(FOTO) Non solo via Fiorelli: benvenuti al “Cagliari ciclabile horror tour”

In questi giorni è stata tanta l'ironia sul web a proposito della pista ciclabile di via Fiorelli, dove due tratti, a doppio senso di marcia, posti ai margini opposti della carreggiata sono collegati da strisce pedonali.
“Lungo le strade che non portano mai a niente…” cantavano Francesco Guccini e i Nomadi nella celebre canzone “Dio è morto”. E a Cagliari capita spesso che le strade, quelle ciclabili, non portino sempre verso grandi destinazioni, ma anzi, che si interrompano bruscamente per sfociare nel mare magnum del traffico stradale.
In questi giorni è stata tanta l’ironia sul web a proposito della pista ciclabile di via Fiorelli, dove due tratti, a doppio senso di marcia posti ai margini opposti della carreggiata, sono collegati da “coraggiose” strisce ciclopedonali. Una soluzione per così dire “fantasiosa” dalla quale facciamo iniziare il nostro “Cagliari ciclabile horror tour”, una carrellata di strane situazioni in cui ci si può imbattere a Cagliari quando ci si trova in sella alla propria bicicletta.
Non molto lontano, in via Fleming, in realtà esiste un altro tratto di ciclabile che inizia a sinistra e prosegue a destra. In questo caso però non c’è nessuna indicazione sull’asfalto che suggerisca la continuità. La scelta è affidata al buon senso dei ciclisti e degli automobilisti. L'”ignavia” di questo tratto è sottolineata dal rosso della ciclabile che digrada dolcemente nel grigio dell’asfalto. Meno “simpatica” la linea continua da tagliare bruscamente.
Nella doppia sequenza che proponiamo adesso, invece, vi mostriamo l'”intelligente” percorso suggerito al ciclista che, arrivato da via dei Conversi, si immette nella rotonda che porta a via Fleming. Impossibile immettersi subito nella ciclabile, ma è sufficiente tornare indietro, percorrere il più che ambiguo tratto di strada zebrato (utilizzato ancora oggi dagli automobilisti in uscita dal cortile della prima palazzina di quella via), ed entrare nella ciclabile. Ci vuole però una buona dose di fantasia e un certo senso di adattamento.
Per chi arriva dal parco di Molentargius e vuole raggiungere la famigerata via Fiorelli c’è poi da superare uno scoglio non da poco: il traffico veicolare che da via Tramontana si innesta nell’asse mediano. In questo caso bisogna mettere le marce al minimo, attendere che la strada sia sgombra e poi, a tutta velocità, “guadare” lo stradone. Non proprio un percorso sicuro. Suggeriamo vivamente di accendere al più presto quel semaforo che vedete in foto, tra l’altro già pronto da un pezzo, e di colorare il tratto con un bel rosso acceso.
È invece probabilmente “artistico” l’intento di questo tratto rosso ciclabile che uscendo dal lungocanale, provenienti da Pirri-Terramaini, ci si trova davanti all’altezza degli svincoli tra asse mediano e via dei Conversi. Un vecchio tentativo di ciclabilità oramai superato, il cui accantonamento sublima in un pezzo di guard rail che dice chiaramente: “No, caro ciclista, qui non ci devi passare. Abbiamo cambiato idea”.
Qui invece eccovi la “piacevolissima” sorpresa che trova davanti ai suoi occhi il ciclista proveniente dalla ciclabile di via Vergine di Lluc che vorrebbe andare al mare. Obbligo di svolta a sinistra: in sostanza chi è in bici non può andare al Poetto. L’interruzione della ciclabile è molto prima, ma bisogna saperlo in anticipo e anche in quel caso occorrerà tagliare tre corsie stradali per posizionarsi a destra, così da poter svoltare in viale Poetto. Non per tutti.
Ci sono poi le strade di cui parlavamo all’inizio di questo tour, quelle “che non portano mai a niente”, sempre per citare il cantautorato italiano anni ’60. In questi casi – spesso ci troviamo in tratti periferici dei percorsi ciclabili cittadini – le piste si interrompono e basta, senza un perché o una spiegazione. Le tre foto raffigurano nell’ordine: 1) fine della ciclabile tra Molentargius e Su Siccu; 2) Terramaini, la ciclabile sfocia nella campagna; 3) La discussa interruzione ciclabile tra Su Siccu e il Molo Ichnusa con tanto di cartello di divieto.
Infine un grande classico, la “pioniera” delle piste ciclabili cagliaritane, via Dante, con l’eterna lotta fra ciclisti e portiere delle auto in sosta. Basta un automobilista più sbadato o più cafone del solito per generare facili e spiacevoli incidenti. Ecco un esempio fotografico: difficile anche per i più esperti pedalare con 60 cm netti di spazio a disposizione.

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