Il gatto selvatico sardo, scientificamente noto come Felis Lybica Sarda e chiamato in sardo “Pisittu aresti”, è un felino raro e affascinante che vive esclusivamente in Sardegna. Il termine aresti significa “selvatico” e viene usato anche per descrivere persone poco socievoli, un riferimento perfetto al carattere schivo e solitario di questo animale. Infatti, gli unici momenti di interazione tra individui si verificano durante la stagione degli amori e nel periodo di accudimento della prole.
Di dimensioni contenute rispetto al gatto selvatico europeo, misura tra i 50 e i 70 cm di lunghezza, con un peso che nei maschi può arrivare a 3 kg, mentre le femmine restano sotto i 2 kg. Il suo manto è grigio con striature più scure, perfetto per mimetizzarsi tra la vegetazione. Uno dei suoi tratti più distintivi è la coda, lunga circa la metà del corpo, che termina bruscamente come se fosse stata tagliata. Inoltre, presenta evidenti ciuffi di pelo sulla cima delle orecchie, caratteristica che lo rende facilmente riconoscibile rispetto ad altre sottospecie.
Predilige ambienti selvaggi e difficilmente accessibili, come foreste di latifoglie, vallate impervie e zone montuose rocciose. È un abile arrampicatore e si muove con straordinaria agilità tra gli alberi. Attivo soprattutto all’alba e al tramonto, durante il giorno si nasconde tra la vegetazione o nelle tane naturali.
Cacciatore esperto, si nutre principalmente di roditori selvatici come topi e ghiri, ma anche di piccoli uccelli, rettili e anfibi. Se presenti nel suo territorio, non disdegna prede più grandi, come la pernice sarda, la lepre e il coniglio. Come i gatti domestici, ha l’abitudine di graffiare i tronchi degli alberi, sia per affilare gli artigli sia per marcare il territorio con segnali olfattivi.
Si riproduce solo una volta all’anno e già dopo tre mesi i cuccioli sono autonomi. Questa rarità riproduttiva, unita alla sua elusività, lo rende estremamente difficile da avvistare e fotografare. Proprio per la sua rarità, è stato dichiarato specie protetta grazie a una legge regionale del 1998. Le poche immagini dettagliate esistenti sono opera di Ignazio Pillitu e ritraggono un esemplare imbalsamato esposto al Museo Minerario di Iglesias.
Il gatto selvatico sardo rappresenta un autentico gioiello della fauna isolana, un simbolo di adattamento e sopravvivenza che merita la massima tutela.
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