Green pass obbligatorio dal parrucchiere dal 20 gennaio: le voci dal centro di Cagliari
Green pass obbligatorio per i clienti di parrucchieri, barbieri e centri estetici. Si parte dal 20 gennaio. "È giusto, secondo me", le parole di Simone Pireddu da via Cavour. Possibile però che qualcuno desista. "Alcuni dei miei clienti non potranno più venire nel mio salone", Iola Taioli di via Grazia Deledda.
Green pass obbligatorio per andare dal parrucchiere, barbiere o dall’estetista. Dal prossimo 20 gennaio dunque passaporto verde da esibire se si vuole accedere ai servizi alla persona.
Necessario il green pass di forma base, mediante tampone antigenico o molecolare, dalla durata rispettivamente di 48 e 72 ore. È quanto discusso e varato dal Governo nel provvedimento dello scorso 5 gennaio.
“È giusto, secondo me. Anche se qualcuno purtroppo verrà penalizzato”, le parole di Simone Pireddu, da 16 anni nella via Cavour. “Siamo in pandemia e se questo può servire lo si fa”.
Barba e capelli più cari, fra meno di due settimane. Oltre al costo della prestazione, ovviamente, anche quello del tampone. Se un taglio da uomo quindi si aggira mediamente intorno ai 15 euro, la cifra da spendere raddoppia. Maggiori spese, poi, per i servizi delle signore.
“I prezzi non cambiano. Però è possibile un calo di clienti. Non tutti hanno il green pass”, Cinzia Dessì di “Klara” in via Alghero. Ecco allora che qualcuno potrebbe desistere e magari farsi tagliare i capelli a casa. “Qualcuno dei miei clienti non potrà più venire”, le parole di Iole Taioli dal salone di via Grazia Deledda, “c’è chi è senza vaccino o chi non può farsi il tampone”.
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Accadde oggi: 15 giugno 1997, a Napoli il Cagliari perde lo spareggio per la A contro il Piacenza
Sono passati 24 anni da quel maledetto 15 giugno (all'interno il VIDEO della partita)
Ci sono sconfitte che non si dimenticano. Quella dei rossoblù contro il Piacenza al San Paolo di Napoli è una di quelle. Sono passati 24 anni da quel maledetto 15 giugno, ma ancora la sconfitta per tre a uno contro gli emiliani brucia nei ricordi dei tifosi sardi.
Doveva essere una festa, e invece fu un incubo. Dall’Isola ci fu un vero e proprio esodo di massa: in ventimila decisero di seguire la squadra di Mazzone che conquistò la possibilità di giocarsi la permanenza in Serie A al termine di una rimonta sul Piacenza che ebbe dell’incredibile.
Che gli dei del calcio avrebbero voltato le spalle a Tovalieri e compagni fu chiaro fin dall’arrivo dei tifosi sardi a Napoli. Una vera e propria guerriglia urbana, sassi e bottiglie contro i pullman che trasportavano i sostenitori rossoblù allo stadio da parte degli ultras partenopei, che quel giorno scelsero di schierarsi a fianco dei piacentini dando vita ad una rivalità che dura ancora oggi. Non si trattò soltanto di scontri fra hooligans made in Italy, ma di agguati veri e propri ai danni di famiglie e tifosi pacifici provenienti dalla Sardegna.
I novanta minuti, poi, furono il coltello nella piaga, il sale nelle ferite di quella brutta mattinata. L’incubo della retrocessione diventò realtà. Una sconfitta senza appello, con una buona dose di sfortuna e un Taibi, allora fra i pali del Piacenza, che quel giorno sembrava insuperabile.
La gara terminò tre a uno per il Piacenza. Al vantaggio dopo solo sette minuti del “toro di Sora” Luiso, seguì il raddoppio al 39′ su una sfortunata deviazione di Berretta sulla violenta punizione dell’ex Piovani. Il Cagliari entrò in bambola dopo il due a zero, e due minuti dopo fu il portiere rossoblù Sterchele a tenere accesa la speranza parando un rigore a Valtolina.
Nella ripresa, un boato proveniente dalla curva dei tifosi del Cagliari accompagnò le speranza di rimonta, riaccese dal gol del “Cobra” Tovalieri che riapre la partita. Il Cagliari, anziché trovare le forze per agguantare il pari e aggrapparsi con le unghie alla Serie A, si spegne, stremato dal caldo e dallo sforzo. Il colpo del ko fu ancora di Luiso a pochi minuti dal termine.
Una giornata da dimenticare ma che nessuno ha dimenticato, e l’immagine di Tovalieri, inginocchiato in lacrime davanti alla curva dei tifosi rossoblù, fu l’emblema di quella triste giornata.
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