Il Cagliari Calcio lancia la campagna abbonamenti 24-25, che partirà dalle ore 16 di oggi, 24 giugno, e terminerà alle 23.59 del 31 luglio e sarà suddivisa in tre fasi: la FASE 1 dedicata agli abbonati della stagione precedente che intendono rinnovare il proprio abbonamento mantenendo lo stesso posto, la FASE 2 per chi vuole rinnovare il proprio abbonamento cambiando settore e/o posto, la FASE 3 riservata alla vendita libera.

La FASE 1 è quella dedicata agli abbonati della stagione precedente che intendono rinnovare il proprio abbonamento mantenendo lo stesso posto: dal 24 al 30 giugno lo si potrà fare esclusivamente online, dall’1 al 7 luglio anche nei punti vendita TicketOne (clicca qui per trovare quello più vicino a te).

Per effettuare la procedura online di rinnovo con la propria Passione Casteddu è sufficiente accedere al sito cagliaricalcio.ticketone.it, cliccare su “Prelazione” e inserire il numero della card (030…) e il codice di sicurezza Listicket (alfanumerico di 6 cifre) che si trova nel retro della propria tessera. La Passione Casteddu, dove verrà caricato l’abbonamento, varrà come titolo d’accesso allo stadio. Contestualmente l’abbonato riceverà un “Segnaposto” che rappresenta la ricevuta dell’avvenuta transazione e servirà per identificare il proprio posto: sarà sempre possibile stamparlo cliccando al seguente link.

Su cagliaricalcio.ticketone.it è possibile rinnovare anche il proprio abbonamento con modalità stampa@casa: dopo aver cliccato su “Prelazione”, inserire il numero della Carta di Emissione (A01…) e il numero progressivo di 5 cifre, entrambi situati nella parte sinistra dell’abbonamento. Il titolo potrà essere emesso in maniera standard con l’inserimento dei propri dati anagrafici e l’invio via mail dell’abbonamento in formato PDF – che dovrà essere necessariamente conservato per tutta la durata del campionato – o in alternativa sulla fidelity card Passione Casteddu (clicca qui per acquistarla).

In caso di rinnovo nei punti vendita Ticketone (dal 1 luglio), sarà necessario portare con sé il proprio abbonamento 23/24 (caricato sulla Passione Casteddu o come PDF stampa@casa), un documento di identità valido e il modulo di sottoscrizione abbonamenti 24/25 debitamente compilato e sottoscritto (clicca qui per scaricarlo).

PREZZI

I prezzi partono da 250€ in Curva Nord e Sud, 350€ nei Distinti Laterali, 500€ nei Distinti Nord e Alti, 600€ nei Distinti Centrali, 1.000€ in Tribuna Blu e 1.400€ in Tribuna Rossa, con riduzioni per Donne, Under 18 (nati dal 31/12/2006), Over 65 (nati entro il 31/12/1959) e Under 12 (nati dal 31/12/2012).

Tutti i dettagli sono online sul sito del Cagliari Calcio: https://cagliaricalcio.com/news/amore-e-coro-al-via-la-campagna-abbonamenti/

In Sardegna, il pane non è mai stato solo cibo. È sempre stato simbolo, rito, ingegno. Tra i tanti pani che affollano la straordinaria tradizione sarda – dal carasau al civraxiu, dal frattau al pistoccu – ce n’è uno che affonda le radici in un tempo così lontano da sembrare mitico: Su Pan’Ispeli, il pane di ghianda. Citato persino da Plinio il Vecchio, scrittore dell’antica Roma, nella sua enciclopedia “Naturalis Historia”, viene descritto come “un pane impastato con argilla del quale si nutrono i Sardi”.

Questo alimento antico risale al Neolitico e nasce in un contesto di fame e sopravvivenza. Quando il grano scarseggiava, le donne sarde guardavano alle querce, generose di ghiande mature. La raccolta era attenta: si sceglievano solo quelle ben sviluppate, simbolo di forza e nutrimento. Ma non bastava raccoglierle: le ghiande andavano sbucciate, lessate e poi depurate con un rituale tanto antico quanto affascinante.

L’acqua della bollitura veniva filtrata attraverso uno strato composto da argilla, erbe aromatiche e cenere. Questo non solo serviva a eliminare le sostanze amare e tossiche, ma aveva anche un significato profondamente spirituale. In epoca primitiva, in Sardegna era fortissimo il culto della Dea Madre, divinità della terra e della vita. L’argilla, considerata il suo sangue, aveva un valore sacro: cibarsi di quel pane significava ricevere protezione ultraterrena e conquistarsi un posto nell’aldilà.

Una volta cotte e purificate, le ghiande venivano ridotte in una sorta di “polenta” densa, modellata in pezzi, poi asciugata lentamente al sole o nel forno. Il risultato era un pane dal colore scuro, quasi nero cenere, con un sapore intenso e inaspettatamente gradevole. Nonostante la sua origine umile, Su Pan’Ispeli era tanto apprezzato che continuò a essere preparato e consumato in Ogliastra fino agli anni ’50 del Novecento.

Oggi, il pane di ghianda è quasi scomparso, ma resta uno dei simboli più potenti dell’ingegno e della spiritualità antica della Sardegna: un cibo che nutriva il corpo e, secondo chi lo preparava, anche l’anima.