un monito su come le decisioni urbanistiche possano modellare non solo l’aspetto fisico di una città, ma anche la sua identità e il suo rapporto con la propria storia. In conclusione, la scomparsa delle fortificazioni medievali della Marina di Cagliari rappresenta una perdita significativa per il patrimonio storico e culturale della città, ma allo stesso tempo è stata parte di un processo di evoluzione urbana che ha plasmato la Cagliari moderna che conosciamo oggi. Questa storia ci invita a riflettere sull’importanza di bilanciare conservazione e sviluppo, preservando la memoria storica mentre si cerca di soddisfare le esigenze di una città in continua evoluzione.

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