L’Aou Cagliari è una delle aziende ospedaliere più social d’Italia: 20mila i fan su Facebook

Facebook, Instagram, Whatsapp, Twitter, Telegram: tutti mezzi con i quali i cittadini interagiscono con i due ospedali dell’azienda e trovano soluzioni. Mezzi che si affiancano a quelli tradizionali, come l’Ufficio relazioni con il pubblico, al quale ci si può rivolgere in tanti modo, anche direttamente dal sito internet.
L’Azienda ospedaliero universitaria di Cagliari è sempre più social: la pagina Facebook di Policlinico Duilio Casula e San Giovanni di Dio ha superato i 20 mila fan.
Un nuovo importante traguardo per l’azienda tra le più social in Italia nel campo della sanità e che crede nel dialogo continuo con i pazienti e i loro familiari.
L’Aou di Cagliari è presente su tutti i principali piattaforme di socialnetwork: oltre Facebook (www.facebook.com/Aoucagliari), è anche su Instagram (www.instagram.com/aoucagliari con 6.113 followers), Twitter (https://twitter.com/AOUCagliari), Telegram (https://t.me/aouca) e su Whatsapp (338 7194434).
Tutti mezzi con i quali i cittadini interagiscono con i due ospedali dell’azienda e trovano soluzioni. Mezzi che si affiancano a quelli tradizionali, come l’Ufficio relazioni con il pubblico, al quale ci si può rivolgere in tanti modo, anche direttamente dal sito internet www.aoucagliari.it.
I cittadini, dunque, premiano e apprezzano la spinta social dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Cagliari. Un successo sostenuto da numeri importanti, basti pensare che su whatsapp arrivano una media di messaggi che oscilla tra gli 8mila e i 10mila al mese.
«Il dialogo con i cittadini è fondamentale per qualunque azienda pubblica e in particolare per quelle che si occupano di sanità – spiega il direttore generale Giorgio Sorrentino – In questo periodo di criticità dovuta all’emergenza Coronavirus i social sono importantissimi per dare informazioni e tenere costantemente aperto il canale di comunicazione con chi ha bisogno di contattarci. Per noi è fondamentale non solo curare ma anche prenderci cura dei nostri pazienti».

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