(VIDEO) L’arrivo a Pula di Sant’Efisio, circondato dall’affetto dei fedeli

Nel video pubblicato dalla sindaca pulese Carla Medau, le preghiere di benvenuto del parroco e della stessa prima cittadina.
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Sant’Efisio è arrivato ieri a Pula, dove è stato accolto dall’affetto di centinaia di fedeli.
Nel video pubblicato dalla sindaca pulese Carla Medau, le preghiere di benvenuto del parroco e della stessa prima cittadina.
«Diamo il benvenuto al nostro amato Sant’Efisio in un tripudio di colori e profumi – ha detto la sindaca Carla Medau -. Il nostro pensiero va a tutti i pulesi vicini e lontani che oggi per i più svariati motivi non possono assistere alla nostra festa, cerchiamo con questo video di trasmettervi le sensazioni di profondo amore che proviamo».
Diamo il benvenuto al nostro amato Sant’Efisio in un tripudio di colori e profumi.Il nostro pensiero va a tutti i pulesi vicini e lontani che oggi per i più svariati motivi non possono assistere alla nostra festa, cerchiamo con questo video di trasmettervi le sensazioni di profondo amore che proviamo.Buon Sant’Efisio a tutti
Gepostet von Carla Medau am Donnerstag, 2. Mai 2019
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Nudi e dipinti di bianco per dire no alle pale eoliche a Barumini: la performance “Bentu Estu”

Barumini, la performance “Bentu Estu” denuncia l’impatto degli impianti eolici sul paesaggio culturale.
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Nel cuore della Sardegna, all’ombra del sito nuragico di Su Nuraxi a Barumini – patrimonio dell’umanità UNESCO – l’arte contemporanea si fa strumento di riflessione e denuncia. Con la performance Bentu Estu, l’artista Nicola Mette, guidato dalla curatela di Pedro Rocha, mette in scena un’azione simbolica per richiamare l’attenzione sull’impatto ambientale e visivo degli impianti di energia rinnovabile installati in modo indiscriminato sul territorio isolano.
La crescita delle fonti rinnovabili in Sardegna, pur motivata da esigenze climatiche e energetiche, si è spesso scontrata con la fragilità del paesaggio culturale e naturale. In particolare, l’area archeologica di Su Nuraxi è oggi circondata da pale eoliche che alterano l’equilibrio visivo e identitario di un luogo carico di storia millenaria.
La performance ha coinvolto un gruppo di volontari, nudi e dipinti di bianco, i cui corpi distesi hanno evocato la forma delle turbine, diventando metafora di un paesaggio ferito. Le striature rosse dipinte sui performer, a ricordare tagli e delimitazioni, richiamano la trasformazione della terra da bene collettivo a proprietà privata, dominata da logiche economiche.
Bentu Estu non è solo un evento artistico, ma un atto civico: i corpi diventano monumenti temporanei, visibili e vulnerabili, per denunciare un modello di sviluppo che rischia di cancellare memoria, cultura e identità. Il vento, un tempo alleato dell’uomo, è qui trasformato in simbolo di una forza imposta, che travolge la relazione tra comunità e territorio.
La performance ha aperto un momento di confronto che ha coinvolto cittadini, studiosi e artisti, sottolineando l’importanza di tutelare i paesaggi culturali, anche e soprattutto nel contesto delle transizioni energetiche. L’arte, in questo caso, si propone come spazio di resistenza e consapevolezza, rivelando le contraddizioni di un progresso misurato solo in megawatt.

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