Natale nel proprio comune: che succede al confine fra due paesi? Riflessione semiseria

La domanda è semiseria, così come la riflessione che leggerete in queste righe, ma a livello giuridico pone quesiti reali per quanti, anche in Sardegna, vivono nei "territori di confine", in quelle estremità di città o di paese a pochi metri dalle quali iniziano le "terre forestiere", ovvero i comuni limitrofi.
Ed ora, dopo l’uscita dell’ultimo Dpcm, possiamo ritornare a porci i quesiti che contano davvero: “Ma il 25 dicembre i selargini potranno spostarsi da via San Martino a Su Planu?”.
La domanda è semiseria, così come la riflessione che leggerete in queste righe, ma a livello giuridico pone quesiti reali per quanti, anche in Sardegna, vivono nei “territori di confine”, in quelle estremità di città o di paese a pochi metri dalle quali iniziano le “terre forestiere”, ovvero i comuni limitrofi.
Già perché il 25 e 26 dicembre e il 1 gennaio stando a quanto dispone la legge, il Dpcm firmato ieri dal presidente Giuseppe Conte, questi confini diventeranno inviolabili, a meno degli ormai arcinoti “comprovati motivi di lavoro, salute, studio e necessità”.
Le situazioni più frequenti riguardano la Città Metropolitana di Cagliari, i cui confini sono assai labili.
I pirresi non potranno andare a prendere il vino alla Cantina Sociale di Monserrato, distante circa 50 metri dal confine con Monserrato. Gli abitanti di quest’ultimo comune non potranno invece recarsi al Parco di Terramaini, il cui omonimo canale divide – si fa per dire – i due centri abitati. Senza spostarci da Monserrato c’è da sbizzarrirsi con i confini condivisi con Selargius. Basta un passo per spostarsi da via Seneca (Monserrato) a via delle Azalee (Selargius). I selargini di quella zona, il 25 mattina, dovranno percorrere molta più strada del solito per assistere alla Messa di Natale: la chiesa di La Salle infatti, tradizionalmente la più vicina, si trova fuori dal proprio comune, per non parlare della sala oratoriale, le cui mura esterne scandiscono il confine fra i due paesi. Tra le due vie ci sono addirittura due case che condividono un muro portante: una è in via Seneca a Monserrato, l’altra in via delle Azalee a Selargius.
Percorrendo la 554 si ha poi l'”occasione” – si fa per scherzare – di infrangere il Dpcm svariate volte. Da Cagliari si passa a Selargius (Is Corrias), poi a Monserrato, poi di nuovo a Selargius, poi a Quartucciu e infine a Quartu Sant’Elena. Confini “invisibili” anche quelli che Quartucciu condivide con Selargius e Quartu. La via Gallus di Selargius diventa in un attimo via Rosselli a Quartucciu e via don Minzoni si tramuta facilmente in via Brigata Sassari a Quartu. Poco più a sud sarebbe potuto capitare che un quartese impegnato nel fare la spesa al Carrefour si attardasse a fare shopping alle Vele. In quel caso dal comune di Quartu si sarebbe passati facilmente a quello di Quartu, con conseguente violazione e potenziale sanzione. Ma il Dpcm ha evitato questo dubbio, confermando la chiusura dei centri commerciali nei giorni festivi.
Che dire poi della celebre “exclave” selargina in territorio di Cagliari, Su Planu, che abbiamo citato come caso paradossale all’inizio di questa riflessione. Qui i problemi diventano molteplici. Può un selargino attraversare gli altri comuni per raggiungere il suo territorio “d’oltremare”? Un dubbio persistente durante il lockdown, ma che resta tuttora irrisolto. Molti servizi di Su Planu non saranno fruibili per i cittadini di Mulinu Becciu e viceversa. Sarà necessario spostarsi molto più lontano, pur restando nel proprio comune.
Sul web intanto cresce l'”invidia” per gli abitanti di Quartu Sant’Elena, Maracalagonis e Sinnai. I primi hanno a disposizione un territorio piuttosto vasto, variegato e senza soluzione di continuità, che spazia dalla collina al mare. I secondi possono “farsi forza” con i loro territori costieri e montani, anche qui piuttosto vasti. Pure in questo caso però, così come già detto per Selargius, sfugge una risposta chiara sulla possibilità o meno di un cittadino di Maracalagonis di poter raggiungere la propria casa al mare a Torre delle Stelle e di uno di Sinnai quella a Solanas, ovviamente senza l’utilizzo del teletrasporto. L’unica soluzione realmente praticabile per chi si trova in questa situazione è quella di installarsi nelle proprie residenze balneari prima del coprifuoco del 24 e del 31 e richiuderne di nuovo i lucchetti il 27 dicembre e il 2 gennaio. In quel caso meglio procurarsi molta legna e molte pietanze da arrostire, potrebbe valerne la pena.
Andando verso nord troviamo uno dei casi più strani presenti nell’Isola. San Pasquale è al contempo frazione di Santa Teresa di Gallura e di Tempio Pausania. Una parte è compresa in un comune, un’altra parte nell’altro. La porzione di Santa Teresa di Gallura si trova stranamente a sud, quella di Tempio a nord, nonostante i due comuni siano posizionati in maniera opposta. La parte ricadente in territorio di Tempio Pausania è letteralmente isolata, perché trattasi di isola amministrativa, ovvero di territorio non confinante con altri territori dello stesso comune. Insomma gli abitanti dello stesso paese, secondo quanto prevede il Dpcm, dovranno restare ognuno nella sua porzione di frazione.

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