Il Teatro Massimo come forse non l’avete mai visto: un viaggio dietro le sue quinte negli anni ’70
Un viaggio nel tempo nel Teatro Massimo dei tempi d'oro, quando era un cinema-giardino immerso nel verde. Dotato di una grande sala con balconata capace di 1.550 posti, e un palcoscenico di 250 m2, era uno dei più grandi dell'epoca in Italia.
Durante la seconda guerra mondiale vennero distrutti i due teatri più importanti di Cagliari: il politeama Regina Margherita, per un incendio nel 1942, e il Teatro Civico di Castello, dai bombardamenti del febbraio 1943.
La costruzione del Teatro Massimo avvenne tra il 1944 ed il 1947 su progetto di due giovani architetti cagliaritani, Oddone Devoto ed Emilio Stefano Garau. Venne realizzato all’interno del vecchio mulino a vapore dei Merello, i quali, insieme all’impresario Ivo Mazzei, decisero di realizzare un nuovo teatro. Dove erano situati gli stabilimenti si realizzò in soli tre mesi un cinema-giardino da 2.500 posti, occupante una superficie di circa 4.500 m2, immerso nel verde e nato per ospitare spettacoli lirici.
Dotato di una grande sala con balconata capace di 1.550 posti, e un palcoscenico di 250 m2, era uno dei più grandi dell’epoca in Italia. Gli spettacoli teatrali e cinematografici continuarono sino agli anni settanta, per interrompersi a causa della volontà dei Merello di demolire il teatro per costruire una serie di palazzi. Dopo aver riaperto i battenti nel marzo del 1981 il Massimo continuò la sua attività fino all’incendio, che ha segnato la fine del teatro.
L’attività del teatro continuò ininterrotta anche dopo il trasferimento della lirica all’Auditorium del Conservatorio G. Pierluigi da Palestrina, avvenuta dopo la metà degli anni ’70, ospitando sporadicamente eventi di vario genere, anche rock, con la P.F.M. nel 1979, e i grandi eventi jazz e world music succedutesi dal 19 maggio 1980 fino alla fine del 1981 (Art Ensemble of Chicago, Chick Corea, Don Cherry, Sun Ra, Elvin Jones, Gary Burton, Enrico Rava, Alan Stivell etc.).
Nell’ottobre del 2004 venne ufficializzato il progetto di ristrutturazione. Questo avvenne grazie al perito industriale Giovanni Merello, erede parziale della famiglia, che recise il contratto con gli eredi Mazzei. I lavori sono durati tre anni, durante i quali vennero demolite la facciata esterna, la balconata e alcune altre strutture. L’11 febbraio 2009 venne inaugurato con una cerimonia.
Nei bellissimi scatti di Thomas Lay pubblicati nel gruppo Facebook “Cagliari, vivere in vacanza” possiamo vederlo come appare negli anni ’70.
“Era un teatro immenso, dove, tra l’altro, le scuole di danza della città presentavano i saggi di fine anno”, scrive Lay. “In una foto si può vedere come appariva il palco dalla platea, durante un saggio della professoressa Alba Bosisio: colei che da Milano portò per prima la danza classica in Sardegna. La sua scuola era in piazza Martiri, l’hanno frequentata generazioni di ragazze cagliaritane (e qualche ragazzo), per oltre 30 anni, fino alla sua chiusura nel lontano 1982.
Alba Bosisio riposa nel cimitero Monumentale di Bonaria”.
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