Accadde oggi: 21 giugno 1970, Messico, il Brasile di Pelè batte l’Italia di Riva ed è campione del Mondo
Accadde oggi: 21 giugno 1970, Messico, il Brasile di Pelè batte l’Italia di Riva ed è campione del Mondo
Accadde oggi: 21 giugno 1970, Messico, il Brasile di Pelè batte l’Italia di Riva ed è campione del Mondo
Dopo un primo tempo piuttosto equilibrato terminato 1-1 con gol di Pelé e Boninsegna, la nazionale sudamericana prende il sopravvento durante la seconda metà di gioco.
Accadde oggi: 21 giugno 1970, Città del Messico, il Brasile di Pelè batte l’Italia di Riva e si laurea campione del Mondo.
Allo stadio Azteca di Città del Messico va in scena la finale del campionato del Mondo. A contendersi il titolo e la Coppa Rimet il Brasile e l’Italia, entrambi due volte campioni del Mondo. Tra gli azzurri molti giocatori del Cagliari Campione d’Italia: Riva, Cera, Gori, Niccolai, Albertosi e Domenghini. Dopo un primo tempo piuttosto equilibrato terminato 1-1 con gol di Pelé e Boninsegna, la nazionale sudamericana prende il sopravvento durante la seconda metà di gioco.
L’altitudine, il caldo e la fatica accumulata durante la semifinale contro la Germania Ovest misero al palo gli azzurri che non riuscirono a rispondere alle reti di Gérson, Jairzinho e Carlos Alberto.
Ci sono sconfitte che non si dimenticano. Quella dei rossoblù contro il Piacenza al San Paolo di Napoli è una di quelle. Sono passati 21 anni da quel maledetto 15 giugno, ma ancora la sconfitta per tre a uno contro gli emiliani brucia nei ricordi dei tifosi sardi.
La curva A del San Paolo “invasa” dai tifosi del Cagliari
Doveva essere una festa, e invece fu un incubo. Dall’Isola ci fu un vero e proprio esodo di massa: in ventimila decisero di seguire la squadra di Mazzone che conquistò la possibilità di giocarsi la permanenza in Serie A al termine di una rimonta sul Piacenza che ebbe dell’incredibile.
Che gli dei del calcio avrebbero voltato le spalle a Tovalieri e compagni fu chiaro fin dall’arrivo dei tifosi sardi a Napoli. Una vera e propria guerriglia urbana, sassi e bottiglie contro i pullman che trasportavano i sostenitori rossoblù allo stadio da parte degli ultras partenopei, che quel giorno scelsero di schierarsi a fianco dei piacentini dando vita ad una rivalità che dura ancora oggi. Non si trattò soltanto di scontri fra hooligans made in Italy, ma di agguati veri e propri ai danni di famiglie e tifosi pacifici provenienti dalla Sardegna.
I novanta minuti, poi, furono il coltello nella piaga, il sale nelle ferite di quella brutta mattinata. L’incubo della retrocessione diventò realtà. Una sconfitta senza appello, con una buona dose di sfortuna e un Taibi, allora fra i pali del Piacenza, che quel giorno sembrava insuperabile.
La gara terminò tre a uno per il Piacenza. Al vantaggio dopo solo sette minuti del “toro di Sora” Luiso, seguì il raddoppio al 39′ su una sfortunata deviazione di Berretta sulla violenta punizione dell’ex Piovani. Il Cagliari entrò in bambola dopo il due a zero, e due minuti dopo fu il portiere rossoblù Sterchele a tenere accesa la speranza parando un rigore a Valtolina.
Nella ripresa, un boato proveniente dalla curva dei tifosi del Cagliari accompagnò le speranza di rimonta, riaccese dal gol del “Cobra” Tovalieri che riapre la partita. Il Cagliari, anziché trovare le forze per agguantare il pari e aggrapparsi con le unghie alla Serie A, si spegne, stremato dal caldo e dallo sforzo. Il colpo del ko fu ancora di Luiso a pochi minuti dal termine.
Un’immagine dellìesodo dei tifosi alla volta di Napoli
Una giornata da dimenticare ma che nessuno ha dimenticato, e l’immagine di Tovalieri, inginocchiato in lacrime davanti alla curva dei tifosi rossoblù, fu l’emblema di quella triste giornata.
Tovalieri saluta i tifosi del Cagliari fra le lacrime
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