“Data di nascita: 22/09/2004. Data ingresso canile: 21/09/2009.
17 anni. Di cui 12 dentro un canile. È bastato leggere questo nella sua descrizione per sceglierla fra tanti”, scrivono le volontarie.

Le volontarie di Facedog, mini rifugio gioiello in quel di Macomer fanno così: non appena riescono a farne adottare uno, ne scelgono, tra mille, un altro. O forse sarebbe meglio dire tra migliaia, perchè nessuno conosce il numero esatto dei cani ospitati nei canili della Sardegna. Ma loro, le volontarie, scelgono appositamente i dimenticati, i cosiddetti invisibili, quelli che senza il loro “ripescaggio” nessuno noterebbe mai.

Tamy

Ma dopo una vita tra le sbarre la fortuna è girata dalla parte giusta stavolta per Tamy, cagnona da una vita condannata alla “prigionia” senza colpa alcuna. Un’esistenza senza la possibilità di dare amore e riceverne, di odorare strade e venti nuovi, senza quei diritti imprescindibili per ogni essere vivente. Da qualche giorno la vecchietta è entrata nel rifugio di Macomer dove, come compagna oltre agli altri selezionatissimi ospiti, c’è Celestina, anche lei della crew degli invisibili, anziana, taglia grossa, cieca.

“A partire da oggi le daremo tutta la visibilità possibile affinché questa sia una data che le cambierà la vita. In meglio”, concludono dal rifugio. L’impegno ora è solo uno: farle capire cosa significa amare, essere amati, curati, sostenuti. Tamy cerca una famiglia: è anziana ma guardate i suoi occhi, trasudano una voglia di vivere, dare amore e fedeltà senza pari.

Per info su Tamy, Celestina e gli altri ospiti di Facedog: www.facedogmacomer.it – Instagram, Facedog.odv – Facebook, Facedog Odv.

Leon, 14 anni in canile. Una vita in gabbia, in prigione, dietro le sbarre. Poi la salvezza: Leon viene accolto nel mini rifugio gioiello Facedog Odv di Macomer. Un salto non da poco se si pensa che nella piccola struttura del Nuorese vengono accolti una manciata di cani alla volta, per seguirli e riabilitarli verso l’adozione nel miglior modo possibile, quasi come in un ambiente casalingo.

Ma non era finita per il nonnetto dalle orecchie a parabola: per lui è arrivata un’adozione. “È un miracolo? No. Ogni giorno abbiamo i telefoni in mano per scattare foto e girare video affinché possiate vederli”, spiegano dall’associazione. Insomma nessun miracolo, solo impegno verso un obiettivo unico, far conoscere i cani e svuotare i canili.

“In tutti i canili dovrebbe succedere questo. Invece la verità è che in molte strutture è impossibile anche solo entrare. Sindaci, puntate i fari sui canili con cui siete convenzionati, le vostre casse comunali ci guadagneranno. Ma soprattutto il benessere animale”.

Come si possono svuotare i canili quindi? “Dando visibilità ai cani. Pubblicando di continuo le loro facce, le loro storie, i loro limiti e le loro qualità. Se nessuno li vede, nessuno si accorgerà mai di loro”.