Una Cagliari di quasi cento anni fa. E ormai, forse, nemmeno più presente nella memoria della gente. Aprile-maggio 1929, l’Italia è al suo quarto anno di dittatura “manifesta”, dopo le note leggi “fascistissime” di Benito Mussolini.

Nella foto, il largo Carlo Felice il re d’Italia Vittorio Emanuele III e la regina Elena sfilano in un bagno di folla sardo. Con loro, anche le principesse Giovanna e Maria.

Sullo sfondo la via Crispi, verso la piazza del Carmine, fra il Palazzo Bacaredda, già sede del comune di Cagliari, il noto Caffè Svizzero, ai tempi già una trentina d’anni di carriera alle spalle.

Rivederla così, in questo gioco di accostamento fotografico fra presente e passato, a qualcuno fa scendere una lacrimuccia di nostalgia. La via Baylle, nel cuore del quartiere Marina negli anni ’70, da una parte; dall’altra invece il rione oggi, nel 2021.

Difficile non notare le enormi differenze. Le vecchie storiche e immortali vetture, parcheggiate confusamente ai piedi della salitina che va verso piazzetta Savoia, regala indescrivibili emozioni al lettore. Sulla destra, poi, risplende l’insegna gialla di “Casa Arredo” e quella di Galizioli, laddove oggi sorgono locali e ristoranti.

Un quartiere enormemente cambiato, nel corso di cinquant’anni, quando tutto era sotto casa. A ricordarlo ci pensano i grandi cartelloni scritti a mano, nel negozio di Mazzuzzi: materassi a molle ed elettronica. Ai tempi i cinesi non si conoscevano.