(VIDEO) Castello e Sant’Elia salutano la dottoressa Claudia Zuncheddu: “Lascio i pazienti carica di preoccupazione”
Le corse alla Parigi-Dakar e la politica, come indipendentista progressista, tra le sue passioni, oltre ovviamente al camice bianco. E tra i banchi del palazzo comunale e quello regionale le sue accese battaglie in nome della sanità sarda, da anni sempre più bistrattata.
Ultime ricette e prescrizioni mediche, date sempre con estrema precisione e professionalità. Poi, da mercoledì 29 la dottoressa Claudia Zuncheddu lascerà il camice e si ritirerà alla meritata pensione.
40 anni di onorata carriera, da decenni al servizio dei rioni cagliaritani di Castello e Sant’Elia, quelli più periferici in molti sensi del termine. “Io il medico degli ultimi? No, mi piace dire ‘degli uguali’. I miei pazienti, di qualunque posizione sociale, per me sono sempre sullo stesso piano”.
Anni e anni di lavoro, senza mai risparmiarsi, ora per la dottoressa Zuncheddu il momento di dedicarsi ad altri progetti, alcuni dei quali nel Mali, in terra d’Africa. Eppure, gli ultimi pensieri vanno sempre ai suoi pazienti: “Li lascio carica di preoccupazione, consapevole che dopo di me, sia in Castello che a Sant’Elia, non si sa chi potrà esserci”.
Uno storico punto di riferimento per tanti, garante di un servizio essenziali per oltre migliaia di cittadini, tra i due ambulatori delle vie Lamarmora e Alziator, di fronte al Mercato Civico. Claudia Zuncheddu è entrata con garbo nelle case e nel cuore di tanti. E sui social sono tantissimi i messaggi e i saluti per lei: “Grazie mille, dottoressa”. In molti, fra giovani e anziani, hanno versato lacrime all’annuncio del suo pensionamento.
Le corse alla Parigi-Dakar e la politica, come indipendentista progressista, tra le sue passioni, oltre ovviamente al camice bianco. E tra i banchi del palazzo comunale e quello regionale le sue accese battaglie in nome della sanità sarda, da anni sempre più bistrattata. “Siamo carenti di medici di base. Una situazione frutto di tagli, del mantenimento del numero chiuso alla facoltà di Medicina e di una visione politica generale che guarda alla privatizzazione del servizio”.
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