Accadde Oggi. 6 dicembre 2004: tragica alluvione a Villagrande, muoiono una bimba e sua nonna

È il pomeriggio del 6 dicembre 2004 quando il cielo della costa orientale dell’isola si fa plumbeo e decide di piangere tutte le sue lacrime. Di lì a poco anche gli abitanti di Villagrande faranno lo stesso.
È il pomeriggio del 6 dicembre 2004 quando il cielo della costa orientale dell’isola si fa plumbeo e decide di piangere tutte le sue lacrime. Di lì a poco anche gli abitanti di Villagrande faranno lo stesso, malgrado ancora non lo sappiano. C’è odore di tragedia, in quell’aria cupa che sa di morte e devastazione, e tutti, naso al cielo e non per guardare le stelle, possono sentirlo, possono annusarlo, possono temerlo. Ben presto la situazione appare chiara in tutta la sua gravità. Sul terreno in poche ore si deposita uno spesso manto di grandine, la pioggia – incessante e senza limiti – si occupa del resto.
I metereologi, nei tempi successivi – quando una tragedia è ormai avvenuta e rimane solo da chiedersi perché –, individuano come causa l’incontro di una corrente di aria fredda con una di aria calda, entrambe di proporzioni notevoli. Epicentro della perturbazione, la montagna che sovrasta il paesino dell’Ogliastra.
In un anno non siccitoso cadono 700 millimetri di pioggia, ma in quella sera infernale e nei giorni seguenti ne cadono 640 millimetri. La massa d’acqua, condita con massi e sabbia, precipita verso giù, travolgendo Villagrande senza che gli abitanti siano pronti. Dalla parte alta e in discesa, trascina via auto, rompe muri e spoglia portando via tutto ciò che trova nel suo cammino. È così che sono morte la piccola Francesca, tre anni e mezzo, e sua nonna Assunta, trasportate via dalla furia di un’onda fangosa.

Foto Remo Natali
Le persone si rifugiano nei piani superiori – in modo da sentirsi al sicuro –, sbucano passerelle di fortuna tra le case. Tutti tentano, in un modo o in un altro, di mettersi in salvo. Pianti e grida, richieste di aiuto e preghiere a quel cielo che vomita acqua senza dare il tempo di mettersi in salvo.
Chi è in paese trema. Chi non c’è tenta di arrivare presto dai propri cari. Centinaia le persone che hanno sfiorato la morte con un dito.
Accadde Oggi. 6 dicembre 1994: muore il grande attore Gian Maria Volonté, sepolto in Sardegna

Per suo volere fu sepolto nel cimitero di La Maddalena: lo ricordano una piccola lapide di granito a forma di vela, una pietruzza che sembra un cuore e una citazione di Paul Valéry: «S'alza il vento. Bisogna tentare di vivere».
Lo sapevate? Gian Maria Volonté, uno dei più grandi attori italiani di sempre, è sepolto nel cimitero di La Maddalena.
“Il legame di Volonté con l’Isola non si è mai spezzato, come racconta la figlia: «L’amicizia di mio padre con Franco Solinas fu decisiva nella sua scelta di vivere a La Maddalena, in un’isola nell’Isola. La riservatezza dei suoi abitanti, il suo amore per il mare lo attrassero. Mio babbo frequentò un corso nel Centro Velico di Caprera, e ogni volta che veniva in Sardegna, il suo legame con l’arcipelago e la sua pace diventava sempre più forte, fino a diventare indissolubile». Un’unione, quella con la Sardegna, che Volonté fece incidere nella chiglia della sua amata barca: l’Arzachena, e che l’Isola ricambiò conferendogli la cittadinanza onoraria di la Maddalena, dove è sepolto. «Incuriosita – continua la Gravina Volonté – anche io ho voluto provare ad allontanarmi dal caos cittadino e provare a vivere, come mio padre, a La Maddalena. Da allora sono passati ormai più di vent’anni». Nell’arcipelago del nord Sardegna, la Gravina continua così a coltivare il ricordo e l’arte di suo padre attraverso la rassegna “La valigia dell’attore”, a lui dedicata e nata per volontà della Gravina nel 2003”.
L’attore, milanese, dagli anni Sessanta passava lunghi periodi nell’Isola dove era diventato un istruttore di vela. Nel 1994 è morto improvvisamente, sul set, a 61 anni durante le riprese del film Lo sguardo di Ulisse di Theo Angelopoulos, stroncato da un arresto cardiaco.
Per suo volere fu sepolto nel cimitero di La Maddalena: lo ricordano una piccola lapide di granito a forma di vela, una pietruzza che sembra un cuore e una citazione di Paul Valéry: «S’alza il vento. Bisogna tentare di vivere».

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