Nuovi cagliaritani. Elizabeth, ingegnera e impegno per il prossimo: “Per andare d’accordo? Rispetto e dialogo”

Tanto studio e impegno, dietro un viaggio lungo infiniti chilometri. Per l'ingegnera Elizabeth Rijo concretezza e determinazioni sono obiettivi da tenere sempre saldi. E poi, con l'associazione "La rosa roja" un aiuto per tanti.
Un viaggio lungo un’infinità di chilometri, una nuova lingua da imparare e il sogno, messo a frutto, di aiutare il prossimo. Tanto studio e impegno nel sociale, dunque, per Elizabeth Rijo, 42enne dalla Repubblica Dominicana, qui in Italia da vent’anni e più. “Una scelta d’amore”, racconta col sorriso, ricordando i tempi in cui ha deciso di lasciare la sua isola per approdare in un’altra più grande e fare così un’altra vita.
I sogni? Quelli che servono. Nella vita la concretezza e l’indipendenza sono certo due armi importante da tenere con sé: è ciò che Elizabeth ha sempre insegnato ai suoi figli. Dunque, studio costante per l’ingegnera dominicana, un titolo accademico come obiettivo, sin dai tempi della sua giovinezza nel mar dei Caraibi. Del resto, dal papà carpentiere sembra aver ereditato forse l’abilità nel calcolare e costruire un po’ tutto, progetti compresi. E ovviamente portarli a termine.
Nel 2007 allora ecco la laurea in Ingegneria all’Università di Cagliari. Un titolo che vale doppio per chi è arrivato da lontano e deve affrontare, oltre i chilometri sopra l’oceano, anche una lingua sconosciuta. “All’inizio avevo tantissime difficoltà a lezione e nello studio. Non conoscevo l’italiano. Sì, è simile allo spagnolo, ma le difficoltà fra le lingue sono davvero tante. Piano piano, studiando, sono riuscita a imparare la vostra lingua”.
Oggi è Elizabeth è un ingegnera costantemente al lavoro su tanti progetti. E guardando il mare e il sole delle Sardegna la memoria va alla sua Repubblica Dominicana, meta di viaggi e avventure esotiche per tanti europei. “Io nuova cagliaritana? Diciamo che mi sento cittadina del mondo. Non penso che la Sardegna sia la mia tappa finale. Mi piacerebbe andare da altre parti, magari in Africa”.
Oltre al lavoro, l’impegno nel sociale e l’aiuto verso il prossimo. “Al mio Paese, ad esempio, si sente maggiormente il senso di solidarietà e dialogo anche tra persone che non si conoscono”. Oggi nel Cagliaritano l’associazione di cui Elizabeth fa parte, “La rosa roja”, da anni è un punto di riferimento per tanti che, un po’ come lei, migranti sono arrivati da lontano nel nostro Paese. “Forse in Italia manca una cultura dell’accoglienza. Non basta farti entrare e poi lasciarti da parte. Bisogna anche ragionare sul perché si sceglie di emigrare e lavorare su una vera integrazione. Per andare d’accordo fra i popoli, ma anche nei semplici rapporti sociali, è fondamentale il rispetto, insieme al dialogo e all’apertura ad altre realtà”.

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