A Capoterra la “truffa delle piscine”: 24 persone truffate in due settimane per 13mila euro
Sarà ben improbabile che qualcuno di loro riesca a recuperare qualcosa in termini economici ma si spera di arrivare alla condanna del truffatore.
canale WhatsApp
Ieri mattina a Capoterra, i carabinieri, al termine di un’attività investigativa scaturita dalla querela formalizzata il 4 agosto scorso da una 45enne del luogo, operaia, incensurata, hanno deferito in stato di libertà alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cagliari, per truffa aggravata e riciclaggio, un catanese residente in provincia di Caserta, disoccupato, con precedenti denunce a carico.
Nel corso dell’attività investigativa è emerso che nello scorso mese di agosto, nell’arco di 13 giorni con un articolato e metodico modus operandi, dopo aver creato una pagina web attualmente non raggiungibile sulla quale erano postate in vendita varie tipologie di piscine “fuori terra” di rinomate marche, proposte a prezzi molto concorrenziali, l’uomo aveva conseguito un indebito guadagno di ben 13.887 euro, raggranellati tramite pagamenti su conto corrente bancario a lui intestato.
Egli si era limitato a raccogliere una serie di caparre senza poi arrivare in fondo alla trattativa con la consegna del manufatto e il pagamento per saldo. Dall’esame dei movimenti sul citato conto corrente, i carabinieri hanno potuto ricostruire i versamenti di ben 24 vittime di analogo raggiro.
Le vittime raggiunte tramite i competenti comandi Arma, hanno avuto conferma di essere stati truffati e hanno proposto denuncia/querela, finalizzata alla punizione dell’uomo per i reati in oggetto. Sarà ben improbabile che qualcuno di loro riesca a recuperare qualcosa in termini economici ma è verosimile si possa quantomeno arrivare alla condanna del truffatore.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Paolo Loddo, storia di una bottega dove l’argilla diventa sogno

La mostra dal 13 dicembre: un’occasione pensata dal Comune di Dorgali e dall’assessorato alla Cultura per restituire alla comunità il percorso umano e professionale di Paolo Loddo, figura centrale della Scuola Ceramica di Dorgali.
canale WhatsApp
Paolo Loddo, storia di una bottega dove l’argilla diventa sogno.
La mostra dal 13 dicembre: un’occasione pensata dal Comune di Dorgali e dall’assessorato alla Cultura per restituire alla comunità il percorso umano e professionale di Paolo Loddo, figura centrale della Scuola Ceramica di Dorgali.
Paolo Loddo storia di una bottega dove l’argilla diventa sogno si prepara a diventare uno degli appuntamenti culturali più significativi dell’inverno dorgalese.
Una mostra curata da Sergio Flore e ospitata allo Spazio Midam di Dorgali, in via Lamarmora 150, dal 13 dicembre 2025 al 18 gennaio 2026, con inaugurazione fissata per il 13 dicembre alle ore 17:30.
Un’occasione pensata dal Comune di Dorgali e dall’assessorato alla Cultura per restituire alla comunità il percorso umano e professionale di Paolo Loddo, nato a Orani nel 1903 e scomparso a Dorgali nel 1983, figura centrale della Scuola Ceramica di Dorgali, il cui talento precoce nell’intaglio ligneo lo portò, dopo il trasferimento a Dorgali per ragioni politiche, nella bottega del ceramista intagliatore Ciriaco Piras grazie all’intervento dell’intellettuale Marianna Bussalai, un ambiente in cui maturò una qualità artistica che avrebbe lasciato un segno profondo nella ceramica isolana.
Eccellente intagliatore e creatore della celebre filettatura bianca, Loddo contribuì insieme a Ciriaco Piras e Simeone Lai a trasformare la produzione ceramica da semplice oggetto d’uso quotidiano a vera opera artistica, un’evoluzione ulteriormente arricchita negli anni Trenta dall’influenza delle manifatture Lenci e degli epigoni e dal dialogo con artisti come Valerio Pisano, Eugenio Tavolara e Giuseppe Biasi, mentre nei decenni successivi, in particolare negli anni Settanta, le sue sperimentazioni lo condussero a collaborare con maestri di fama nazionale e internazionale come Costantino Nivola, Eugenio Tavolara, Mauro Manca e Aldo Contini, sino a dar vita ai celebri piatti decorati a freddo ispirati alla preistoria sarda.
Anche in età avanzata Loddo continuò a innovare, ricorrendo al decoro della terracotta tramite pastelli a cera fissati sul biscotto con una vernice trasparente a freddo, una tecnica che introdusse per primo tra le botteghe locali, contribuendo ancora una volta alla crescita di un artigianato capace di fondere tradizione e modernità. Il percorso espositivo vuole essere anche un omaggio alle tante figure femminili che animarono le botteghe di Dorgali, donne spesso anonime ma fondamentali, decoratrici e illustratrici che diffusero nel mondo la fama delle ceramiche dorgalesi, tra le quali spicca Maria Boeddu, moglie di Paolo Loddo, che nei periodi di maggiore produzione si occupò con instancabile dedizione dell’imballaggio, della vendita e della consegna dei manufatti nei centri di Nuoro e Macomer, raggiunti quotidianamente in pullman con grande sacrificio, condividendo con il marito il lavoro e la responsabilità di trasformare la terra in pane.
La mostra, promossa dal Comune di Dorgali e sostenuta dall’Assessorato della Pubblica Istruzione, Beni culturali, Informazione, Spettacolo e Sport della Regione Sardegna, con il patrocinio dell’ISRE Istituto Superiore Regionale Etnografico, vede la progettazione e l’allestimento a cura di Bioazione di Fabio Milia, la progettazione grafica e la comunicazione affidate a Contami Creative Agency di Elena Mereu, i trasporti garantiti da Claudio Pinna Traslochi e le assicurazioni della Cattolica Assicurazioni, Agenzia di Useli Bacchitta Francesco, mentre il catalogo è pubblicato da Carlo Delfino Editore. Un sentito ringraziamento dell’Amministrazione Comunale, guidata dalla sindaca Angela Testone, va a Sergio Flore per l’ideazione e la cura del progetto, all’Assessorato regionale per il contributo, all’onorevole Lara Serra per il sostegno e all’ISRE per il patrocinio, oltre che agli eredi Loddo e ai collezionisti che hanno messo a disposizione le opere in mostra e in catalogo. L’esposizione sarà visitabile dal martedì al venerdì dalle 16 alle 20, il sabato e la domenica dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 20, con chiusura il lunedì e ingresso gratuito, un invito aperto a tutti a riscoprire un protagonista assoluto dell’arte ceramica sarda e la storia di una bottega in cui l’argilla è diventata sogno.
© RIPRODUZIONE RISERVATA


