In Sardegna esiste un paesino di 250 abitanti conosciuto come “Paese dell’arte”

Un minuscolo paese-museo a cielo aperto, divenuto famoso per arte dell'intreccio, murales e malvasia: ecco dove si trova e perché valga la pena una visita
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In Sardegna esiste un minuscolo paese che ormai da tutti è conosciuto come il paese dell’arte all’aria aperta.
Stiamo parlando di Tinnura, nella Planargia.
Perché viene associato all’arte? Basta un giretto per le sue per capirlo: le mura del paese sono coperte di meravigliosi murales che rappresentano la vita tipica sarda, antichi mestieri, maschere tradizionali e molto altro ancora.
La bellezza artistica si estende anche alle piazze, dove si possono ammirare opere di diversi artisti isolani e sculture.
Tinnura è famosa anche per la produzione artigianale di cesti in asfodelo e per la produzione della malvasia, un vino dolce che esalta i biscotti tipici della regione.
Se deciderete di allontanarvi dal piccolo villaggio, non mancate di visitare il nuraghe Tres Bias. La cultura e la bellezza artistica si fondono a Tinnura per creare un’esperienza unica nel suo genere.

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Gatto morto esposto al MAMbo di Bologna. “L’ironia non può diventare cinismo, è inaccettabile”, l’indignazione di Cosetta Prontu

Indignazione per l’opera con gatto tassidermizzato al MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, come parte della mostra “Facile ironia”.
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Un’esposizione che lascia senza parole e che ha suscitato indignazione tra amanti degli animali e operatori del settore: al MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna è stato presentato un gatto tassidermizzato come parte della mostra “Facile ironia” del duo artistico Eva e Franco Mattes. L’opera, intitolata “Copycat”, mostra un gatto impagliato disteso su una fotocopiatrice, con tanto di pulsante per ottenere una copia autografata dell’animale in formato A3 da portare a casa.
Per molti questa scelta va ben oltre i confini della provocazione artistica. Cosetta Prontu, responsabile del rifugio Lida di Olbia, commenta: “È difficile trovare le parole giuste. Ridurre un animale a un oggetto da esposizione è inaccettabile. Non si tratta più di arte, ma di banalizzare la vita stessa. Gli animali meritano rispetto e protezione, non diventare strumenti di curiosità.”
Il museo ha spiegato che il gatto era già morto al momento della tassidermia e che l’opera rispetta le normative vigenti. Tuttavia, la motivazione non attenua le critiche: “Il problema non è la normativa, ma l’etica,” aggiunge Prontu, “un animale non può essere considerato merce o oggetto da intrattenimento. È un messaggio che va contro i principi di una società rispettosa della vita.”
Molti utenti sui social hanno espresso la loro indignazione, sottolineando come l’opera sia offensiva e contraria ai valori fondamentali di tutela degli animali. Secondo la responsabile del rifugio: “L’ironia non può diventare cinismo. L’arte dovrebbe educare, far riflettere e provocare pensieri costruttivi, non esporre creature viventi come semplici oggetti. L’arte deve diventare uno strumento di crescita e di compassione, e non un mezzo per normalizzare la crudeltà”.
“Chiediamo a tutti di condividere questo messaggio,” conclude Prontu, “perché ogni creatura vivente merita rispetto. Non possiamo accettare che gli animali siano esposti come oggetti da curiosità.”

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