Non ci sono più alibi, né scuse né giustificazioni. C’è però l’amarezza di aver visto un Cagliari a San Siro senza anima e senza gioco. I rossoblù escono da San siro sconfitti, disillusi. Delusi come i propri tifosi: gli oltre 500 presenti allo stadio e i tanti altri collegati davanti al televisore a casa, in attesa del riscatto, della rivincita attesa ormai da circa un mese.
Non basta ricordare di aver concluso il girone di andata al sesto posto con 29 punti, non serve riportare alla memoria i 13 risultati utili consecutivi delle scorse giornate. No, non è necessario vivere sugli allori. Il crollo fisico e mentale nella compagine rossoblù c’è, è evidente e non si può celare ancora dietro il risultato con Lazio. C’è ed è preoccupante.
Da ben quattro gare in campionato non riescono ad aggiungere punti in classifica, ieri, l’ultima sconfitta. Cinque in tutto. Quattordici i gol subiti. Tanti, troppi. Sconfitte pesanti che hanno imprigionato il Cagliari in un gennaio buio e negativo.
I rossoblù sono quasi irriconoscibili, smarriti, persi. Senza anima e senza gioco, appunto. Le certezze sembrano essere svanite, insieme alla grinta e al divertimento a cui ci stavamo, match dopo match abituando.
A San Siro ieri il Cagliari è partito sfiduciato, rinunciatario, demotivato. Errori elementari, oltretutto gli stessi ripetuti nelle ultime gare giocate, hanno permesso ai neroazzurri di schiacciarli, prendere in mano la partita e dominarla. I rossoblù, in apnea per tutti i 90’, spaesati e imprigionati, non sono riusciti a reagire. Gli avversari ormai hanno capito qual è il gioco del Cagliari, poco rivoluzionario, ma captano anche le sue fragilità e le sfruttano fino a stremarlo.
Lukaku sigla il primo gol grazie ad un regalo di Oliva. Sono passati solo 27” dal fischio d’inizio e la terra sotto i piedi dei rossoblù già trema. Nessuna reazione, il Cagliari non riesce ad uscire dalla propria metà campo. Al 22′ arriva il raddoppio neroazzurro: è di Valero. Ancora nessuna risposta degli ospiti. È una partita a senso unico per la squadra milanese. La ripresa? Stesso scenario. quattro minuti dopo dal rientro in campo delle squadre è ancora Lukaku a mettere la propria firma. Tris dei padroni. Ci prova Nainggolan, ma il suo tiro finisce sul palo. Sembra quasi il Cagliari voglia riscattarsi e che si avverta una reazione. Oliva al 72′ si fa perdonare l’errore commesso a inizio partita: batte Handanovic. Ci credono troppo poco i rossoblù, perché Ranocchia 8′ dopo chiude la partita. Finisce così in una notte fredda di gennaio l’avventura in Coppa Italia del Cagliari.
Il calo è fisico, ma è anche mentale. Sembra quasi il Cagliari abbia iniziato a tremare e vacillare quando l’Europa da sogno è diventato obbiettivo. Una frenata brusca. Un dietrofront? Manca l’ambizione e la consapevolezza di poter fare bene: se fino ad un mese erano dai vertici della classifica, improvvisamente non si può diventare “scarsi”. No, non si può. Né per chi scende in campo, né per un intero popolo che vi sostiene. Non si può per la magia dell’anno che si sta vivendo, che meritava di essere battezzato in maniera diversa. Ma non sono tanto i risultati contro Lazio, Juve e Inter a far male, cerco le confitte bruciano, ma sono la prestazione e l’atteggiamento a far sollevare i dubbi e a deludere. Dubbi che meritano risposte. Risposte sul campo che devono diventare nuovamente certezze.
Andare a ricercare le motivazioni del crollo improvviso non è semplice. Ma bisogna intervenire, rinforzare la squadra e cambiare ove è necessario. Bisogna ritrovare anche se stessi e la voglia di giocare per regalare emozioni. Essere ambiziosi non è peccato. Si deve riiniziare a sorridere sempre e in tutti i campi. Si deve essere convinti degli obiettivi da raggiungere e delle proprie potenzialità.
Ecco il commento a fine gara dell tecnico rossoblù Maran: «Stiamo vivendo un momento particolare e inaspettato, siamo fragili. Dobbiamo pensare solo a domenica, a ripartire per metterci alle spalle questo periodo nero. Ci vuole compattezza, unità d’intenti per farci trovare pronti e forti. Ultimamente paghiamo caro gli episodi, oggi addirittura il loro gol è arrivato dopo pochissimi secondi. Ripartiamo dalla positività ritrovata in parte del secondo tempo.Dobbiamo migliorare alcuni aspetti fondamentali che ci hanno permesso di arrivare fino a qui, sono convinto che troverò già domani il gruppo pronto a cancellare questo momento. Forse le sconfitte ci hanno colpito nel nostro voler essere protagonisti, ci hanno tolto spregiudicatezza. Bisogna tornare a essere quelli di prima, aggredire le partite con maggiore consapevolezza. Spesso abbiamo regalato situazioni pericolose, dobbiamo crescere. Mercato? Sarei un pazzo a parlarne dopo una serata così, penso solo ad andare in campo: lavoriamo per tornare a sorridere».
Il capitano rossoblù, Radja Nainggolan, applaudito anche dalla curva neroazzurra, chiede fiducia: «Ultimamente siamo in difficoltà, se poi prendiamo un gol dopo venti secondi diventa tutto più difficile. Siamo uomini, quando le cose vanno così ci guardiamo in faccia e ci parliamo: dobbiamo essere più equilibrati, più sul pezzo. Ora ci concentriamo sul Brescia, dobbiamo essere positivi perché siamo sesti e ora bisogna pensare che col girone di ritorno inizia un nuovo campionato. Tornare all’Inter? Il prestito è per un anno e io sto bene, sono concentrato sul Cagliari che sta facendo un campionato importante. Prima o poi un momento di calo doveva arrivare, non possiamo vincere sempre. Se ne usciamo prima possibile e ritroviamo il rendimento di qualche settimana fa penso che potremo divertirci. »
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