Duole dovervelo raccontare ma è andata così. Dopo 5 anni intensi (per noi più che altro perché veramente non ne potevamo più di leggere ogni loro attimo di vita minuto per minuto spiattellato su ogni giornale, un tempo anche anche rispettabile), la storia d’amore tra il frontman dei Maneskin Damiano David e Giorgia Soleri, fidanzata ora ex del succitato, giunge al capolinea.

Ebbene sì, lo scrivo come in un qualsiasi tabloid di gossip e lo faccio perché spero, con queste righe, di liberarmi mentalmente di un peso. Pur non seguendo, social-mente parlando, testate o profili che di norma trattano argomenti che riguardano la ex coppietta, ho comunque le bacheche inondate dalla notizia, roba che manco un rutto di Chiara Ferragni in diretta Instagram.

Insomma l’ho fatto per me stessa: magari dopo che l’ho appuntato qui poi non mi accorgerò più della cosa, un po’ come si fa con i promemoria che, una volta scritto l’appuntamento da ricordare, la spesa da acquistare, la bolletta da pagare, ti senti le spalle scrollate, almeno un poco, di un peso.

Che dire della vicenda…c’è qualcosa da dire? Vi faccio un piccolo riepilogo: ci sono due ragazzini, belli e ambiziosi, con una vaghissima facci da schiaffi ma lì non ci possiamo fare niente e neanche vogliamo farlo, non sia mai il bodyshaming anche con l’atteggiamento. Insomma, ci sono ‘sti due ragazzini: uno suona/canta in un gruppo che viene ritenuto rock e alternativo (forse solo a detta di loro coetanei che fino a quel momento ascoltavano solo raeggeton perché vi sfido a considerare alternativi e rock i Maneskin ma non voglio addentrarmi oltre nel discorso) e l’altra cerca in ogni modo un qualunque appiglio per diventare famosa. Prima si fidanza con lui, poi usa la carta della sua malattia, poi scrive un libro, poi si fa crescere i peli sotto alle ascelle e in mezzo alle sopracciglia, insomma le prova tutte, un vero campionario di ciò che nel 2023 può suscitare interesse social.

Lui continua la sua strada nel magico mondo della musica mainstream, smaltandosi le unghie, truccandosi, vestendosi un po’ fluido, un po’ macho, un po’ così un po’ cosà, riuscendo nel suo intento con grande maestria, non c’è che dire (continuo a non voler trattare l’argomento musica perché qui si parla d’altro), scimmiottando David Bowie, Mick Jagger, Renato Zero e chi queste azioni le metteva in piazza forse 50 anni fa, allora sì con grande coraggio. Comunque lui e la sua band piacciono, è innegabile.

Sono una coppia di successo: ogni loro movimento viene ripreso da testate giornalistiche le più influenti e trattato come se fosse una vera notizia, ogni azione che i due compiono viene innalzata ad attivismo (di quello da salotto e da clickbaiting sia chiaro), anche una vacanza di lei in solitaria a Ibiza diventa motivo di rivendicazione di non si sa quale ben specifica lotta e resistenza se non quella dei sopracitati peli messi a bagno nelle acque del Mediterraneo.

Insomma lettori e lettrici, i due oggi dichiarano di essersi lasciati. E come l’abbiamo scoperto? Tramite una story del bel Damiano in cui bacia appassionatamente un’altra misteriosa brunetta in discoteca. Ed eccoci qui, il cerchio si chiude, lo smalto si sbecca, il pelo si incarnisce: è stato bello finchè è durato ma tu Damiano non cambiare mai, continua a cercare di farci arrossire con le tue mise e tu Giorgia, nei nostri cuori sarai sempre Giorgia, ex fidanzatadiDamianodeiManeskin.

Restituire alle persone con disabilità la possibilità di vivere la propria città senza barriere. È questo l’obiettivo di Whable, piattaforma ideata da Marco Altea, 46 anni, che convive da oltre venticinque anni con la sclerosi multipla e da circa tre si muove in sedia a rotelle.

L’idea è nata da un’esperienza personale: dopo la pandemia, Marco si è trovato davanti a marciapiedi impraticabili, gradini all’ingresso dei locali, bagni inaccessibili e parcheggi spesso occupati. È in quel momento che ha compreso come la disabilità non sia solo una condizione fisica, ma anche il risultato di un ambiente che non accoglie.

Da questa consapevolezza è nato Whable, inizialmente pensato come una lista di locali e parcheggi accessibili, poi evoluto in una piattaforma integrata che punta a creare una vera comunità. Non si tratta solo di segnalare luoghi accessibili, ma di favorire la partecipazione sociale e la condivisione di esperienze, abbattendo tre barriere principali: quella informativa, quella fisica e quella relazionale.

La piattaforma offre una mappa dei luoghi accessibili, aggiornata direttamente dalle persone con disabilità, i cosiddetti “Whablers”, garantendo informazioni affidabili e verificate sul campo. I locali vengono premiati con i bollini Whable, assegnati da chi li ha visitati e testati, certificandone la reale accessibilità. Oltre alla mappa, la piattaforma include “Angels on Demand”, un servizio per prenotare accompagnatori qualificati, e una community interattiva, dove condividere esperienze, suggerimenti e momenti di vita sociale, creando relazioni e riducendo l’isolamento.

Attualmente Whable è in fase di sviluppo e funziona come Web App, accessibile senza download per garantire facilità di utilizzo. Il lancio ufficiale della piattaforma è previsto per la Primavera 2026, quando sarà completa e ricca di contenuti pensati per un’esperienza utente completa e inclusiva.

In vista del lancio, Marco ha aperto una fase di Beta Test: «Non vogliamo costruire il servizio per le persone con disabilità, ma con loro», sottolinea. Si cercano persone con disabilità motoria e utilizzatori di sedia a rotelle interessati a testare la piattaforma in anteprima, mappare i primi luoghi e fornire feedback. L’obiettivo è creare un progetto partecipativo, dove la community contribuisce attivamente a rendere Whable più utile, inclusiva e vicina alle reali esigenze degli utenti.

Whable è quindi molto più di una piattaforma: è uno spazio condiviso, creato da persone con disabilità per persone con disabilità, dove le informazioni sono affidabili, le esperienze vengono raccontate e le relazioni costruite. Un progetto che dimostra come l’inclusione passi anche dalla collaborazione, dalla condivisione e dal coinvolgimento diretto della comunità.

Contatti
Marco Altea – Fondatore & CEO
Email: [email protected]
Sito Web: www.whable.it

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