Un pasto caldo per i bisognosi. Dalle suore l’aiuto per i più deboli: “Quando possibile diamo il nostro ad altri”

Sono un aiuto costante per chi non ce la fa. E purtroppo in tanti bussano al portone della chiesa e del loro convento. Ogni giorno un pasto caldo dalle suore della Carità di San Vincenzo de Paoli, nel rione Marina. "Diamo quello che possiamo. Con l'aiuto della Provvidenza e dei volontari".
canale WhatsApp
Un aiuto costante per chi non ce la fa. Un pasto caldo alla porta della chiesa, sempre pronto tutti i giorni. Dal vecchio asilo di via Baylle, alla Marina, non si ferma il supporto ai poveri della città, sempre più numerosi tra crisi e pandemia.
Quasi una quarantina di persone, circa, bussano al portone delle suore della Carità di San Vincenzo de Paoli, per chiedere un pasto, alla mattina e alla sera. “Diamo quello che possiamo”, spiega la superiora suor Vincenza, 83enne e 60 anni di vocazione, “con l’ausilio di tante donne e volontari che collaborano con noi”.
Un numero che purtroppo sembra non voler diminuire. Uomini e donne, anziani e giovani, italiani e stranieri. Tutti bisognosi di un piccolo pranzo o una cena, sì, ma anche di un sorriso o una breve chiacchierata. E dalle parti della Marina si fa quel che la Provvidenza permette. Contando anche sulle donazioni e i contributi spontanei.
“Quando possibile, diamo il nostro pane o ciò che abbiamo in più dalla nostra mensa. Tutto confezionato e proposto in un pacchetto. Sono diverse le persone che vengono. Facciamo quello che il Signore ci permette di fare”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Febbre del Nilo a Oristano: nuovo caso e allerta crescente nella provincia

Oristano si trova di fronte a una nuova ondata di preoccupazioni legate alla diffusione del virus del Nilo occidentale, noto anche come Febbre del Nilo. Nelle ultime settimane, la città ha registrato due casi positivi, suscitando attenzione tra le autorità sanitarie e la popolazione.
canale WhatsApp
Febbre del Nilo a Oristano: nuovo caso e allerta crescente nella provincia.
Oristano si trova di fronte a una nuova ondata di preoccupazioni legate alla diffusione del virus del Nilo occidentale, noto anche come Febbre del Nilo. Nelle ultime settimane, la città ha registrato due casi positivi, suscitando attenzione tra le autorità sanitarie e la popolazione. Il primo caso, sempre a Oristano, riguarda un uomo di 72 anni con patologie pregresse, attualmente ricoverato al reparto di medicina dell’ospedale San Martino. Le sue condizioni sono considerate stazionarie e non sembrano peggiorare, ma la sua positività al virus ha comunque generato allarme tra gli operatori sanitari.
Il secondo caso, emerso più recentemente, riguarda un uomo di 65 anni, risultato positivo al West Nile grazie ai controlli effettuati dal Centro trasfusionale del San Martino sui donatori di sangue. L’individuo, asintomatico, ha visto subito eliminata la sacca di sangue donata, in ottemperanza ai protocolli di sicurezza adottati dalle autorità sanitarie. La positività di questo donatore rappresenta un segnale di allerta, poiché indica che il virus è presente nel territorio e che potrebbe diffondersi ulteriormente se non vengono adottate misure preventive adeguate.
Le autorità sanitarie provinciali hanno immediatamente attivato tutte le procedure previste in casi di emergenza epidemiologica. Il dipartimento di Igiene ha infatti avviato i protocolli di sorveglianza e controllo, intensificando i controlli e sensibilizzando la popolazione sui comportamenti da adottare per ridurre il rischio di contagio. La presenza di più casi in così breve tempo ha tuttavia portato alla convocazione di un vertice urgente, che si terrà lunedì alle 9.30, alla presenza di rappresentanti delle istituzioni locali, delle forze sanitarie e delle autorità di protezione civile. L’obiettivo è di valutare la situazione, rafforzare le misure di prevenzione e pianificare interventi mirati per contenere la diffusione del virus.
La febbre del Nilo rappresenta un rischio crescente, specialmente nelle zone dove le zanzare vettori sono più attive durante i mesi caldi. La diffusione del virus, che può essere trasmesso anche attraverso il contatto con sangue infetto, ha causato preoccupazioni non solo tra i medici, ma anche tra la popolazione, che si chiede quali siano le reali dimensioni dell’epidemia e quali siano le strategie più efficaci per contrastarla. La situazione di Oristano si inserisce in un contesto più ampio di allerta in tutta la regione, dove sono state adottate misure di prevenzione, come la bonifica delle aree di ristagno d’acqua, l’uso di zanzariere e repellenti, e la promozione di comportamenti responsabili tra i cittadini.
L’attenzione resta alta, e le autorità invitano la popolazione a mantenere alta la guardia, segnalando eventuali sintomi sospetti o comportamenti a rischio. La lotta alla diffusione della febbre del Nilo è complessa e richiede uno sforzo congiunto tra istituzioni, enti sanitari e cittadini, per evitare che questa emergenza si trasformi in una vera e propria crisi sanitaria. La speranza è che con tempestività e collaborazione si possano contenere i danni e tutelare la salute pubblica in questa fase delicata.

© RIPRODUZIONE RISERVATA