Monumenti sardi: il Fungo di Monti Incappiddatu, il simbolo di Arzachena
Modellato dal vento e dagli agenti atmosferici, come tante altre rocce granitiche della Gallura, il Fungo di Arzachena, monumento naturale e riparo degli antichi abitanti della zona, domina l'abitato ed è il simbolo della cittadina. Da vedere assolutamente.
Monumenti sardi: il Fungo di Monti Incappiddatu, il simbolo di Arzachena.
Modellato dal vento e dagli agenti atmosferici, come tante altre rocce granitiche della Gallura, il Fungo di Arzachena, monumento naturale e riparo degli antichi abitanti della zona, domina l’abitato ed è il simbolo della cittadina. Da vedere assolutamente.
Il Fungo si trova non molto lontano da Piazza Risorgimento, esattamente in località la Sarra, inglobato sul pendio tra le abitazioni e le recenti costruzioni di Arzachena.
Ci si arriva percorrendo tutta la via Limbara. Da questo monumento naturale il luogo ebbe il suo nome in epoca romana, quando Arzachena era chiamata Turubulus Maior (fungo grande).
Il monumento costituisce uno degli esempi più significativi di riutilizzo delle emergenze granitiche caratteristiche del territorio.
Questo enorme blocco di granito plasmato e modellato dalla natura, ha la forma di un gigantesco fungo. Non è solo una meraviglia naturale, perché la roccia fu frequentata sin dalla preistoria come riparo sottoroccia: qui infatti sono stati trovati materiali datati dal Neolitico (3500 a.C.) sino al periodo nuragico; nei pressi della roccia è stato anche individuato un villaggio nuragico.
Il monumento è costituito da un’emergenza granitica tondeggiante, sulla sommità della quale poggia un masso che per la particolare conformazione ad ombrello (o appunto a forma di fungo). L’ampio riparo presente al di sotto del cappello, integrato lungo i lati con massi e murature a secco, che si conservano per qualche tratto, mostra i segni dell’antica frequentazione.
La combinazione dell’azione chimica e fisica degli elementi naturali quali, in prevalenza, l’acqua e il vento, nonché l’aerosol proveniente dal mare non molto distante, hanno concorso e realizzato nel corso dei milioni di anni questa spettacolare forma di erosione, nota scientificamente col termine tafone, modellando il granito in maniera tale da costruire la caratteristica forma di un fungo con tanto di gambo e di cappello. Come dimora e riparo sotto roccia questo sito è noto da tempo, grazie agli scavi archeologici effettuati da oltre cinquant’anni, che hanno dimostrato la sua frequentazione già dai tempi del Neolitico. Con l’espansione urbanistica di Arzachena il Fungo oggi si trova all’interno del centro abitato.
Come riporta il sito di Arzachena-Costa Smeralda, le indicazioni cronologiche che riguardano i periodi di utilizzazione sono offerte dallo scavo effettuato nel 1959 nel riempimento di un crepaccio che scorre dalla sommità alla base della formazione rocciosa, e nel quale si sono distinti due livelli.
Quelli inferiori, oltre a ceramiche di impasto inornate simili a quelle rinvenute nei Circoli di Li muri e Macciunitta, hanno rilevato la presenza di forme vascolari e decorazioni tipiche della Cultura di Ozieri, e un’industria litica attestata da scarti di lavorazione di ossidiana e da grosse lame e grattatoi di selce e quarzite. Il materiale di questi primi due strati fornisce un dato certo per l’individuazione dei momenti più antichi di utilizzazione del riparo : il Neolitico Recente.
La sequenza stratigrafica dei livelli successivi mostra la presenza di forme di vasi riconducibili a momenti culturali della civiltà nuragica.
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