Lo sapevate? A Cagliari c’è una piccola torre costiera che per un periodo fu usata anche come locanda

Sardegna terra di torri costiere spagnole che servivano per segnalare l'arrivo dei terribili pirati saraceni. Sapevate che a Cagliari esiste una piccola torre che per un po' di tempo venne utilizzata anche come locanda? Scoprite dove si trova e perché ha un nome così curioso.
Lo sapevate? A Cagliari esiste una piccola torre costiera che per un periodo fu usata anche come locanda.
Sardegna terra di torri costiere spagnole che servivano per segnalare l’arrivo dei terribili pirati saraceni. Sapevate che a Cagliari esiste una piccola torre che per un po’ di tempo venne utilizzata anche come locanda? Scoprite dove si trova e perché ha un nome così curioso.
La Torre della Quarta Regia, nota anche come Torre della Scafa, è una piccola torre costiera situata nella località di Sa Scafa, a Cagliari, tra lo stagno di Santa Gilla e il quartiere di Giorgino. Risalente alla seconda metà del XVI secolo, veniva utilizzata come postazione strategica di avvistamento, presidiata da due guardie che vigilavano sulla costa.
La torre si erge su un sito che ospitava un precedente insediamento risalente all’epoca aragonese, quando già esisteva un sistema di tassazione sul pescato, a testimonianza dell’importanza economica e strategica della zona.La struttura della torre si compone di due elementi distinti:
L’antica torre, alta circa 9 metri e con un diametro di 4,50 metri, articolata su due livelli. In origine presentava una forma troncoconica tipica delle torri costiere del XVI secolo, simile a quelle disseminate lungo il Golfo di Cagliari.
Un corpo di fabbrica aggiuntivo, costruito in epoca successiva, di un solo piano e con una superficie di circa 50 metri quadrati.
Nel corso del tempo, la torre ha subito trasformazioni che ne hanno modificato l’aspetto originale. La forma attuale è cilindrica, e al suo interno sono stati inseriti solai in calcestruzzo armato che dividono lo spazio in due piccoli ambienti. Per garantire l’illuminazione naturale, sono state aperte alcune finestre.
Una scala elicoidale interna collega i due livelli e consente l’accesso alla terrazza sommitale. Sulla parte alta della facciata, è ancora visibile un fregio in laterizio, segno distintivo della struttura.
La Torre della Quarta Regia non è solo un simbolo del sistema di difesa costiera dell’epoca, ma anche una testimonianza della stratificazione storica della Sardegna. Da sentinella contro le incursioni nemiche a parte integrante del paesaggio cagliaritano, racconta secoli di storia che intrecciano difesa, economia e vita quotidiana lungo la costa dell’Isola.
La torre della Quarta RegiaIn epoca spagnola ai pescatori dello stagno di Santa Gilla veniva richiesto di versare la quarta parte del loro pescato alle casse regie: da qui il nome della Torre. Questo tipo di tassa continuò per secoli. Nel 1956 la tassa venne eliminata con una legge regionale.
La struttura fu poi abbandonata a partire dal XVIII secolo: nel 1721 infatti si suggerì di abbandonarla perché era troppo esposta al tiro delle artiglierie. Nel 1782 fu concessa a privati. In occasione dell’attacco francese del 1793, l’area fu difesa dai pescatori coordinati da Vincenzo Sulis. Nel dopoguerra la torre fu adibita a locanda, come ritrovo dei pescatori e di avventori per consumare piatti a base di pesce e frutti di mare.
La torre fu gravemente danneggiata da una mareggiata nel novembre 1898. Fu abbandonata di nuovo e tutta la zona diventò malfamata e frequentata da malviventi.
In tempi più recenti è stata ristrutturata con cambiamenti che hanno snaturato le sue caratteristiche originarie.
Nel 2012 un progetto presentato da due giovani milanesi ha vinto i 1800 euro del primo premio del concorso dedicato alla riqualificazione della Torre di Quarta Regia.
A gennaio 2017 la ristrutturazione a cura dell’Agenzia regionale Conservatoria delle coste è stata completata. L’idea di fondo è sempre quella di inserire la struttura in un vero e proprio parco: una destinazione turistica con annessa la valorizzazione delle attività di pesca. L’edificio adesso è di proprietà della Regione Autonoma della Sardegna.

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