Lo sapevate? In Sardegna c’è il più grande museo di arte siamese d’Europa

Il Museo d’Arte Siamese Stefano Cardu costituisce un ponte tra la Sardegna e l'Oriente, esponendo opere che avvicinano l'isola a culture e tradizioni quasi sconosciute in quegli anni.
La storia del Museo d’Arte Siamese di Cagliari inizia con la generosa donazione di Stefano Cardu, nato nel capoluogo sardo nel 1849 e deceduto a Roma nel 1933. Cardu, dopo un decennio di navigazione, approdò in Siam (oggi Tailandia), dove svolse un ruolo di rilievo come progettista e costruttore di importanti edifici sotto il regno di Rama V.
Collezionista appassionato dell’arte dell’Estremo Oriente, Cardu raccolse oltre 1300 manufatti di alta qualità provenienti dal Siam, dal Sud Est asiatico, dalla Cina, dal Giappone e dall’India. Nel 1900, tornato in Europa, decise di offrire una parte significativa della sua collezione alla città di Cagliari.
Il Museo Siamese fu inaugurato nel 1918, ospitato nel Palazzo civico Ottone Bacaredda, con l’allestimento e il catalogo curati personalmente da Stefano Cardu. Nel 1940, la collezione fu trasferita nei Giardini Pubblici per proteggerla durante la Seconda Guerra Mondiale. Nel 1981, l’orientalista Gildo Fossati riorganizzò la collezione, che trovò una nuova collocazione nella Galleria Comunale d’Arte.
Oggi, il Museo d’Arte Siamese Stefano Cardu è la più grande collezione di arte del Siam (attuale Thailandia) d’Europa e l’unica collezione di arte orientale dell’Isola. La collezione presenta una vasta gamma di opere d’arte, tra cui sculture, argenti, porcellane, armi, manoscritti e tempere, datate tra il XIV e il XIX secolo.
Il Museo d’Arte Siamese Stefano Cardu costituisce un ponte tra la Sardegna e l’Oriente, esponendo opere che avvicinano l’isola a culture e tradizioni quasi sconosciute in quegli anni. La sua fondamentale importanza artistica e storica è evidenziata dal suo ruolo nella Cittadella dei Musei, il principale complesso museale dell’isola.

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