Lo sapevate? I Giganti di Mont’e Prama sono le statue più antiche del Mediterraneo occidentale
La loro datazione - secondo gli studi dell'archeologo Giovanni Lilliu - oscilla fra il XIII e il IX secolo avanti Cristo. Solo alcune statue della Grecia e dell'Antico Egitto possono vantare una datazione precedente nel bacino del Mediterraneo.
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Dopo un “sonno” durato circa 2800 anni sono tornate alla luce per raccontare la loro storia millenaria che parla di una Sardegna protagonista del mondo allora conosciuto: stiamo parlando dei giganti di Mont’e Prama, ritrovati a Cabras negli anni’70 e oggi conosciuti in tutto il mondo.
Quello che molti non sanno è che le leggendarie statue sarde raffiguranti guerrieri, arcieri e lottatori detengono, fino a prova contraria, un primato davvero rilevante.
La loro datazione – secondo gli studi dell’archeologo Giovanni Lilliu – oscilla fra il XIII e il IX secolo avanti Cristo. Solo alcune statue della Grecia e dell’Antico Egitto possono vantare una datazione precedente nel bacino del Mediterraneo. Questo dato fa dei colossi del Sinis le statue più antiche del mar Mediterraneo occidentale, come racconterà Alberto Angela nella prossima puntata di Meraviglie in onda martedì su Rai Uno.
Nella prossima puntata di #Meraviglie:Ravenna ➡️ Teatro San Carlo ➡️ Sardegna Grazie per averci seguito!#Rai1 Alberto Angela – Pagina Fan Ufficiale
Gepostet von Rai1 am Dienstag, 12. März 2019
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Come si dice novembre in sardo campidanese?

Conoscete tutti i vari modi in cui viene chiamato il mese do novembre in sardo campidanese?
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Come si dice novembre in sardo campidanese?
Conoscete tutti i vari modi in cui viene chiamato il mese do novembre in sardo campidanese?
Il nome di novembre in sardo campidanese e l’eredità linguistica di un mese tra memoria e tradizione.
Sardegna terra dalle mille sfumature, anche linguistiche, luogo di arrivi e partenze, coacervo di popoli e idiomi che hanno portato una ben precisa identità: come si dice novembre in sardo campidanese? Il mese che apre le porte dell’inverno, dove il sole lascia spazio alle giornate più corte e comincia a fare un po’ di freddo, assume in questa parte dell’isola un valore che va oltre la semplice collocazione nel calendario. Novembre è su Mes’ ’e Sant’Andria, il mese di Sant’Andrea, un nome che richiama una delle ricorrenze più sentite sul territorio e che accompagna l’immaginario collettivo verso l’arrivo delle prime vere giornate invernali. Ma novembre è anche Donniassanti, Ognissanti, dalla festa di tutti i santi che segna l’inizio del periodo dedicato alla memoria dei defunti; un periodo in cui i riti antichi riemergono tra silenzi, tradizioni e gesti che ancora oggi raccontano la storia profonda della comunità sarda.
Il mese è noto inoltre come Mesi de is mortus, mese dei morti, definizione che racchiude l’essenza di un tempo consacrato al ricordo e alla riflessione, legato a usanze tramandate di generazione in generazione. Undicesimo mese nel calendario giuliano e gregoriano, nono nel calendario romano antico, terzo nel calendario agrario sardo, novembre possiede una molteplicità di nomi che testimoniano la ricchezza dell’eredità culturale dell’isola: su Mes’ ’e Sant’Andria, Donniassanti, Mesi de is mortus, ma anche Novembri e Onniassanti nella forma contratta. Ogni variante racconta qualcosa del passato, del rapporto con la terra, con la religione, con i ritmi stagionali e con quei riti che, nonostante il tempo, continuano a vivere nella lingua e nelle abitudini quotidiane. In Campidano, dunque, il nome di questo mese non è soltanto una traduzione, ma il riflesso di una memoria antica che ancora oggi definisce il volto della Sardegna.
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