Un pasto caldo per i bisognosi. Dalle suore l’aiuto per i più deboli: “Quando possibile diamo il nostro ad altri”

Sono un aiuto costante per chi non ce la fa. E purtroppo in tanti bussano al portone della chiesa e del loro convento. Ogni giorno un pasto caldo dalle suore della Carità di San Vincenzo de Paoli, nel rione Marina. "Diamo quello che possiamo. Con l'aiuto della Provvidenza e dei volontari".
Un aiuto costante per chi non ce la fa. Un pasto caldo alla porta della chiesa, sempre pronto tutti i giorni. Dal vecchio asilo di via Baylle, alla Marina, non si ferma il supporto ai poveri della città, sempre più numerosi tra crisi e pandemia.
Quasi una quarantina di persone, circa, bussano al portone delle suore della Carità di San Vincenzo de Paoli, per chiedere un pasto, alla mattina e alla sera. “Diamo quello che possiamo”, spiega la superiora suor Vincenza, 83enne e 60 anni di vocazione, “con l’ausilio di tante donne e volontari che collaborano con noi”.
Un numero che purtroppo sembra non voler diminuire. Uomini e donne, anziani e giovani, italiani e stranieri. Tutti bisognosi di un piccolo pranzo o una cena, sì, ma anche di un sorriso o una breve chiacchierata. E dalle parti della Marina si fa quel che la Provvidenza permette. Contando anche sulle donazioni e i contributi spontanei.
“Quando possibile, diamo il nostro pane o ciò che abbiamo in più dalla nostra mensa. Tutto confezionato e proposto in un pacchetto. Sono diverse le persone che vengono. Facciamo quello che il Signore ci permette di fare”.

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La Sardegna era uno dei più grandi bacini di argento e piombo dell’Antica Roma

Questi due minerali rivestivano un ruolo cruciale nell’economia e nell’espansione dell’antica Roma, costituendo risorse strategiche per l'organizzazione della vita civile e militare.
In epoca romana, la Sardegna figurava tra i principali territori di estrazione di piombo e argento, seconda solo a regioni come la Spagna e la Bretagna. Questi due minerali rivestivano un ruolo cruciale nell’economia e nell’espansione dell’antica Roma, costituendo risorse strategiche per l’organizzazione della vita civile e militare.
Il piombo veniva utilizzato in diversi settori: era indispensabile per la costruzione delle condotte idriche, per le infrastrutture pubbliche e militari e per la fabbricazione di utensili domestici. L’argento, invece, era essenziale per la monetazione e serviva alla produzione di monete come i sesterzi, largamente diffusi nei territori imperiali.
Grazie alla sua abbondanza di materie prime, la Sardegna era disseminata di giacimenti, soprattutto nelle zone dell’Iglesiente e del Sarrabus. Le stime indicano che, sotto il dominio romano, furono estratte sull’isola circa 600.000 tonnellate di piombo e 1.000 tonnellate di argento, fornendo un apporto significativo alla forza economica e alla stabilità dell’Impero.

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