Cellino a processo per lo stadio di Quartu: “Vicenda dolorosa. Ho pagato milioni per i lavori”

«Si tratta di una vicenda che mi provoca dolore perché sono finito anche in prigione - ha detto ai giornalisti a margine del dibattimento - è stata una grossa bufala, frutto della malizia dei nostri tempi. Alla fine ho venduto anche il Cagliari, anzi di fatti l'ho regalato, per non far pagare alla società quello che stavano facendo pagare a me»
L’ex presidente del Cagliari Calcio Massimo Cellino è stato sentito questa mattina al Tribunale di Cagliari dal pm Enrico Lussu nel processo che lo vede imputato per presunte irregolarità nella realizzazione dello stadio Is Arena di Quartu, costruito nel 2012 per ospitare le gare in casa dei rossoblù.
Risposte lunghe, approfondite e incalzanti quelle dell’attuale presidente del Brescia che respinge tutte le accuse, a partire dalle tanto discusse recinzioni di cui il pm ha chiesto conto. «Mai saputo nulla di recinzioni – ha detto Cellino-. Pensavo ci fosse già una recinzione e pensavo anche che ci fossero già l’illuminazione e il campo. Invece oltre ai parcheggi abbiamo dovuto spendere milioni di euro in più. Se l’avessi saputo non avrei mai deciso di andare a Quartu, mi sarebbe convenuto di più portare in charter i tifosi a Trieste per sempre e avrei evitato la prigione».
«Abbiamo sborsato milioni di euro in più, ora lei mi chiede di una recinzione e io non so nemmeno di cosa stia parlando» ha detto l’ex patron rossoblù rispondendo all’accusa.
«Si tratta di una vicenda che mi provoca dolore perché sono finito anche in prigione – ha detto ai giornalisti a margine del dibattimento – è stata una grossa bufala, frutto della malizia dei nostri tempi. Alla fine ho venduto anche il Cagliari, anzi di fatti l’ho regalato, per non far pagare alla società quello che stavano facendo pagare a me».

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