A Cagliari la rabbia dei dipendenti enti locali: “Noi figli della gallina nera. Subito il comparto unico”

L'onda di protesta ha scelto il bianco come colore distintivo, con cappellini e magliette che testimoniano la mobilitazione degli impiegati di Comuni ed enti locali.
Una folla di circa duemila persone ha raggiunto la Piazza dei Centomila a Cagliari, per portare avanti un grido d’allarme sulla grave carenza di personale che affligge le amministrazioni locali dei centri, grandi e piccoli, dell’isola.
L’onda di protesta ha scelto il bianco come colore distintivo, con cappellini e magliette che testimoniano la mobilitazione degli impiegati di Comuni ed enti locali. Il corteo ha preso il via poco dopo le 10.30, dirigendosi verso il Consiglio regionale. I manifestanti, provenienti da tutta la Sardegna, denunciano numeri ridotti e disagi che si riflettono negativamente sull’erogazione dei servizi ai cittadini e alle imprese.
La piazza è stata riempita da una presenza significativa, comprensiva di una trentina di sindaci e vari esponenti politici di rilievo, tra cui Alessandra Todde e Renato Soru, candidati nelle prossime elezioni regionali. Il cuore della protesta si concentra sulla proposta di adottare un “comparto unico” con regole e trattamenti economici equiparabili a quelli dei dipendenti regionali. Nel manifesto di protesta, si evidenzia che solo due delle 20 regioni italiane non prevedono lo stesso comparto per gli enti locali: la Sicilia e la Sardegna.
Il problema principale, secondo i manifestanti, è la disparità salariale tra i dipendenti regionali e quelli degli enti locali, nonostante svolgano mansioni simili. La creazione di un comparto unico garantirebbe, secondo le voci della piazza, un equilibrio nella distribuzione del personale, consentendo una programmazione integrata dei servizi pubblici sardi. In particolare, si mira a prevedere assunzioni nelle aree dove la necessità è maggiore, specialmente nei piccoli comuni, al fine di contrastare lo spopolamento delle aree interne causato dalla mancanza di servizi.
Il 22 novembre, presso l’aula consiliare del Comune di Oristano, è nato un comitato dedicato a questo tema. La manifestazione, spiegano i partecipanti, rappresenta l’inizio di un percorso di mobilitazione pacifica e democratica, finalizzato a riformare la pubblica amministrazione della Sardegna. La richiesta è chiara: garantire un servizio pubblico efficiente e equo in tutta la regione, ponendo fine a una situazione che mina la qualità della vita dei cittadini sardi.
UNA DELEGAZIONE DALL’OGLIASTRA
Presente anche una delegazione dei dipendenti del Comune di Tortolì. “Un dipendente regionale di pari categoria ha circa 200 euro in più al mese, ha la 14 esima mensilità, un premio produttività dieci volte superiore rispetto ai nostri, oltre a numerose altre indennità – commentano -. Noi non abbiamo 14esima e il nostro premio produttività è bassissimo. Una differenza che, sommando tutto, si traduce in circa in circa 500 euro mensili di differenza”.

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