Lo sapevate? Negli anni ’70 fu prodotta in Sardegna un’auto spider: si chiamava “Orsa Spring”

Le officine si trovavano nel polo industriale di Macchiareddu, alle porte di Cagliari. La meccanica fu presa dalla spagnola Seat, che ha continuato a produrre quel modello sulla base della Siata-Fiat (in quell'epoca il connubio Fiat-Seat era fortissimo).
La storia nascosta delle auto sarde: il coraggio di reinventare un gioiello italiano.
Anche in Sardegna, un’isola ricca di tradizioni e di storia, si produssero automobili, lasciando un’impronta significativa nel panorama automobilistico italiano. Sebbene il progetto fosse di breve durata, ebbe il grande merito di contribuire a prolungare la vita di un piccolo ma prezioso gioiellino della meccanica italiana, un veicolo che ancora oggi viene apprezzato in tutto il mondo per la sua eleganza e il suo fascino senza tempo. Era il decennio degli anni ’70, un periodo di fermento e di innovazione, quando la famiglia Focanti vide un’opportunità unica di rilancio e di sviluppo nel settore automobilistico. Grazie a un fondo della Cassa del Mezzogiorno, che sosteneva le iniziative industriali nel sud Italia, i Focanti decisero di rilevare la storica casa automobilistica Siata, un marchio piemontese di auto sportive fondato nel 1926 da Giorgio Ambrosini. La loro visione si concentrò sull’idea di creare un’auto sportiva a basso costo, capace di coniugare il fascino retrò con le moderne esigenze di mercato. Massimo Focanti, rappresentante della famiglia, comprese subito il potenziale nascosto nel modello della Siata Spring, un’auto che aveva già riscosso un discreto successo a livello internazionale grazie alle sue caratteristiche trendy e retrò, capaci di catturare l’immaginario di appassionati e collezionisti di tutto il mondo. Nonostante il breve tempo di vita del progetto, questa iniziativa rappresentò un importante capitolo della storia automobilistica italiana, dimostrando come la passione, l’innovazione e il coraggio di alcuni imprenditori possano far rivivere e reinventare un marchio, lasciando un’eredità che ancora oggi viene ricordata e ammirata dagli appassionati di tutto il mondo.
Orsa SpringNacque così il progetto di O.R.S.A., ovvero Officine Realizzazioni Sarde Automobili, e la storica Siata Spring divenne Orsa Spring. Divenne a tutti gli effetti l’unica automobile in serie prodotta in Sardegna. Le officine si trovavano nel polo industriale di Macchiareddu, alle porte di Cagliari. La meccanica fu presa dalla spagnola Seat, che ha continuato a produrre quel modello sulla base della Siata-Fiat (in quell’epoca il connubio Fiat-Seat era fortissimo).
“Dopo aver comprato il progetto dell’auto ad Ambrosini – racconta Massimo Focanti sul sito ufficiale di ORSA Automobili – costruimmo un modernissimo capannone nella allora appena nata zona industriale di Cagliari dove avevamo comprato 30.000 mq. di terreno ben urbanizzato ad un prezzo ragionevole. Questo, oltre alle agevolazioni promesse dalla Cassa per il Mezzogiorno e la Regione Sarda fu la leva che ci spinse a scegliere la Sardegna come base logistica e produttiva per la ORSA”.
I Focanti detenevano il 50% delle quote, la famiglia Geminiani il 25% fino alla cessione in favore degli stessi Focanti, e il restante 25% era di proprietà di Ansaldi.
Il progetto durò alcuni anni e si concluse a causa della crisi petrolifera. L’azienda continuò a lavorare per molti anni a seguire dopo la riconversione industriale per la creazione di mezzi antincendio venduti alla Regione Sardegna.
Le auto prodotte furono circa un centinaio. Furono acquistate da appassionati di tutto il mondo e ancora oggi ne esistono alcune decine di esemplari tenute maniacalmente dai proprietari. Su Facebook esiste un gruppo che mette insieme gli appassionati dei vari modelli di 850 Spring, da quelli Siata a quelli Orsa. In Europa vengono organizzati ogni anno dei raduni in cui si incontrano appassionati olandesi, tedeschi, francesi, inglesi, italiani e di altre nazioni che ancora oggi guidano le loro 850 Spring con orgoglio e fierezza.
Alcuni di questi modelli sono proprio quelli prodotti 50 anni fa a Macchiareddu. Un progetto che visto oggi può sembrare folle e visionario, ma che oltre a conservare una grande dose di “romanticismo industriale”, infonde una piccola punta di orgoglio negli appassionati sardi di automobili: anche qui, del resto è stato possibile costruire dei piccoli “sogni a quattro ruote”.

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