Nuoro, mentre si attendono le autopsie sulle vittime della strage, la città si unisce in una fiaccolata
Per questa sera il Comune di Nuoro ha organizzato una fiaccolata che partirà dall'appartamento in via Ichnusa, in cui si è consumata la tragedia, e si concluderà di fronte alla cattedrale
Mentre si attendono i risultati delle autopsie su tre delle cinque vittime della tragedia familiare avvenuta mercoledì a Nuoro (dove Roberto Gleboni ha ucciso la moglie Giusy Massetti, i figli Martina e Francesco, e il vicino di casa Paolo Sanna, 69 anni, prima di uccidersi), la comunità nuorese si prepara a omaggiare e ricordare le vittime.
Per questa sera, infatti, il Comune di Nuoro ha organizzato una fiaccolata che partirà dall’appartamento in via Ichnusa, in cui si è consumata la tragedia e che si concluderà in piazza Santa Maria della Neve, di fronte alla cattedrale.
La città da giorni è chiusa nel dolore e nel riserbo per uno dei fatti di cronaca tra i più sconvolgenti mai vissuti.
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Accadde oggi: 14 ottobre 1952, nasce a Capoterra lo scrittore Sergio Atzeni
#AccaddeOggi Nasceva oggi, 14 ottobre 1952, l'indimenticabile autore di "Bellas Mariposas", "Il quinto passo è l'addio" e "Passavamo sulla terra leggeri"
Nasceva oggi, a Capoterra, Sergio Atzeni, il giornalista e scrittore che sarebbe diventato uno degli intellettuali più noti del Novecento sardo. Una vita di impegno sociale e attività autoriale, dalla periferia di Cagliari fino alle parentesi a Nùoro, passando per l’Emilia e infine il Piemonte. Un percorso che si snoda attraverso l’età della formazione e l’impegno da militante comunista, fino alle prime prove teatrali, quelle giornalistiche e infine l’approdo alla narrativa, che sempre ruotò attorno all’esigenza di raccontare gli umili e gli emarginati.
Nacque appunto a Capoterra Sergio Atzeni, ma fin da subito la sua famiglia andò a vivere nella vicina Cagliari, la città che sempre lo scrittore sentirà come sua. L’infanzia, l’adolescenza e la prima giovinezza fino alla maturità trascorsero quindi nel capoluogo, fatta eccezione per una brevissimo soggiorno a Orgosolo, dove il futuro scrittore compì gli studi medi. Dopo il diploma la scelta di intraprendere gli studi di Filosofia, abbandonati però prima del raggiungimento del titolo di laurea.
Le prime esperienze teatrali, l’avvicinamento al partito comunista e gli esordi giornalistici arrivarono molto precocemente, e dopo i primi articoli redatti già a quattordici anni l’impegno sfociò, tra le altre cose, nella fondazione e direzione della rivista Altair. Necessario, purtroppo, anche un impiego stabile, che l’Atzeni trovò nella seconda metà degli anni ’70, quando iniziò il proprio – odiato – lavoro presso la compagnia ENEL.
Furono proprio l’insoddisfazione e il fastidio a spingerlo all’emigrazione, conducendolo fino a Torino. Il capoluogo piemontese, nel quale lo scrittore visse gli anni di certo più impegnativi, fu la sua casa fino al 1995. In quell’anno, durante un soggiorno settembrino, Atzeni trovò la morte, che lo colse nelle acque dell’isola di Carloforte.
Nel 2015, nella regia di Daniele Atzeni, “Madre Acqua”, l’ultima compagna dello scrittore Paola Mazzarelli ha raccontato la genesi e la storia di “Il quinto passo è l’addio”, uno dei più toccanti romanzi scritti dall’autore.
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