Vertenza latte. “Più Sardegna” chiama a raccolta gli allevatori: “Uniti nell’accordo”
Secondo "Più Sardegna" le parti politiche devono essere i garanti degli accordi tra gli allevatori ed i trasformatori e il piano di regolazione del pecorino romano deve essere il frutto dell'accordo tra gli allevatori ed i trasformatori, non del Consorzio di Tutela.
Si apre un nuovo fronte nella vertenza latte. L’associazione “Più Sardegna” – movimento degli operatori e dei consumatori della filiera agro alimentare della Sardegna – prende in mano la situazione ormai in stallo e invita tutti gli allevatori sardi a riunirsi in assemblea generale il 31 agosto a Tramatza (OR) per discutere una nuova strategia con azioni da intraprendere e la formazione di un unico direttivo regionale che rappresenti gli allevatori in modo unitario nella vertenza.
L’associazione chiede infatti un contratto unico triennale, valido per l’intero territorio regionale e per tutti i trasformatori caseari, sottoscritto, in rappresentanza degli allevatori, dal ministro Centinaio e dall’Assessora dell’Agricoltura. Secondo “Più Sardegna” le parti politiche devono essere i garanti degli accordi tra gli allevatori ed i trasformatori e il piano di regolazione del pecorino romano deve essere il frutto dell’accordo tra gli allevatori ed i trasformatori, non del Consorzio di Tutela.
Da “Più Sardegna” fanno sapere inoltre di aver notificato al Ministro Centinaio, al Prefetto di Sassari ed all’Assessora dell’Agricoltura della R.A.S, una specifica istanza, motivandola con la necessità inderogabile, di poter confidare su certezze e non su promesse, in vista dell’approssimarsi della nuova campagna. Inoltre, l’associazione sta organizzando comitati di filiera in tutta l’Isola e chiede alle autorità politiche che “prima del 31 agosto venga disposta una convocazione urgente di un tavolo di confronto tra allevatori e trasformatori, per la definizione, prima dell’avvio della nuova campagna, del prezzo del latte ovi-caprino e la sottoscrizione di un contratto unico regionale di durata triennale, facendosi garanti dell’accordo”.
Il contratto dovrà stabilire le regole dell’accordo, il prezzo di base del latte ovi-caprino, di quello destinato alle produzioni con denominazione protetta, prevedendo le rispettive quote di produzione, prescindendo, in tal modo, dai Consorzi di Tutela, che dovranno occuparsi solo di quest’ultima.
“Il comparto non va in vacanza, nessuno dei problemi che hanno alimentato la protesta degli allevatori è stato ancora risolto e definito” afferma Gianfranco Cui, portavoce del direttivo regionale del movimento, che lancia un appello all’unità, chiedendo a tutti gli allevatori della Sardegna, ai loro comitati ed ai gruppi spontanei, di affiancare l’associazione nell’iniziativa, condividendone le proposte per il raggiungimento dell’obbiettivo comune.
“Non abbiamo alcuna intenzione di avviare la nuova stagione produttiva all’insegna della precarietà e dell’incertezza, mentre i trasformatori del centro nord, hanno stipulato contratti di fornitura del latte di pecora di origine Spagna, pagandolo a 1,18 euro + iva, per litro, franco azienda”.
“È necessario portare avanti la vertenza in modo unitario, prosegue il portavoce”, proponendo un’assemblea generale degli allevatori di tutta la Sardegna, da svolgersi il 31 Agosto a Tramatza (OR), nell’ambito della quale saranno acquisite le manifestazioni di interesse riguardanti le proposte di “Più Sardegna”, definite le più opportune azioni da intraprendere e la formazione di un unico direttivo regionale che li rappresenti tutti”.
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