A Sant’Elia folla e commozione per l’ultimo saluto ad Antonello Lai

Alla chiesa di Sant'Elia, rione da lui raccontato in tante storie, l'ultimo commosso saluto ad Antonello Lai, giornalista voce e microfono degli ultimi e dei più deboli.
L’ultimo saluto lì, in uno dei rioni cagliaritani dove aveva raccolto tante storie. Alla chiesa di Sant’Elia una folla commossa ha reso omaggio ai funerali di Antonello Lai, giornalista e voce di chi troppo spesso non ne aveva.
Sole e caldo. Davanti, lo splendido mare del quartiere cagliaritano. Erano in tanti ad affollare la chiesa nella via dei Musicisti, forse un po’ meno di quanto ci si sarebbe aspettati, ma tutti commossi e addolorati per la scomparsa di un uomo sempre dalla parte dei più deboli.
Sulla bara una corona di fiori bianchi e una fotografia a ritrarlo sorridente. E poi la maglia della società di basket di cui era presidente, altra sua grande passione giovanile, dopo il giornalismo di strada che lo aveva sempre caratterizzato e fatto amare dalla gente.
Il popolo cagliaritano non ha voluto mancare all’ultimo saluto di Antonello. Da alcuni volti della politica e delle istituzioni, alla gente comune. Tra le bancate, il sindaco Massimo Zedda e la presidente della Regione Alessandra Todde. Vari consiglieri e volti del giornalismo isolano. Ma soprattutto la gente comune e quei personaggi, come “Motoretta”, a cui Antonello aveva dato spazio e voce.
Tanta commozione durante le esequie celebrate da monsignor Ottavio Utzeri, che non ha mancato di portare anche le preghiere dell’arcivescovo Giuseppe Baturi. L’omelia anche “tradotta” da un’interprete nella lingua dei segni, perché il messaggio potesse arrivare nel cuore di tutti i presenti.
«Un vero politico e un vero giornalista», le parole di monsignor Utzeri, «il suo approccio alla vita lo ha sempre visto schierarsi al servizio concreto della comunità e delle persone più deboli».
Una carriera giornalistica, quella di Antonello, vissuta tra la gente comune. «Ha sempre corso da una parte all’altra per soccorrere chi aveva bisogno. Non solo per aiuto materiale, ma anche per vedere riconosciuta la loro dignità e affermato il loro diritti. Lo ha fatto personalmente con le proprie mani, ma anche con la semplice umiltà di chiedere aiuto per poter aiutare. Mettendo al servizio del bene comune le sue doti di giornalista vero, schierato in difesa della verità», tra le parole dell’officiante.
“Ciao, Antonello”, un applauso lungo e commosso all’uscita della bara di Tziu Lai, sempre dalla parte di persone, uomini e donne, che chiedevano risposte alle proprie istanze.

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