Jankto al Cagliari: rossoblù protagonisti di una piccola (grande) rivoluzione culturale in Serie A

Se pensate che nel 2023 non ci sia niente di speciale nel condividere un coming out, allora è probabile che non conosciate le statistiche dei calciatori apertamente omosessuali nel mondo del pallone. Bene, rasentano lo 0%.
“Voglio vivere la mia vita liberamente. Senza paura. Senza pregiudizi. Senza violenza. Ma con amore. Sono omosessuale e non voglio più nascondermi”.
Questa frase l’ha detta a marzo 2023 Jakub Jankto, calciatore della Repubblica Ceca che tra il 2014 e il 2021 ha giocato in Italia con le maglie di Ascoli, Udinese e Sampdoria e che sta per firmare per il Cagliari Calcio.
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Una frase forte che chiudeva un video che il calciatore aveva voluto diffondere e che fu visualizzato da milioni di persone in tutto il mondo. Ora Jankto diventerà il primo calciatore dichiaratamente omosessuale a calcare i campi della Serie A italiana di calcio.
Se pensate che nel 2023 non ci sia niente di speciale nel condividere un coming out, allora è probabile che non conosciate le statistiche dei calciatori apertamente omosessuali nel mondo del pallone. Bene, rasentano lo 0%. Due anni fa era stato l’australiano Josh Cavallo a rompere questo tabù, seguito, un anno più tardi, dall’inglese Jake Daniels, il primo nella storia del Paese inventore del football. Altri, come il tedesco Hitzlsperger hanno trovato il coraggio di farlo solo dopo aver appeso le scarpette al chiodo.
Ma per capire quanto il rapporto tra il calcio e l’omosessualità sia stato conflittuale e problematico bisogna raccontare una storia che non ebbe un lieto fine, quella di Justin Fashanu. Fashanu era un calciatore britannico di origini nigeriane. La sua carriera iniziò brillantemente tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’80. Nel 1981 fu acquistato dal glorioso Nottingham Forest per un milione di sterline, cifra record per i calciatori di colore britannici. I rumor sull’orientamento sessuale del giovane calciatore erano sempre più frequenti tanto da influenzare negativamente il rapporto con il tecnico Brian Clough. Il coming out definitivo avvenne nel 1990 e fu il primo della storia del calcio. La notizia fu accolta in modo molto ostile dall’opinione pubblica tanto da costringere Fashanu a cercare fortuna altrove, tra Canada e Stati Uniti. Il fratello John, anche lui calciatore, lo rinnegò pubblicamente e Justin cadde nella disperazione più totale. La sua fragile esistenza naufragò definitivamente quando fu accusato da un 17enne americano di averlo violentato. Pochi giorni dopo Fashanu tornò in Inghilterra dove, il 3 maggio 1998, si tolse la vita. Fu trovato impiccato in un garage di Londra. Nel suo biglietto di addio ribadì la sua innocenza.
Il modo in cui fu accolto il coming out del calciatore britannico non incentivò di certo altri atleti a seguire il suo esempio. Per anni l’omosessualità nel mondo del calcio è rimasto un tabù e troppo spesso sono riemersi attegiamenti offensivi e volgari riguardo il tema da parte di esponenti di spicco dello sport più seguito nel mondo. Dal “Finocchio” rivolto da Sarri a Mancini alla speranza espressa da Cassano che – citiamo testualmente – “nel calcio non ci fossero froci”, fino alla frase “basta coi soldi a queste quattro lesbiche” pronunciata dal’ex presidente della Lega Dilettanti Felice Belloli.
Ora immaginate un giovane calciatore dilettante omosessuale alle prese con un intero spogliatoio “impregnato” da questa sottocultura e capirete perché la scelta di Jankto sia stata così importante e non scontata. Se questo non vi basta andate a leggere i commenti su Facebook in coda agli articoli che riportano la notizia diffusa a marzo e alcuni (fortunatamente molti meno) a corredo degli articoli sulla notizia dell’ingaggio in rossoblù. Insomma, la strada verso la normalità e l’accettazione è ancora lunga e piena di ostacoli, ma l’operazione di calciomercato del Cagliari che, pur essendosi concretizzata solo ed esclusivamente su basi tecniche e di apprezzamento del calciatore da parte di mister Ranieri (è bene ricordarlo per normalizzare la vicenda e per sottolineare il fatto che Jankto non sia per i sardi un “acquisto bandiera”), costituisce involontariamente una piccola grande rivoluzione culturale per il campionato di Serie A.

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