Ancora protesta ai cancelli di Monte Urpinu, prosegue la battaglia dei cittadini: “Salviamo gli ultimi animali presenti”
Settimo giorno di protesta di animalisti e cittadini ai cancelli del parco di Monte Urpinu. Dopo l'ultimo abbattimento di circa 240 volatili, tra pavoni, oche, galline, continua il presidio in difesa degli animali superstiti. Sul palco anche l'attivista per il Diritti degli Animali Enrico Rizzi, arrivato in Sardegna.
Ancora cancelli sbarrati al parco di Monte Urpinu. Fiori e foto di pavoni, e non solo, appese. È il settimo giorno di presidio e battaglia per animalisti e cittadini, ben oltre un centinaio, per salvare i circa 60 uccelli superstiti.
Diverse le associazioni e i gruppi presenti anche questo sabato. Una settimana fa, dopo l’abbattimento di circa 240 volatili, su disposizione di Asl e Regione per i casi di aviaria riscontrati, l’inizio della protesta all’ingresso del parco, continuata a oltranza per giorni a impedire ulteriori abbattimenti.
“Qui è stata fatta una strage senza nessun motivo. La Asl e il sindaco Truzzu dovrebbero vergognarsi. Questi animali sono patrimonio della comunità. Se Truzzu avesse voluto, avrebbe potuto difendere gli animali”, le parole rabbiose di protesta dell’attivista Enrico Rizzi, arrivato a Cagliari.
“Questi sono esseri viventi, a cui la gente era affezionata. La promessa di ripopolamento della specie fatta dal sindaco? Non stiamo parlando di macchine che possono essere sostituite”.
“A Campi Bisanzio, in un caso come questo, gli animali sono stati isolati, non abbattuti. Perché non è stato fatto qua?”.
Tra i gruppi presenti, anche la Lav. “Il presidio continua. La nostra posizione è quella dell’isolamento degli animali infetti, non del loro abbattimento. Abbiamo già dato disponibilità all’Asl per collaborare all’allestimento di voliere per una possibile quarantena”, le parole di Roberto Corona, “tra l’altro la normativa concede delle deroghe, in merito a questo tipo di disposizioni, proprio per questo tipo di animali che sono considerati patrimonio della comunità”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA