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Il paleontologo Zoboli in uno studio importante | Cagliari - Vistanet
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Uno studio del dottor Zoboli dell’Università di Cagliari mette in luce il ricco patrimonio paleontologico della Sardegna

Uno studio del dottor Zoboli dell’Università di Cagliari mette in luce il ricco patrimonio paleontologico della Sardegna

Uno studio del dottor Zoboli dell’Università di Cagliari mette in luce il ricco patrimonio paleontologico della Sardegna
Fig. 3 – La sala principale e alcune vetrine del museo geo-paleontologico PAS-Martel di Carbonia.

Sulla rivista tedesca Geoheritage anche uno studio del paleontologo e docente di museologia dell’Università di Cagliari Daniel Zoboli dal titolo “The rich palaeontological heritage of SW Sardinia (Italy), a possible resource for a geotourism development”

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22 Marzo 2023 17:17 Federica Cabras

Sulla rivista Geoheritage – che si occupa di tematiche quali la valorizzazione delle aree di interesse geologico e minerario –, del gruppo editoriale Springer, anche uno studio del paleontologo e docente di museologia dell’Università di Cagliari Daniel Zoboli dal titolo “The rich palaeontological heritage of SW Sardinia (Italy), a possible resource for a geotourism development” (Il ricco patrimonio paleontologico della Sardegna sud-occidentale (Italia) ed è una possibile risorsa per lo sviluppo geoturistico.

Alcuni punti dello studio, spiegati dal dott. Zoboli.

«Il Sulcis-Iglesiente ma più in generale tutto il sud-ovest della Sardegna presenta una enorme geodiversità, unica non solo in Sardegna ma anche a livello nazionale» spiega, aggiungendo che è proprio lì che affiorano le rocce fossilifere più antiche d’Italia risalenti a oltre mezzo miliardo di anni fa.


Fig. 1 – Il sud-ovest della Sardegna ha molte ricchezze legate sia all’attività mineraria che al paesaggio. A sinistra la Grande Miniera di Serbariu (Carbonia), a destra il famoso Pan di Zucchero (Iglesias).

 

«Il sud-ovest sardo è un’area relativamente poco estesa, dato che tra Capo Teulada e Capo Frasca vi è una distanza di appena 100 km. Tuttavia nelle rocce che affiorano in questa parte di Sardegna sono rappresentati tutti i periodi geologici del Fanerozoico (l’eone che racchiude le ere Paleozoico, Mesozoico e Cenozoico).»

 

Fig. 2 – Evidenze paleontologiche del Sulcis-Iglesiente, a sinistra alcune impronte di cervo del Pleistocene, a destra alcuni studenti di geologia in visita al sito paleontologico di Funtana Morimenta (Gonnesa).

 

«Il territorio è importantissimo anche per quel che riguarda la storia della ricerca in campo geologico e paleontologico, complice la lunga tradizione mineraria che interessa l’intera area. La ricchezza del suo sottosuolo ha infatti reso necessari numerosi studi geologici che hanno toccato ogni aspetto di questa disciplina.»

Nello studio, il dott. Zoboli evidenzia la rilevanza scientifica di molte delle numerose e importanti aree di interesse paleontologico: «Molte di esse sono in relativo abbandono e meriterebbero senza dubbio di essere tutelate e in alcuni casi valorizzate, anche in termini geoturistici» chiarifica. «Ad esempio, nel territorio di Gonnesa, in località Funtana Morimenta, esiste un sito con impronte di cervi e mammut nani risalente al penultimo glaciale del Pleistocene (circa 130-140 mila anni fa) che potrebbe essere valorizzato con una spesa relativamente poco onerosa.»

Anche alcuni siti presenti nei territori di Carbonia, Gonnesa e Iglesias sono stati presi in esame nello studio: «In quest’area, relativamente poco estesa, abbiamo una grande concentrazione di siti che potrebbero diventare le tappe per eventuali percorsi geoturistici. Questi potrebbero avere come punto di partenza il Museo dei Paleoambienti Sulcitani E.A. Martel di Carbonia. Questo museo è uno dei più grandi in Sardegna e conserva molte testimonianze dell’antico passato dell’Isola e in particolare del suo sud-ovest.»

«Naturalmente nel Sulcis-Iglesiente non abbiamo solo il museo di Carbonia, ma anche altre piccole realtà, come il Sito Geo Speleo Archeologico Sa Marchesa di Nuxis che da diverso tempo si sta impegnando nella valorizzazione della Grotta di Acquacadda» conclude Zoboli. «Ci sarebbe ancora tanto da fare, le idee ci sono ma è fondamentale far conoscere alle amministrazioni locali la ricchezza del territorio che di fatto ha un potenziale turistico ancora non del tutto espresso, una ricchezza che va ben oltre il classico turismo estivo.»

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San Sperate, mezz’ora di terrore: un fulmine centra il paese. «Boato assordante, un ragazzo è stato sbalzato a terra»



Un nubifragio violentissimo, accompagnato da una tempesta elettrica ha colpito il centro abitato del paese, lasciando dietro di sé una scia di danni e grande spavento.

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27 Dicembre 2025 11:46 Maria Luisa Porcella Ciusa

Un bagliore accecante, poi un’esplosione che ha fatto tremare le fondamenta delle case. Quella che doveva essere una tipica ondata di maltempo si è trasformata, nel pomeriggio di ieri, in mezz’ora di autentico terrore per i cittadini di San Sperate. Un nubifragio violentissimo, accompagnato da una tempesta elettrica senza precedenti, ha colpito il centro abitato lasciando dietro di sé una scia di danni e grande spavento.

albero spaccato dal fulmine a san sperate

Foto di Torre Orrù

Il cuore dell’evento è stato la caduta di un fulmine a pochissima distanza dalle abitazioni, che ha centrato in pieno un palo della linea telefonica, spaccandone la cima. La scarica elettrica si è propagata istantaneamente nelle case adiacenti attraverso i cavi, trasformando gli elettrodomestici in potenziali pericoli.

albero spaccato dal fulmine a san sperate

Foto di Torre Orrù

“Mi sono trovato davanti a un bagliore immenso e a un’esplosione assordante”, racconta un residente ancora scosso. “Ero in veranda a recuperare la roba stesa sotto la grandine, ho fatto appena in tempo a chiudere tutto e staccare il salvavita”. Il bilancio dei danni materiali è pesante. Nelle abitazioni del vicinato, modem, computer e impianti elettrici sono saltati a catena. Particolarmente colpita una residente che ha visto andare in fumo due televisori, tra cui una Smart TV acquistata di recente, il modem e il PC.

Ma è sul piano umano che si è rischiato. Un giovane che abita accanto al luogo dell’impatto è stato scaraventato a terra dallo spostamento d’aria e dalla potenza dell’esplosione. Fortunatamente, per lui non ci sono state conseguenze fisiche gravi, ma solo un enorme shock. Per trenta minuti il paese è rimasto in balia degli elementi, con la grandine che sferzava le strade, e il bagliore dei fulmini che illuminava a giorno le stanze, seguito dai boati dei tuoni.

 

 

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