Lo sapevate? Durante la Prima Guerra Mondiale i militari sardi erano i più temuti dai nemici austriaci
Per il loro ardore, per il loro proverbiale coraggio e soprattutto perché non facevano quasi mai prigionieri, i militari della Brigata Sassari e quelli sardi in genere, erano particolarmente temuti dai nemici austriaci. Soprannominati "Dimonios" erano il terrore delle trincee avversarie per la loro combattività.
Lo sapevate? Durante la Prima Guerra Mondiale i militari sardi erano i più temuti dai nemici austriaci.
Per il loro ardore, per il loro proverbiale coraggio e soprattutto perché non facevano quasi mai prigionieri, i militari della Brigata Sassari e quelli sardi in genere, erano particolarmente temuti dai nemici austriaci. Soprannominati “Dimonios” erano il terrore delle trincee avversarie per la loro combattività.
La Brigata “Sassari” venne subito messa in servizio nella prima guerra mondiale, quando combatté sull’Isonzo e ottenne la citazione sul bollettino del Comando Supremo come migliore unità, per le sue azioni eroiche negli scontri di Bosco Cappuccio, Bosco Lancia e Bosco Triangolare.
La Brigata combatté con onore in tutte le maggiori battaglie del terribile triennio di guerra, guadagnandone solenni riconoscimenti, che ripagarono però soltanto in parte le ingenti perdite umane. Fra le memorie più pregnanti di questa prima fase resta oggi “Un anno sull’Altipiano”, di Emilio Lussu, brillante resoconto letterario dell’impegno della Brigata sull’altopiano di Asiago, fase durante la quale Lussu stesso ricoprì il ruolo di ufficiale.
La Brigata Sassari (Tattaresa) è stata costituita il 1º marzo 1915 da due reggimenti, il 151º fanteria a Sinnai (Cagliari) e il 152º fanteria stanziato a Tempio Pausania: la particolarità di questi reparti è che sono composti quasi interamente da sardi, e quindi sono uniti da un forte senso di gruppo.
Secondo alcune testimonianze la decisione di costituire una brigata di soli Sardi avrebbe avuto origine da una rissa concitata tra un esiguo gruppo di artiglieri sardi e un reggimento di “continentali”, al termine della quale il primo riuscì a mettere fuori gioco il secondo.
Questi i criteri di reclutamento seguiti allora, uniti al pensiero comune sui soldati isolani: il criterio del reclutamento su base regionale adottato per i sardi, fece sì che la Brigata non subisse, in misura critica, le forze disgreganti presenti in qualsivoglia organizzazione. La fama e la gloria conquistate fin dalle prime fortunate azioni di guerra e il nazionale riconoscimento di questo valore non fecero altro che rafforzare le naturali capacità nell’affrontare la natura avversa, alla quale peraltro il sardo è abituato. Appaiono, nel contesto, fondamentali queste caratteristiche del soldato sardo: il sardo ha molto vivo e profondo il senso dell’onore e della fierezza; il soldato sardo non alza le braccia, non si è mai arreso in combattimento; nella scala dei valori morali vengono in primo luogo le virtù del coraggio, della bravura fisica, dello sprezzo del pericolo e del sentimento fondamentale dell’onore: niente urta di più la suscettibilità del sardo che l`essere tacciato o solo sospettato di vigliaccheria; il sentimento del dovere, della disciplina e lo spirito combattivo determinano la tempra morale della gente sarda, forse ingenua ma integra, che porta al rispetto per le istituzioni e la morale.
Si tratta di una delle Brigate più decorate della Grande Guerra; come ricompensa per il valore e l’eroismo dei suoi fanti alle Bandiere furono concesse 2 Medaglie d’Oro per ciascun reggimento, ebbe 4 citazioni speciali sui bollettini del Comando Supremo, alle fanfare dei reggimenti il Re concesse le drappelle Reali (scudo sabaudo e stemma di Sardegna), durante la ritirata sul Piave la Brigata venne citata dal Comandante della retroguardia, Tenente Generale Di Giorgio, all’ammirazione della Nazione e dell’Esercito per l’abnegazione e l’eroico contegno tenuto.
Ufficiali e soldati della Brigata furono decorati con 9 Medaglie d’Oro, 286 Medaglie d’Argento, 417 Medaglie di Bronzo. Altri 6 ufficiali ricevettero l’Ordine Militare di Savoia.
Gli austriaci impararono ben presto a temere i fanti dalle mostrine bianche e rosse, che prima di ogni assalto cantavano l’inno di guerra della Brigata (” Dimonios”) sventolando un fazzoletto con eguali colori. I sardi non facevano prigionieri. La Brigata viene formata nel febbraio del 1915.
Era il 1° marzo del 1915, quando venne ufficialmente sancita la nascita della Brigata Sassari (Tattaresa), brigata di fanteria meccanizzata dell’Esercito Italiano. Due i reparti che andarono a confluirvi: il 151° reggimento, di stanza a Sinnai, e il 152°, con sede a Sassari. Per la Nazione si trattava di un reparto innovativo, unico reclutato su base regionale, e l’origine sarda dei suoi componenti – tanto dei soldati quanto degli ufficiali, seppure fossero questi in numero spesso insufficiente e per questo sostenuti dall’apporto di esterni – incise da subito in maniera evidente: ne plasmò i valori, le tecniche di combattimento, e pesò sulla forza del legame che ne univa gli uomini.
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