Lo sapevate? Che cosa significa la parola “meigama” in sardo e quali sono le sue origini?
La lingua sarda è un tesoro di colori e sfumature, un mosaico linguistico influenzato dai tanti popoli che hanno attraversato e dominato l’isola nel corso dei secoli. Tra i termini più affascinanti e ricchi di significato troviamo “meigama”, una parola che porta con sé il sapore di antiche tradizioni e di uno stile di vita profondamente legato alla natura e ai ritmi del tempo.
“Meigama” è molto più di una semplice parola: è un vero e proprio simbolo della vita estiva in molti paesi del sud della Sardegna. Rappresenta un’abitudine che affonda le sue radici nei tempi antichi, un gesto quasi rituale che oggi, nelle frenetiche città moderne, è quasi del tutto scomparso. Il termine, infatti, indica il riposino pomeridiano, o “siesta”, un momento di pausa essenziale nelle lunghe e calde giornate estive. Ma non solo: “meigama” può anche significare semplicemente “pomeriggio”, racchiudendo in sé un concetto di lentezza e ristoro.
Immaginate un caldo pomeriggio d’estate, il sole che batte forte e l’aria che sembra quasi tremare per il calore. Fare “meigama” diventa allora una necessità, un piacere irrinunciabile. Ci si ritira in un angolo fresco e ombreggiato, dove una lieve brezza accarezza la pelle e rende più dolce il sonno. “Meigama in locu friscu”, come si dice in sardo, non è solo un riposo, ma un momento di puro benessere, un modo per riconnettersi con se stessi e con l’ambiente circostante.
L’origine del termine ci riporta alla dominazione spagnola, una delle tante che hanno lasciato traccia nella lingua e nella cultura sarda. “Meigama” deriva infatti dallo spagnolo “cama”, che significa “letto”. Un’etimologia semplice e diretta, che però racchiude un mondo intero di significati e suggestioni.
Più di una parola, “meigama” è una filosofia di vita, un invito a rallentare, a ritagliarsi un momento di pace e a lasciarsi cullare dal ritmo naturale delle cose. Un piccolo gioiello linguistico che ci ricorda l’importanza di godere dei piccoli piaceri quotidiani.
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