Macchiolino è un cagnetto taglia piccola, carino, sano, intelligente e con una famiglia che si prende cura di lui. Cosa ci sarà di strano, penserete voi? Apparentemente nulla se non fosse che ha deciso, il cane stesso, di “abbandonare” la sua casa per “trasferirsi” al rifugio la Casa di Bingo.

Ma cominciamo dall’inizio: erano giorni che il piccoletto vagava lungo il perimetro della struttura di Capoterra. Qui la responsabile del rifugio, Elisabetta Podda, l’ha accolto nella speranza di poter ritrovare la sua famiglia. Detto, fatto. I suoi familiari stessi si sono messi alla ricerca del fuggitivo e sono andati a recuperarlo.

Si pensava che la storia fosse finita in questo modo ma il giorno dopo rieccolo lì, nello stesso punto, avanti e indietro e così per tutti i giorni a seguire, imperterrito fuori dal rifugio escogitando qualche modo per farsi trovare direttamente dentro. Insomma, Macchiolino voleva vivere lì e non a casa sua.

Dopo attenta riflessione con i familiari del cane si è deciso per il suo ingresso in rifugio. “Questa storia è importante, sottolinea Elisabetta Podda, perchè ci deve far riflettere e pensare riguardo ai “sentimenti” che anche loro provano. Non è la prima volta per noi che succede un fatto simile, abbiamo almeno altri 2 precedenti. Macchiolino ha deciso per se stesso dimostrando di avere capacità che noi, certe volte, non riconosciamo agli animali. Dovremmo imparare ad ascoltarli e a leggere le loro azioni, staremmo molto meglio anche noi nella quotidianità con loro”, conclude la volontaria.

Ricordiamo che il freddo è ormai alle porte e se non si ha la possibilità di adottare un cane o un gatto si può sempre e comunque contribuire ad alleggerire l’impegno dei volontari e a rendere meno duro l’inverno nei rifugi e canili: coperte, lenzuola, asciugamani, tappetini, plaid etc vecchi e inutilizzati servono tantissimo. Per info tel 347 8121550.

Arrivata al rifugio “I Fratelli Minori” di Olbia, Saralina è uno scheletro con il cuore ancora pieno di voglia di vivere. I suoi occhi raccontano una storia fatta di abbandono, fame e silenzio, il silenzio di chi l’ha vista passare per strada e ha scelto di voltarsi dall’altra parte.

«È magra da far paura, sembra disegnata a matita – raccontano le volontarie – chissà da quanto tempo non mangiava. Quando l’abbiamo accolta, ci ha guardate come se non ci credesse. Come se non capisse cosa volesse dire essere finalmente al sicuro».

Le analisi hanno confermato la leishmaniosi e una grave anemia, ma per ora non è necessaria una trasfusione. I volontari si dicono sollevati, ma anche consapevoli che la strada per la ripresa sarà lunga.
«Ha già sofferto troppo. Non dovrebbe pagare lei il prezzo dell’indifferenza umana. Ma è viva, e questo per noi è già una battaglia vinta. Ora tocca a noi fare il resto».

Saralina è l’ennesimo simbolo di una società che anestetizza le emozioni e normalizza la crudeltà dell’abbandono. «L’indifferenza è la malattia peggiore. Nasconde la sofferenza sotto una coperta di silenzio. Ma noi quella coperta l’abbiamo tolta, e sotto c’era lei, una creatura stremata ma non piegata».

Da oggi Saralina ha un cuscino, una ciotola piena, cure veterinarie e braccia che la stringono. Ha una possibilità. «E se anche questa storia è un pugno nello stomaco, allora è il momento di svegliarsi. Perché Saralina merita più di uno sguardo pietoso: merita una nuova vita». Chiunque voglia aiutare Saralina può contattare la LIDA Sezione Olbia: 3334312878 – [email protected]

www.lidasezolbia.it/donazioni
Spedizioni: LIDA Sez. Olbia – Rifugio I Fratelli Minori, via Dei Cestai – 07026 Olbia (SS)
Codice Fiscale 5×1000: 01976050904