Sassari a tavola: i piatti che raccontano la tradizione locale
Lumache, frattaglie, fave: quali sono gli ingredienti protagonisti della cucina sassarese e come vengono preparati?
Nella costa nord settentrionale della Sardegna, a metà strada tra le coste dall’acqua cristallina e il verde delle colline, sorge Sassari, la seconda città più grande della regione.
Con una storia millenaria che si fonde con il presente in maniera affascinante, Sassari si erge come un luogo dove l’antico e il moderno coesistono in armonia. Le strade lastricate e i palazzi storici incantano i visitatori immergendoli in un’atmosfera unica e regalando loro un’esperienza che riflette la ricchezza culturale dell’Isola. La città è resa unica dalle sue tradizioni autentiche, frutto di una storia millenaria e dell’incontro di più culture che in antichità hanno attraversato il territorio sassarese, influenzando il modo di vivere della popolazione e non solo. Tra tutte spicca l’influenza aragonese, ancora presente soprattutto nel comune di Alghero, dove il catalano rappresenta la lingua principale degli abitanti locali. Nel corso degli anni, Sassari ha saputo trasformarsi in un crocevia di idee e stili di vita, rimanendo al contempo fedele alla sua identità intrinseca. Con le sue strade animate, i mercati colorati e la calorosa accoglienza dei suoi abitanti, la città invita i visitatori a scoprire un mondo di bellezza, cultura e autenticità che solo Sassari sa offrire.
Anche l’esperienza culinaria sassarese è ancorata ad una tradizione secolare, che affonda le sue radici in una varietà di influenze culturali e storiche. Grazie alla moltitudine di culture, è possibile provare una varietà di sapori unici. Dai piatti a base di frattaglie agli ingredienti di mare, dagli antipasti più sfiziosi ai sapori più decisi della carne arrosto, passando per dolci e prelibatezze da gustare in occasione delle festività, la tavola sassarese è ricca di sorprese: ma quali sono i piatti tipici da non perdere che caratterizzano la cucina di questa affascinante città sarda?
Partiamo da un alimento particolare ma incredibilmente gustoso: la “Ciogga Minudda”, ovvero “La lumaca piccola”. Già, le lumache sono un alimento particolarmente utilizzato nella cucina sassarese, tanto che ad ogni dimensione e tipologia corrisponde una ricetta diversa. Nel caso della “Ciogga Minudda”, le lumache vengono prima bollite e poi condite con aglio e prezzemolo per creare un piatto delicato ma saporito che sorprende il palato. Le lumache più grandi invece prendono il nome di “Ciogga Grossa” e vengono preparate con sugo piccante, perfetto per una scarpetta finale. Troviamo poi le Monzette, caratterizzate dal loro guscio verdognolo, che vengono preparate alla brace oppure fritte in padella, dopo essere state immerse in una pastella a base di uova, semola fine e sale. La lumaca ricopre un ruolo fondamentale nella tradizione gastronomica sassarese e, proprio per questo, ogni anno viene celebrato l’evento “Ciogghitta d’Oro”, dove i partecipanti si sfidano in una vera e propria gara “all’ultima lumaca”, mentre i visitatori possono gustare questa preparazione passeggiando tra le strade del paese in festa.
Dalle lumache passiamo allo Zimino, un piatto tipico che ci porta in un’avventura culinaria alla scoperta delle frattaglie d’agnello o bovino. Diaframma, intestino, cuore, fegato, rognone, milza e animelle vengono tagliate e pezzi, salate, cosparse con un pizzico di pepe e poi arrostite e alla griglia durante la tradizionale “Ziminadda”, una tipica cena spesso celebrata in campagna in compagnia di amici e parenti. E come accompagnare la carne se non con la “Mirinzana in forru”? Un piatto povero, ideale come contorno o antipasto, in cui le melanzane allungate vengono tagliate a metà e condite con un generoso trito di aglio, prezzemolo e peperoncino per poi essere cotte al forno. Il risultato è una melanzana morbidissima e super gustosa. Questa preparazione così semplice e genuina è amatissima in tutta Italia, tanto da essere ribattezzata come “La Melanzana alla Sassarese”.
Ma l’arte culinaria sassarese non è fatta di sola carne. Infatti, spostandosi nella zona di Alghero troviamo la tipica e famosa Aragosta alla Catalana. È proprio questo il piatto che più mette in luce l’influenza spagnola, e in particolare catalana, presente nel territorio. Infatti, questa antica preparazione venne introdotta nel Trecento durante la conquista aragonese. Si tratta di un piatto molto semplice e fresco che vede l’aragosta come protagonista assoluta, accompagnata da un’insalata di pomodori e cipolla rossa cruda condita con olio, sale, pepe e limone. Nel corso degli anni, la stessa ricetta è stata adottata anche per l’astice. Come non citare il piatto che sancisce il legame culturale tra Sassari e la Liguria? Le influenze delle repubbliche marinare di Pisa e Genova si riflettono nella cucina locale attraverso la Fainè, una sorta di “schiacciata” preparata con farina di ceci, acqua e olio extravergine di oliva e cotta in forno a legna. A Sassari, la Fainè è particolarmente diffusa nelle versioni con cipolla o salsiccia.
Non è un vero pasto sassarese se nella tavola non sono presenti le fave, un ingrediente legato in particolare alla tradizione contadina. Una delle specialità gastronomiche di Sassari è per l’appunto la “Favata Sassarese”, un piatto ricco di sapori e sostanza, ideale per i giorni di festa in famiglia, la cui preparazione richiede parecchio tempo. La favata ci ricorda vagamente una zuppa in cui le fave – precedentemente tenute in ammollo per una notte intera – vengono bollite e poi unite alla cotenna di maiale a pezzetti e le costine a tocchi. La cottura viene portata avanti per altre tre ore con l’aggiunta di verza, pomodori secchi, aglio, finocchietto e sale per insaporire il tutto. Anche per questa ricetta esistono delle varianti, soprattutto per quanto riguarda le tipologie di carne all’interno, infatti non è raro trovare all’interno della Favata Sassarese anche dell’ottima salsiccia fresca. Inoltre, le fave possono essere gustate anche nella loro semplicità, come antipasto o come accompagnamento ai piatti principali.
Dulcis in fundo, se vi trovate a Sassari durante il periodo di Carnevale, il modo migliore per concludere il vostro pasto è assaggiando “Li Frisgioli Longhi”: lunghe frittelle di pasta fritta insaporita da anice e scorza d’arancia. Sempre presenti, invece, le “casgiaddine” o “formaggelle”, che ricordano in tutto e per tutto le “pardule” campidanesi, con la sola differenza che nel ripieno viene utilizzato il formaggio e non la ricotta.
In conclusione, la cucina sassarese è un connubio di sapori tradizionali e influenze culturali, che crea un’esperienza gastronomica unica e memorabile. Dalla Ciogga Minudda all’Aragosta alla Catalana, dalla Fainè alla Favata, questi piatti tipici rappresentano l’anima culinaria di Sassari, raccontando la storia e le tradizioni di questa affascinante città sarda.
Contenuto realizzato in collaborazione con la Regione Sardegna, Assessorato del Turismo, Artigianato e Commercio
…
© RIPRODUZIONE RISERVATA