Una notte da dimenticare per la Sardegna, colpita da due gravi episodi a Dorgali e a Nuoro.
A Dorgali una forte esplosione è avvenuta nella sede locale del Pd in via Lamarmora. Secondo le prime informazioni l’esplosione sarebbe stata causata dall’innesco di una bombola a gas. Gli inquirenti ritengono probabile la pista dell’attentato incendiario. Sul posto carabinieri, Vigili del Fuoco e Polizia. Nessun ferito, danni alla porta d’ingresso, agli ambienti interni e a un’auto parcheggiata.
A Cardedu, in Ogliastra, invece è stata data alle fiamme l’auto del sindaco Matteo Piras (lista civica). La sua Audi A4 è andata a fuoco sotto la sua abitazione intorno alle 3.20. Sul posto i carabinieri di Jerzu e i Vigili del Fuoco. In questo caso la pista dolosa è molto chiara agli inquirenti.

Nei confronti del sindaco ogliastrino è arrivata la solidarietà da parte del presidente della Regione Christian Solinas: «Esprimo a nome mio e di tutta la Giunta la totale solidarietà e la più sentita vicinanza al sindaco di Cardedu, Matteo Piras, per il vile attentato subìto la scorsa notte. Questo gesto criminale è ancor più deprecabile poiché messo in atto nei confronti di un amministratore pubblico che con coraggio, quotidianamente, è impegnato per la sua comunità».
Solidarietà anche da parte dell’Anci Sardegna: «Non ci sono più parole per definire la pericolosità della condizione di sindaco e di amministratore in Sardegna, i rischi che si corrono, i prezzi che si pagano – commenta il presidente Anci Emiliano Deiana -. Si è creato, nel tempo, un clima infame per chi amministra per il quale, ormai, atti di questo tipo sono la norma, non più un’eccezione e possono arrivare da qualunque lato. Come Anci Sardegna ci sembra che sia inutile appellarci al Governo, al Ministro dell’Interno: lo abbiamo fatto tante volte, sempre inutilmente. Il prossimo anno ci sarà, in Sardegna, una tornata amministrativa importante dal punto di vista numerico. Chi si candida sa che questa delle intimidazioni sarà una delle “possibilità” dell’amministrare: stretti da un lato dai violenti e dall’altro da uno Stato che ha considerato e considera i comuni e i sindaci un “fastidio”. Altro da dire non ho. Se non un fraterno abbraccio a Matteo che ho già sentito via Whatsapp e che sentirò telefonicamente nelle prossime ore».
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