Cagliari, da abbigliamento a libri e giocattoli, un mercatino dell’usato per aiutare chi ha bisogno
Tutto pronto per la 32esima edizione del Mercatino di Beneficenza. Dall'abbigliamento ai libri e giocattoli, e non solo. Un mercatino delle pulci il cui ricavato servirà ad aiutare il prossimo. Appuntamento già da questo weekend.
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Abbigliamento, giocattoli, libri, ma anche bigiotteria e oggettistica varia. A Selargius un mercatino dell’usato per aiutare chi ha bisogno. Negli spazi dell’oratorio di San Luigi in via Cavour, i circa 80 operatori e volontari della Parrocchia della Vergine Assunta sono pronti a dare il via, già dal weekend del 21-22 settembre, alla 32esima edizione del Mercatino di Beneficenza.
C’è un po’ di tutto. L’abbigliamento non manca, con scarpe e pelletteria, ma anche libri, giocattoli e cancelleria. E poi bigiotteria e oggetti vari. Il prezzo? A offerta libera, ognuno dà ciò che può. E il ricavato delle vendite, in parte usato dalla parrocchia di don Ireneo Schirru per sostenere qualche spesa viva, sarà destinato alle Caritas a scopo di beneficenza per le persone in difficoltà.
“L’idea di un mercatino delle pulci di questo tipo è partita dal vecchio parroco don Giovanni Piras da un suo viaggio in Francia – spiega Simone Sirigu, sin da giovanissimo attivo nell’oratorio selargino e oggi uno dei coordinatori del gruppo volontari – e ogni anno diamo modo ai cittadini di fare un riciclaggio intelligente di quegli oggetti che a loro magari non servono più, ma per altri possono essere utili”. Insomma, ci si può ‘sbarazzare’ di qualcosa e fare del bene contemporaneamente. Nelle scorse settimane, infatti, è stata fatta la raccolta e la cernita degli oggetti portati autonomamente dalle persone all’oratorio di San Luigi. “Prima del Covid riuscivamo a passare casa per casa, ma per svariate persone non è stato più possibile”.
Da questo fine settimana, 21-22 settembre, al via l’apertura al pubblico e la vendita. Così come i prossimi 27, 28 e 29 settembre. E come da oltre trent’anni a questa parte si prevede un buon afflusso di persone. Tra chi, magari, vuole risparmiare qualcosa e chi invece vuole dare il suo contributo alla solidarietà.
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Paola Carta e il suo viaggio tra frontiere visibili e invisibili: un’esplorazione dell’anima umana e dei confini della società

Paola Carta, scrittrice, facilitatrice psicosociale e operatrice olistica di Gesico, nel suo ultimo libro “Frontiere visibili e invisibili” ci conduce in un appassionante viaggio attraverso le molteplici geografie che attraversano la condizione umana.
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Paola Carta e il suo viaggio tra frontiere visibili e invisibili: un’esplorazione dell’anima umana e dei confini della società.
Paola Carta, scrittrice, facilitatrice psicosociale e operatrice olistica di Gesico, nel suo ultimo libro “Frontiere visibili e invisibili” ci conduce in un appassionante viaggio attraverso le molteplici geografie che attraversano la condizione umana.
Questa raccolta di racconti si presenta come un mosaico di storie che esplorano i confini percepibili e nascosti che ci imprigionano: frontiere territoriali, linguistico-razziali, generazionali, e quelli più sottili e impercettibili creati dalla mente, dai condizionamenti e dalle paure interiori. Il testo invita a riflettere su come il mondo di fuori, spesso ingiusto, corrotto e alimentato dal principio del divide et impera, sia una proiezione del conflitto interno di ogni singolo essere umano, in una continua battaglia tra l’io e il mondo. Paola si interroga sul modo in cui possiamo liberarci da questa condizione claustrofobica, da quelle gabbie mentali che ci impediscono di vivere pienamente e autenticamente, e riconosce che il vero viaggio, quello più profondo, è quello interiore, volto a superare i limiti e i confini che ci autoimponiamo.
Protagoniste del suo racconto sono spesso le donne, come già nel suo precedente “Zoe e le altre”, testimonianze di un caos che attraversa sia il mondo esterno sia il proprio animo, e che minaccia l’autodeterminazione femminile. il libro affronta tematiche complesse come solitudine, paura, invisibilità, l’incompatibilità tra generazioni, ma anche i drammi di migranti, comunità di minori in conflitto con la legge, e le dinamiche di potere di oligarchie e mafia economica. La Carta analizza come l’altro venga spesso percepito come nemico, da difendere anziché come essere umano con cui confrontarsi e costruire dialogo, invitando a superare questa visione e a riconoscere nella diversità una ricchezza.
Nata a Gesico, paese della Trexenta, paola è una professionista con una vasta esperienza internazionale: laureata in Lingue a Bologna, si è specializzata in Brasile nella metodologia del teatro dell’oppresso, e ha condotto percorsi laboratoriali in Italia e all’estero, lavorando con popolazioni vulnerabili in Africa, centro e Sud America. il suo approccio si basa sull’impiego del movimento corporeo, delle arti e delle pratiche energetiche come strumenti pedagogici di auto-osservazione e self-care, con l’obiettivo di promuovere il benessere personale e sociale. Si occupa di tematiche delicate come violenza fisica, psicologica ed economica, criminalizzazione della povertà, questioni di genere e intercultura, portando avanti un impegno costante nel favorire il rispetto dei diritti umani. Nel suo libro, Paola sottolinea come niente avvenga per caso nelle nostre vite, e che ogni persona, ogni incontro, siano insegnamenti preziosi per uscire dal vittimismo e assumersi responsabilità. I racconti rivelano come le sfide più dure siano spesso insegnamenti nascosti, e invitano a scendere dal piedistallo dell’orgoglio per ascoltare le voci di chi ci circonda. Il suo discorso si concentra anche sulla critica al mondo neoliberista, al sistema che alimenta ingiustizie e disuguaglianze, costruendo muri, fili spinati e alimentando la paura dell’altro. Paola denuncia come la violenza e la crudeltà siano ormai naturalizzate, e come le nostre menti siano sottoposte a un lavaggio continuo attraverso i media, la pubblicità e le distrazioni di massa. Tuttavia, il suo messaggio di speranza si rivolge a un nuovo essere umano, capace di liberarsi dai condizionamenti, di accogliersi e rispettarsi, e di riconoscere nella diversità un valore da coltivare. Il suo pensiero si estende anche alle realtà locali della Sardegna, sua terra di origine, dove testimonia le difficoltà di un territorio oggetto di interessi mafiosi, di inquinamento e di speculazioni. Paola si commuove nel ricordare le sue radici, e si impegna a portare avanti i laboratori di teatro dell’oppresso per creare incidenza politica e denunciare le ingiustizie ambientali e sociali che affliggono la sua terra. Lavorare con il genere umano, indagare e ascoltare le ferite profonde dell’animo, sono le passioni che alimentano la sua attività. lei stessa si definisce fragile e vulnerabile, ma anche aperta alla crescita e al cambiamento, e vede nel suo lavoro un messaggio di speranza e rinascita. Il suo invito è a superare le proprie barriere, a costruire ponti di solidarietà e partecipazione, per un mondo più equo e compassionevole. La Carta ama raccontare storie fin da bambina, ereditando l’ironia e il talento narrativo dai suoi antenati e familiari, e riconoscendo nelle narrazioni orali un potente mezzo di scambio di saperi e di emozioni.
Il racconto, nella sua forma più vera, non ha necessariamente una morale, ma rappresenta un modo autentico di condividere l’esperienza umana. “frontiere visibili e invisibili”, pubblicato dalla casa editrice Multimage, dedicata ai diritti umani e all’umanesimo universalista, rappresenta un importante contributo alla riflessione collettiva. Con 184 pagine al costo di 13 euro, il libro invita il lettore a riflettere su come le frontiere che ci separano siano spesso il riflesso di quelle che viviamo dentro di noi, e a trovare il coraggio di abbatterle, per vivere in pace con sé stessi e con gli altri. un’opera che unisce impegno sociale, introspezione e speranza, e che segna un passo importante nel percorso di consapevolezza e di umanità condivisa.
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