Lo sapevate? Che cosa significa il saluto “Saludi e trigu” che ancora molti anziani campidanesi si scambiano dopo un incontro?

Il saluto "Saludi e trigu", ancora oggi usato da molti anziani campidanesi, ha radici profonde nella tradizione sarda. Che cosa significa e perché viene utilizzato?
Lo sapevate? Che cosa significa il saluto “Saludi e trigu” che ancora molti anziani campidanesi si scambiano dopo un incontro?
Il saluto “Saludi e trigu”, ancora oggi usato da molti anziani campidanesi, ha radici profonde nella tradizione sarda. Che cosa significa e perché viene utilizzato?
I proverbi e i modi di dire sardi, detti “diccius”, sono un concentrato di saggezza popolare. Spesso espressi con rime, metafore e giochi di parole, riescono a condensare la filosofia di vita di un’intera regione in poche parole. Questi detti sono sopravvissuti al tempo e alle mode proprio perché racchiudono concetti universali, che continuano ad avere senso anche in un mondo sempre più moderno. Ancora oggi, tra le strade di Cagliari e i villaggi del Campidano, questi proverbi si mescolano al linguaggio quotidiano, sia in sardo che in italiano, come una sorta di ponte tra passato e presente.
Tra le numerose espressioni tradizionali, una delle più antiche e significative è proprio il saluto “Saludi e trigu”, che significa “salute e grano”. Questa frase racchiude in sé molto più di un semplice augurio di benessere fisico. È una vera e propria benedizione, un desiderio di prosperità che affonda le radici nella storia e nella cultura agropastorale della Sardegna.
Il grano, o “trigu” (dal latino triticum), è stato per secoli il cuore dell’economia dell’isola. Non solo era la principale risorsa agricola, ma rappresentava anche una sorta di moneta, utilizzata per il baratto e il commercio, e spesso veniva dato come compenso per il lavoro svolto. Il grano non era solo cibo, ma simbolo di abbondanza, sicurezza e stabilità. Ecco perché augurare “trigu” significava augurare benessere, prosperità e una vita senza carestie.
“Saludi e trigu” era dunque il saluto tipico del contadino, che vedeva nella salute e nel grano le basi della sopravvivenza e della felicità. Anche se oggi il mondo è cambiato e molti non dipendono più direttamente dall’agricoltura, questo saluto è rimasto vivo perché continua a trasmettere l’idea di ciò che è essenziale nella vita: la salute, il benessere e ciò che ci sostiene, fisicamente e spiritualmente.
In fondo, questo augurio semplice ma profondo rappresenta perfettamente lo spirito sardo: radicato nella terra, ma aperto all’umanità, capace di trasformare la vita quotidiana in un’esperienza piena di significato. “Saludi e trigu”, quindi, non è solo un saluto, ma una finestra su un mondo fatto di genuinità, legami con la terra e valori che resistono al passare del tempo.

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