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Jacopo Cullin: torna in scena con "È inutile a dire!" | Cagliari - Vistanet
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Tour estivo in Sardegna per Jacopo Cullin: torna in scena dal 9 luglio al 2 settembre con “È inutile a dire!”

Tour estivo in Sardegna per Jacopo Cullin: torna in scena dal 9 luglio al 2 settembre con “È inutile a dire!”

Tour estivo in Sardegna per Jacopo Cullin: torna in scena dal 9 luglio al 2 settembre con “È inutile a dire!”

Jacopo Cullin torna in scena dal 9 luglio al 2 settembre con il tour estivo di "È inutile a dire!" Ecco tutti gli appuntamenti.

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3 Giugno 2022 20:29 La Redazione

Dopo il grande successo delle date invernali tra Cagliari Sassari e Nuoro, Jacopo Cullin torna in scena dal 9 luglio al 2 settembre con il tour estivo di “È inutile a dire!”, lo spettacolo capace di registrare il tutto esaurito a poche ore dalla messa in vendita di ogni suo appuntamento.

L’attore e regista cagliaritano inaugurerà gli spettacoli di luglio al Teatro Mario Ceroli di Porto Rotondo (sabato 9), per poi continuare ad Alghero (piazzale Lo Quarter, domenica 17), Fonni (al Santuario della Madonna dei Martiri, mercoledì 20), all’Anfiteatro di Tharros (venerdì 22) e al Parco dei Suoni di Marina di Cardedu (sabato 30).

Il mese di agosto lo vedrà alle Miniere di Montevecchio (sabato 6) e a Monserrato (negli spazi del Comparto 8, sabato 27). Venerdì 2 settembre Cullin sarà in scena alle Miniere di Monteponi a Iglesias. Altre date sono attualmente in fase di definizione e verranno presto comunicate.

“Sono felicissimo di tornare a esibirmi nelle arene estive dopo tanti anni”, spiega Jacopo Cullin. “Ho deciso di portare lo spettacolo in ogni angolo dell’isola, cercando di accontentare quante più persone possibili, a seguito delle tante richieste ricevute. Sarà un tour celebrativo, da poco ho compiuto quarant’anni e voglio festeggiare insieme al pubblico. Ringrazio di cuore tutti i Comuni che hanno deciso di ospitarci e accoglierci con tanto entusiasmo e affetto. Mi sarebbe piaciuto esibirmi e festeggiare anche nella mia città, ma purtroppo a Cagliari non è attualmente disponibile nessuno spazio per gli spettacoli all’aperto.”

“È inutile a dire!” nasce dalla penna di Cullin nel 2019 con l’obiettivo esplorare e riflettere con sottile ironia e delicata comicità sulle dinamiche relazionali che caratterizzano il nostro tempo: società liquida, fragilità delle relazioni e la costante crisi esistenziale che pervade l’essere umano. In scena Cullin, incalzato da Gabriele Cossu, interpreta tre dei suoi storici personaggi (Signor Tonino, Salvatore Pilloni e Angioletto Biddi ‘e Proccu), scelti appositamente per far sorridere e riflettere di fronte alle paure e nevrosi del nostro tempo. Accompagnano gli attori in scena i musicisti Matteo Gallus al violino, Riccardo Sanna alla fisarmonica e Andrea Lai al contrabbasso.

 

Per ulteriori informazioni è possibile consultare il sito ufficiale dell’artista (www.jacopocullin.com) e i canali del Circuito Boxoffice Sardegna.

Jacopo Cullin è un attore e regista cinematografico italiano. Nel 1998 frequenta degli stage di recitazione in Sardegna. Nel 2004 diventa famoso al pubblico isolano grazie alle sue apparizioni nel programma comico dal titolo Come il calcio sui maccheroni, trasmesso in prima serata da Videolina. Tra il 2005 e il 2006 si esibisce nei più importanti teatri e anfiteatri della Sardegna con lo spettacolo dal titolo 6 in me!, chiudendo il tour all’Anfiteatro Romano di Cagliari. Nel 2006 si trasferisce a Roma e frequenta importanti seminari di recitazione, entrando a far parte dell’Actor’s Center Rome. Nel 2007 torna all’Anfiteatro Romano di Cagliari con lo spettacolo dal titolo Non ricordo nulla! e nello stesso anno nella Capitale è protagonista della commedia Qualcosa di rosso scritta e diretta da Benedetta Buccellato. Nel 2008 partecipa al film TV Le ali in onda su Rai1 ed è coprotagonista della prima sitcom per i telefoni cellulari e internet Room4U Ospite Perfetto.

Nel 2009 partecipa al film televisivo Al di là del lago, diretto da Stefano Reali. Nello stesso anno gira a Porto Rico Good Friends, il suo primo cortometraggio da regista. Nel 2010 è coprotagonista della serie TV Al di là del lago diretta da Raffaele Mertes e organizza e dirige lo spettacolo di beneficenza CentuConcas Una Berrita (il cui ricavato è devoluto all’Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica Sardegna). Nel 2011 è coprotagonista della mini serie Angeli e diamanti diretta da Raffaele Mertes. Nel 2012 scrive, dirige e interpreta il cortometraggio Buio. Nel 2013 è protagonista del film L’arbitro, selezionato nella sezione Giornate degli autori della Mostra del cinema di Venezia. Nello stesso anno dirige il cortometraggio Special Olympics e Gigi Riva per l’apertura dei giochi estivi Special Olympics.

Nel 2014 gira il suo terzo cortometraggio dal titolo Grazie a te!. È tra i protagonisti del film CrushedLives – Il sesso dopo i figli, diretto da Alessandro Colizzi, e partecipa al film La buca, di Daniele Ciprì. Nel 2015 il regista Gianfranco Cabiddu lo chiama per il suo film La stoffa dei sogni, presentato alle preaperture del Festival internazionale del film di Roma. Sempre nel 2015 dirige il cortometraggio Non aver paura, per la sensibilizzazione alla donazione del sangue. Nel 2019 è protagonista al cinema con L’uomo che comprò la Luna di Paolo Zucca, campione d’incassi al botteghino a livello nazionale in termini di mediacopia al boxoffice. Dall’aprile dello stesso anno, inoltre, ritorna a teatro con il suo nuovo spettacolo “È inutile a dire!”. Nel 2019 riceve numerosi premi e riconoscimenti, tra i quali il Premio Navicella Sardegna e il Premio Letterario Francesco Alziator. Nel febbraio 2021 interpreta Raffaele “Lello” Esposito nella serie televisiva “Le indagini di Lolita Lobosco”, con Luisa Ranieri, diretta da Luca Miniero e scritta da massimo Gaudioso, Daniela Gambaro e Massimo Reale, andata in onda su Rai1.

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Lo sapevate? Secondo recenti teorie, gli Shardana che spopolavano nel Mediterraneo erano gli antichi Sardi: i nostri antenati



Abili navigatori, guerrieri stimati e rispettati dai Faraoni egizi che spesso li vollero come guardia personale (ad esempio Ramses II), gli Shardana erano i leader dei Popoli del mare che dominarono il Mediterraneo e sul tramontare dell’età del bronzo, intorno al 1200 a.c., contribuirono ad annientare i grandi imperi dell’epoca, quello ittita, miceneo ed egizio.

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3 Giugno 2022 19:21 Roberto Anedda

Lo sapevate? Secondo recenti teorie, gli Shardana che spopolavano nel Mediterraneo erano gli antichi Sardi: i nostri antenati.

Abili navigatori, guerrieri stimati e rispettati dai Faraoni egizi che spesso li vollero come guardia personale (ad esempio Ramses II), gli Shardana erano i leader dei Popoli del mare che dominarono il Mediterraneo e sul tramontare dell’età del Bronzo, intorno al 1200 a.c., contribuirono ad annientare i grandi imperi dell’epoca, quello ittita, miceneo ed egizio.

In alcune iscrizioni dei monumenti egizi vengono nominati e citati come genti rispettate e temute per il loro coraggio e valore. In un’iscrizione della stele di Tanis risalente al faraone Ramses II (1287 ac) si legge: “Gli Shardana dal cuore impavido da sempre non si sapeva come combatterli; essi arrivavano col cuore fiducioso… su vascelli da guerra dal mezzo del grande verde e non si poteva resistere davanti ad essi”. Con ogni probabilità erano i nostri antenati nuragici.

Gli Shardana, o più correttamente Sherdana, (anche Sherden) erano una delle popolazioni, citate dalle fonti egizie del II millennio a.C., facenti parte della coalizione dei popoli del Mare; la loro presumibile identificazione con gli antichi Sardi è, al momento, oggetto di dibattito archeologico.

Il problema dell’area di origine o di eventuale destinazione del popolo degli Sherdana sorse a partire dal XIX secolo. Nessuna menzione certa degli Sherdana è mai stata rinvenuta in documenti greci o ittiti, fatto che complica il lavoro degli studiosi. Nel corso dei decenni sono state proposte varie ipotesi, fra le quali due sono quelle più ricorrenti:

A) Gli Sherdana provenivano dal mediterraneo occidentale e sarebbero identificabili con le popolazioni nuragiche della Sardegna.
B) Gli Sherdana, provenienti dal mediterraneo orientale, si insediarono in Sardegna a seguito della tentata invasione dell’Egitto.

L’archeologo Antonio Taramelli, scopritore di molti siti di varie epoche in Sardegna, e autore di ricerche che furono determinanti per la conoscenza dei riti funerari sardi nuragici e prenuragici, era un convinto sostenitore della provenienza occidentale degli Shardana. Scrisse infatti:

«Ma io ritengo che le conseguenze della nostra osservazione sulla continuità degli elementi eneolitici in quelli della civiltà nuragica abbiano una portata maggiore di quella veduta dal collega mio; che cioè la civiltà degli Shardana siasi qui elaborata completamente, dai suoi germi iniziali, sia qui cresciuta, battagliera, vigorosa, e che lungi dal vedere nella Sardegna l’estremo rifugio di una razza dispersa, inseguita, come una fiera fuggente, dall’elemento semitico che venne qui ad azzannarla e a soggiogarla, noi dobbiamo vedere il nido donde essa spiegò un volo ardito, dopo aver lasciato una impronta di dominio, di lotta, di tenacia, sul suolo da lei guadagnato alla civiltà.»

(Antonio Taramelli, Scavi e scoperte. 1903-1910, Carlo Delfino editore, 1982).

Giovanni Lilliu, pur non addentrandosi in profondità sull’argomento, constatò che: «I secoli nei quali si svolgono le vicende dei Sherdanw e dei confederati, che vogliono espandersi per contrastare l’egemonia della potenza faraonica, sono quelli che vedono le comunità nuragiche guidate dai loro principi toccare il massimo splendore nell’architettura e sviluppare un consistente e organizzato vivere civile, economicamente prospero.»

Più recentemente (2005 e 2016) l’archeologo Giovanni Ugas ha riproposto l’identificazione degli Sherdana, descritti come “il popolo delle isole che stanno in mezzo al grande verde”, con le popolazioni sardo-nuragiche, in particolare con la tribù degli Iolei/Iliensi (Sherden=Iolei-Eraclidi?) dimoranti nel centro-sud dell’isola, secondo uno scenario suggerito anche da Fulvia Lo Schiavo. L’autore propone anche un’origine sarda anche per il popolo del mare degli Shekelesh, identificabili con i Siculensi del Sarrabus citati da Claudio Tolomeo.

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