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Il viaggio da incubo di Bassetti su Olbia Genova | Cagliari - Vistanet
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L’infettivologo Bassetti sulla nave Olbia-Genova: «Maleducazione, ritardi e sporcizia”

L’infettivologo Bassetti sulla nave Olbia-Genova: «Maleducazione, ritardi e sporcizia”

L’infettivologo Bassetti sulla nave Olbia-Genova: «Maleducazione, ritardi e sporcizia”
PH Profilo FB Matteo Bassetti

Il noto infettivologo, star dello schermo durante la pandemia, ha denunciato sui social quanto accaduto in nave: «Da italiano mi sono vergognato. Credo che chi gestisce e conduce un servizio così scadente, dovrebbe fare altrettanto»

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2 Agosto 2023 9:58 La Redazione

 

L’infettivologo Matteo Bassetti, noto al grande pubblico per esser stato preso di mira dai no vax durante la pandemia, ha raccontato sul suo profilo Facebook il suo viaggio da incubo sulla nave Olbia-Genova, di ritorno dalle vacanze in Sardegna.

“Maleducazione, ritardo, sporcizia, incapacità relazionale, prezzi folli e tanta rabbia per quelle poche aziende italiane che fanno male all’immagine dell’Italia”  ha scritto il professore sui social “Sono questi gli ingredienti che ho trovato stasera, con la mia famiglia, sulla Nave Moby in servizio da Olbia a Genova. Nave programmata per le 21.30, ma con un ritardo di due ore. Ci imbarcano alle 23, dopo aver preso la cabina (imbarazzante), saliamo al ristorante alla carta con i ragazzi, parecchio affamati, e troviamo una catena di ferro sulla porta: un cameriere ci dice che il ristorante è già chiuso e che, se avevamo qualche lamentela, di rivolgerci al Commissario di bordo. Mi reco quindi dal commissario di bordo che, con fare molto strafottente, si rifiuta di comunicarmi il suo cognome, dicendomi che il ristorante è chiuso perché sono le 23 e a quell’ora chiude a prescindere da quando la nave è partita. Peccato che la nave è arrivata in ritardo di un’ora ed è salpata alle 23”.

PH Profilo FB Matteo Bassetti

E conclude il post dicendo: “Ripieghiamo allora su una pizza al trancio: 71 euro per 9 tranci gommosi e unti, indegni di chiamarsi pizza. Per descrivere la pulizia delle cabine e la cura degli spazi comuni ho fatto direttamente alcune foto che si commentano da sole, anche perché ho finito il vocabolario. Tutti questi mirabolanti e straordinari servizi per la modica cifra di 1300 euro andata e ritorno con auto e cabina. Sulla nave viaggiano italiani, ma soprattutto stranieri. Bene questa sera, da italiano, mi sono vergognato. Credo che, chi gestisce e conduce un servizio così scadente, dovrebbe fare altrettanto”.

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Cagliari, il Consiglio di Stato conferma il divieto di legare le bici fuori dagli stalli



Una decisione che farà discutere e che segna un punto a favore del decoro urbano in città. Il Consiglio di Stato ha "promosso" il giro di vite voluto dall'amministrazione dell'ex sindaco Paolo Truzzu, confermando la piena legittimità del divieto di incatenare le biciclette fuori dagli stalli dedicati.

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17 Settembre 2025 17:27 La Redazione

Cagliari, il Consiglio di Stato conferma il divieto di legare le bici fuori dagli stalli.

Una decisione che farà discutere e che segna un punto a favore del decoro urbano in città. Il Consiglio di Stato ha “promosso” il giro di vite voluto dall’amministrazione dell’ex sindaco Paolo Truzzu, confermando la piena legittimità del divieto di incatenare le biciclette fuori dagli stalli dedicati.

Con una sentenza che rigetta il ricorso presentato dalla Fiab di Cagliari, i giudici di Palazzo Spada hanno messo la parola fine a una lunga battaglia legale.

Il provvedimento, incluso nel regolamento di Polizia e Sicurezza Urbana approvato dalla precedente amministrazione comunale, stabilisce in modo chiaro e inequivocabile che è vietato legare le biciclette a “infrastrutture pubbliche non destinate allo scopo”. La violazione di questa norma comporta l’applicazione di sanzioni pecuniarie che vanno da un minimo di 100 a un massimo di 300 euro.

I giudici hanno spiegato che la decisione mira a tutelare, in un’ottica di miglioramento della vivibilità e del decoro della città, quelle infrastrutture che spesso si trovano sui marciapiedi, nelle piazze, nei parchi, o vicino a monumenti. Si tratta di elementi di arredo urbano come ringhiere, recinzioni o pali, per i quali è già generalmente vietata la sosta di qualsiasi veicolo. Pertanto, secondo il Consiglio di Stato, la disposizione non viola in alcun modo le norme del codice della strada.

Ma la sentenza va oltre, affrontando un punto cruciale sollevato dai ricorrenti. La Fiab aveva denunciato una presunta disparità di trattamento tra gli “utenti deboli”, ovvero i ciclisti, e gli “utenti forti”, come gli automobilisti, sostenendo che la norma penalizzasse i primi a vantaggio dei secondi. Il Consiglio di Stato ha respinto categoricamente questa tesi, evidenziando che una disparità di trattamento può essere configurabile solo in presenza di situazioni perfettamente identiche, e che tale condizione non sussiste in questo caso. I giudici hanno inoltre ritenuto infondata la disparità invocata in appello anche rispetto ai monopattini.

Infine, sono state giudicate infondate anche le censure che contestavano la presunta contraddittorietà del regolamento con gli obiettivi fissati dal Piano Urbano della mobilità sostenibile. A questo proposito, il Consiglio di Stato ha ribadito che si tratta di una valutazione discrezionale, per la quale “il giudice non può sostituirsi all’amministrazione”. La decisione ha quindi confermato la legittimità dell’azione comunale, stabilendo che la tutela del decoro urbano è un obiettivo prioritario che può essere perseguito attraverso normative specifiche.

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