A Capoterra la “truffa delle piscine”: 24 persone truffate in due settimane per 13mila euro
Sarà ben improbabile che qualcuno di loro riesca a recuperare qualcosa in termini economici ma si spera di arrivare alla condanna del truffatore.
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Ieri mattina a Capoterra, i carabinieri, al termine di un’attività investigativa scaturita dalla querela formalizzata il 4 agosto scorso da una 45enne del luogo, operaia, incensurata, hanno deferito in stato di libertà alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cagliari, per truffa aggravata e riciclaggio, un catanese residente in provincia di Caserta, disoccupato, con precedenti denunce a carico.
Nel corso dell’attività investigativa è emerso che nello scorso mese di agosto, nell’arco di 13 giorni con un articolato e metodico modus operandi, dopo aver creato una pagina web attualmente non raggiungibile sulla quale erano postate in vendita varie tipologie di piscine “fuori terra” di rinomate marche, proposte a prezzi molto concorrenziali, l’uomo aveva conseguito un indebito guadagno di ben 13.887 euro, raggranellati tramite pagamenti su conto corrente bancario a lui intestato.
Egli si era limitato a raccogliere una serie di caparre senza poi arrivare in fondo alla trattativa con la consegna del manufatto e il pagamento per saldo. Dall’esame dei movimenti sul citato conto corrente, i carabinieri hanno potuto ricostruire i versamenti di ben 24 vittime di analogo raggiro.
Le vittime raggiunte tramite i competenti comandi Arma, hanno avuto conferma di essere stati truffati e hanno proposto denuncia/querela, finalizzata alla punizione dell’uomo per i reati in oggetto. Sarà ben improbabile che qualcuno di loro riesca a recuperare qualcosa in termini economici ma è verosimile si possa quantomeno arrivare alla condanna del truffatore.
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L’imprenditore di Monastir Fabio Puddu per sei giorni nel deserto alla Tembaine Desert Rally

Fabio Puddu, 42 anni, imprenditore di Monastir, è stato tra i protagonisti del Tembaine Desert Rally, una delle avventure sportive più affascinanti e impegnative del panorama internazionale. Una sfida estrema che riporta in vita il mito dei grandi raid africani, reinterpretandolo in chiave moderna, ecologica e sostenibile.
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Dalle colline del Campidano alle sabbie del Sahara.
Fabio Puddu, 42 anni, imprenditore di Monastir, è stato tra i protagonisti del Tembaine Desert Rally, una delle avventure sportive più affascinanti e impegnative del panorama internazionale. Una sfida estrema che riporta in vita il mito dei grandi raid africani, reinterpretandolo in chiave moderna, ecologica e sostenibile.
Il Tembaine Desert Rally sostituisce il rombo dei motori con il sibilo del vento nel deserto e con la pedalata costante delle e-bike, trasformando la competizione in un’esperienza di resistenza, orientamento e rispetto dell’ambiente. Un contesto unico, dove l’atleta non combatte solo contro il cronometro, ma soprattutto contro la vastità della natura e i propri limiti.
Per Puddu, isolano abituato a vivere la sabbia come simbolo di mare e relax, il deserto ha rappresentato una realtà completamente diversa: un territorio ostile, capace di togliere molto a livello fisico ma di restituire altrettanto sul piano emotivo e spirituale. Pedalare tra distese infinite di sabbia significa accettare che la natura comanda e che l’uomo può solo adattarsi, seguendo il suo ritmo.
Le condizioni estreme non sono mancate. Vento fortissimo, notti gelide trascorse nei bivacchi in tenda e temperature rigide hanno accompagnato i sei giorni di gara, diventando un continuo promemoria di quanto la vita quotidiana sia fatta di comodità spesso date per scontate. Un’esperienza dura, ma allo stesso tempo un allenamento straordinario per corpo e mente.
Dal punto di vista sportivo, il rally è stato segnato anche da difficoltà tecniche e imprevisti. Nella prima e nella seconda tappa, il vento violento, la rottura del freno posteriore e una foratura della gomma anteriore non hanno impedito a Puddu di chiudere con risultati di rilievo, conquistando un 9° e un 13° posto.
La terza tappa è stata la più critica: il malfunzionamento del dispositivo satellitare lo ha costretto a vagare nel deserto dalle 10 del mattino fino alle 17 del pomeriggio, portandolo a chiudere al 34° posto. Una giornata difficile, ma fondamentale per rafforzare determinazione e capacità di adattamento.
La reazione è arrivata dalla quarta tappa, chiusa nuovamente in 13ª posizione, nonostante la stanchezza accumulata. La quarta e la quinta tappa si sono svolte nel deserto più puro, tra le tende dei campi di Andmola e la montagna del Tembaïne, dove per ore l’unico orizzonte è la sabbia. Tappe affrontate con costanza e spirito di sacrificio, portate a termine con buone prestazioni.
Oltre alla competizione, il Tembaine Desert Rally è stato soprattutto un’esperienza umana. Nel cuore del Sahara sono nate amicizie profonde con sportivi provenienti da tutta Italia e da tutta Europa, unite dalla fatica condivisa e dalla passione per l’avventura. Un valore aggiunto che rende questa impresa qualcosa di più di una semplice gara.
Un ringraziamento speciale va all’ideatore della manifestazione, Alessandro Bettini, e a tutto il suo staff, per aver dato vita a un evento capace di coniugare sport estremo, sostenibilità ambientale e valori umani.
Per Fabio Puddu, il deserto non è stato solo una sfida sportiva, ma un viaggio interiore. Un’esperienza che ha tolto energie, messo alla prova i limiti personali, ma che ha restituito consapevolezza, resilienza e la certezza che lo sport, quando è condiviso, diventa uno straordinario strumento di crescita personale.
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