Milena Masala pronta al bis stasera: la super tifosa rossoblù di nuovo ospite su Rete 4

La super tifosa rossoblù Milena Masala torna stasera in diretta su Rete 4, pronta a difendere le posizioni sue e di chi come lei ha lottato contro il Covid-19.
Milena Masala è pronta al bis. Dopo lo sfogo rabbioso “Pro Vax” della scorsa settimana, la super tifosa rossoblù è pronta a ritornare stasera ospite della trasmissione “Dritto Rovescio” su Rete 4.
4 mesi di ricovero ospedaliero, in seguito alla malattia da Covid-19, e tanta sofferenza per sé e la sua famiglia. E ora un lungo percorso di riabilitazione. Milena difende a spada tratta le sue posizioni in difesa del vaccino e del green pass. E poco importa dei commenti maligni sui social.
“La settimana scorsa sono stata ospite della trasmissione per commentare la notizia della candidatura politica di Enrico Montesano. Ho mandato prima un video e poi mi hanno invitata alla prima serata”.
Uno sfogo decisamente forte e sentito, a tratti colorito, quello di Milena, visto da Cagliari e Sardegna. “È stata una cosa istintiva, nessuna pianificazione. Quando ho sentito quelle affermazioni negazioniste in trasmissione, ho perso la pazienza, ripensando alla sofferenza da ricoverata”.
Oggi Milena di nuovo ospite su Rete 4. “Provo a stare più calma”, commenta simpaticamente, “solo che è un peccato non poter essere a Cagliari per l’evento tributo a Gigi Riva, al Conservatorio”.
Nelle scorse ore la notizia sulle restrizioni dal Viminale alle manifestazioni “no vax” e “no green pass”: piazza Garibaldi quasi certamente tra le strade italiane off limits, sit-in consentiti lontano dal centro storico e dalle vie dello shopping, con la mascherina. “Sono pienamente d’accordo. Vogliono manifestare, è giusto. Ma allora vadano in campagna, tanto i giornalisti possono riprenderli anche da lì e loro non fanno danni”.

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C’è un angolo remoto della Sardegna dove la geologia incontra l’immaginazione popolare: è l’isola del Toro, il punto più meridionale dell’intera regione, una scheggia di terra vulcanica solitaria e affascinante, che emerge dalle acque 11 chilometri a sud di Sant’Antioco.
Il Toro, assieme a Vacca e Vitello, forma quella che viene chiamata, con un pizzico di ironia, la “triade bovina” dell’arcipelago sulcitano. Tre isole disabitate, rocciose e selvagge, che portano nomi da stalla ma raccontano una storia lunga milioni di anni. Ce la racconta il paleontologo Daniel Zoboli.
Dal punto di vista geologico, queste isole sono figlie del fuoco. Vacca e Vitello, come Sant’Antioco e San Pietro, risalgono al ciclo vulcanico eocenico-miocenico, che ha modellato questa parte della Sardegna fino a circa 15 milioni di anni fa. Ma l’Isola del Toro è qualcosa di diverso. È un “neck” vulcanico, ovvero il condotto centrale di un antico vulcano ormai eroso, formatosi durante un ciclo vulcanico più recente (tra Serravalliano e Pleistocene) che ha interessato varie aree dell’isola.
Le colate laviche che compongono il Toro, con una composizione tra il benmoreitico e il trachitico, sono state datate a 11,8 milioni di anni fa. Sono le prime tracce di un fenomeno che, nei millenni successivi, porterà alla formazione delle giare, del Monte Arci e del Montiferru, dando alla Sardegna alcune delle sue strutture geologiche più imponenti.
Con una superficie di appena 11 ettari e un’altitudine massima di 112 metri, il Toro si impone più per la sua posizione estrema e la sua origine profonda che per la sua estensione. Sospeso tra mare e magma, rappresenta non solo il limite fisico meridionale della Sardegna, ma anche un testimone immobile di una lunga storia vulcanica che ha scolpito il volto dell’isola.

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