Negli ultimi tre mesi, il Corpo forestale ha identificato sette persone coinvolte in vari incendi, di cui quattro sono state denunciate e tre segnalate alla Prefettura. Tra questi, tre minorenni sono ritenuti i presunti responsabili del rogo scoppiato a Elmas pochi giorni fa.

Lo scorso 16 maggio a Elmas otto ettari di canneto sono stati distrutti. Questo rogo, a causa del fumo e delle fiamme vicine ai binari, ha provocato l’interruzione della linea ferroviaria. I tre minorenni, già nei giorni precedenti, avevano tentato di appiccare il rogo e sono stati segnalati alla Procura dei Minori per incendio doloso.

Lo scorso aprile è stato denunciato un pensionato. Quest’ultimo, mentre bruciava delle sterpaglie dopo una potatura, non è riuscito a controllare le fiamme, causando un incendio che ha devastato 140 ettari di bosco, macchia mediterranea e oliveti a Sarroch. Sempre ad aprile, a Donori, la Forestale ha denunciato due imprenditori agricoli per aver innescato involontariamente un rogo che ha bruciato 5 ettari di terreno.

Un altro incendio è stato provocato da una macchina agricola il 18 maggio in località San Priamo a San Vito. Il conducente del mezzo è stato denunciato per incendio colposo. “Il conduttore – spiegano dalla Forestale – non si sarebbe assicurato dell’efficienza della macchina operatrice, omettendo le precauzioni necessarie per evitare l’innesco di fiamme.” Sul fronte dei controlli relativi alla prevenzione incendi, sono state già elevate tre sanzioni amministrative per un totale di 30mila euro.

«La vita di mio fratello non vale dieci miseri anni». È un grido di dolore quello di Michela Piga, sorella di Fabio, l’ex carabiniere ucciso con una coltellata al petto nella notte del 2 giugno 2024 al pub Donegal di via Caprera a Cagliari. Un dolore che torna a farsi insopportabile dopo la sentenza: il ventenne cagliaritano Yari Fa è stato condannato a 10 anni e 8 mesi di reclusione.

Michela ha affidato ai social lo sfogo che una famiglia devastata porta nel cuore da più di un anno:
«Fabio tra dieci anni non tornerà. Fabio non tornerà mai più da noi. Non potrà più vivere, sorridere, viaggiare, godersi la vita… Noi non potremo mai più vederlo, abbracciarlo. Le nostre vite sono cambiate quel maledetto 2 giugno. I nostri cuori sono stati trafitti come quello di Fabio e ogni giorno continuano a sanguinare. Nemmeno una vita intera basterà a guarire questa ferita… figuriamoci dieci anni. Schifo».

La tragedia si consumò nel bagno del pub, dove Piga — che quella sera lavorava come addetto alla sicurezza — era intervenuto sospettando un uso di droga. Lì nacque il litigio con Fa, culminato in un colpo fatale al petto che non lasciò scampo al 42enne. La sentenza è arrivata, ma per la famiglia Piga non c’è tregua: resta l’assenza, resta la ferita, resta un vuoto che nessun tempo potrà colmare.