Il Serramanna torna a vincere. Ma che fatica per la capolista. Nella 18° giornata del campionato di Prima Categoria,  a Selargius col Gemini Pirri finisce 4 a 2. Un primo tempo in cui tutto sembrava facile. Doppietta di William Amorati e gol di Alessio Meloni, ma secondo tempo che stravolge un copione che sembrava già scritto. Prefumo su rigore riapre la gara e Pibiri fa tremare gli uomini di Carracoi per tutta la seconda frazione del match. Alla fine l’uomo della provvidenza è Alessio Meloni.

Dubbi di formazione sciolti per mister Carracoi. Nessun problema per Alessio Meloni, che parte immancabilmente tra i titolari, ma out Michel Medda. Il formidabile numero 21 è alle prese con un problema al ginocchio, per cui spazio dal primo minuto a Filippo Atzeni, dietro le due punte. Centrocampo con Frongia e Marco Ena, davanti a Felipe Silva. Difesa a 4, il fuori quota Ortu sulla corsia di destra, insieme a Nicola Atzeni, Lai e Aretino.

Gara che parte subito su buoni ritmi, si gioca veloce da una parte all’altra, con i due portieri che però fanno solamente l’ordinaria amministrazione, almeno nei primi giri di lancetta. Al settimo minuto però, Zippo serve Meloni sulla destra, assist al bacio per Amorati ed ecco il gol del Serramanna. Gara che non perde di intensità ma all’undicesimo ecco il raddoppio di William Amorati al bacio sul filo del fuorigioco. Gemini che rinuncia a Mazzei, a cui subentra Durzu, e si fa vedere appena con un cross di Ruggeri, comodo per Concas. Zippo è inarrestabile e da una sua azione arriva palla a Ena che serve magistralmente Meloni, ma il numero 11 spara alto. Al diciottesimo , calcio di punizione per il Gemini ma Cabiddu non inquadra lo specchio della porta. Rossoblu sempre avanti ma incapaci di cogliere in fallo la difesa serramannese. Gli ospiti, dall’altra parte, controllano a pieno la gara, senza strafare. I locali provano a svegliarsi, Stocchino vede Pibiri ma il numero 9 rimane “schiacciato” dalla difesa. Alla mezz’ora azione da copione per il Serramanna. Frongia lungo per Ena, cross dalla destra e colpo di testa di Amorati, di poco a lato. Gemini però mai arrendevole, Stocchino lancia ancora Pibiri, ma Aretino per poco non devia nella propria porta. Pirresi ancora avanti, Prefumo si mette in proprio e su punizione impegna Concas. Sul conseguente calcio d’angolo Marongiu colpisce alto di testa. Al 41esimo però ecco il 3 a 0 del Serramanna. Zippo per Amorati sulla e il numero 9 ricambia il favore a Meloni servendogli la palla del 3 a 0. Il Gemini si affaccia ancora dalle parti di Concas ma la punizione di Cabiddu è una telefonata per il portiere serramanese. Il primo tempo si chiude così sul tre a zero per il Serramanna.

Nel secondo tempo Gemini Pirri a spron battuto alla ricerca del gol che riaprirebbe la gara e al quinto minuto i padroni di casa conquistano un calcio di rigore. Leggerezza di Aretino in area e Aru comanda il penalty. Alla battuta Prefumo che non sbaglia. Gemini sulle ali dell’entusiasmo e allora all’11esimo Pibiri riapre tutto siglando il gol 2 a 3 in una gara che in poco tempo diventa incandescente. Al quattordicesimo Silva su punizione prova a d allungare nuovamente le distanze ma la palla finisce di poco a lato. Amorati prova a sorprendere Contu ma il portiere è attento e su azione successiva è in posizione di fuorigioco. Carracoi prova allora a giocare la carta Medda, per Filippo Atzeni, ma il Gemini è un pericolo costante. Il Serramanna alla ricerca del gol della sicurezza, butta nella mischia anche Sanì ma i padroni di casa danno l’anima. La conclusione di Onano è troppo alta e il colpo di testa di Marongiu finisce tra le mani di Concas senza problemi. Dentro anche Stefano Pau per gli ospiti, ma all’83esimo però Meloni salva tutti. Lancio perfetto di Medda – cambio riuscito per Carracoi – e il numero 11 brucia Durzu e Piras, superando con un pallonetto Contu. Partita che si distende maggiormente anche se il Gemini ha ancora le ultime forze per spingersi avanti ma dopo il recupero finisce con una vittoria faticosissima per il Serramanna, per 4 a 2.

Il tabellino

Gemini Pirri  – Serramanna Calcio 2 – 4

Reti: 7’Amorati, 11′ Amorati , 41′ Meloni (S), 50′ Prefumo, 61′ Pibiri (G), 83′ Meloni.

Gemini Pirri

Contu; Cabiddu, Prefumo, Ruggeri, Marongiu; Piras, Mazzei (10’ Durzu), Melis, Pibiri, Stocchino (60′ Onano) Argiolas (65′ Matza)

All’. Casu

Serramanna Calcio

Concas; Aretino, Lai ( 70′ Sanì), Atzeni N., Ortu; Silva; Ena (82′ Pau), Frongia; Atzeni F (65′ Medda).; Amorati (88′ Argiolas) Meloni (85′ Coccodi).

All. Carracoi

Ammoniti: Meloni, Aretino, Atzeni F. Frongia (Serramanna)

Onano (Gemini Pirri)

Arbitro : Aru (Oristano )

Meraviglie di Sardegna: la domus de janas di Sant’Andrea Priu uno dei monumenti preistorici più spettacolari d’Europa.

Si tratta di uno dei monumenti più belli e spettacolari della Sardegna: la domus de janas di Sant’Andrea Priu nel territorio di Bonorva.

Situata nel territorio di Bonorva, nel cuore della Sardegna, questa straordinaria necropoli prenuragica scolpita nella trachite risale a oltre cinquemila anni fa, ed è un autentico scrigno di misteri, simbolismi e trasformazioni culturali che attraversano i millenni. Le sue origini si collocano nel periodo neo-eneolitico, tra il IV e il III millennio a.C., ma la sua storia non si ferma alla preistoria: è un luogo vissuto, riadattato, trasformato e continuamente reinterpretato dall’uomo attraverso le epoche, dall’Età Romana fino al Medioevo, lasciando tracce visibili e suggestive di ogni passaggio.

La necropoli di Sant’Andrea Priu

La necropoli si sviluppa a meno di dieci chilometri da Bonorva, su una piana nei pressi del villaggio di Rebeccu, dove un affioramento roccioso lungo 180 metri e alto 10 è stato scolpito con incredibile maestria per creare un complesso funerario composto da venti domus de Janas. Alcune sono ricavate sulla parete verticale, altre direttamente sul pianoro, ma tutte custodiscono al loro interno un prodigio di dettagli architettonici che riproducono le abitazioni dell’epoca: vere e proprie case scolpite nella pietra, con nicchie, portelli, banconi, ambienti comunicanti e persino focolari in rilievo, per accompagnare i defunti nel loro viaggio nell’aldilà come se fossero ancora nel calore della propria dimora terrena.

La necropoli di Sant’Andrea Priu

Tra tutte, spicca in modo imponente la cosiddetta “Tomba del Capo”, un autentico labirinto ipogeo di 250 metri quadrati composto da 18 ambienti disposti attorno a due vani principali. L’ingresso, attraverso un atrio, conduce in una spaziosa anticella semicircolare di sette metri di diametro, che apre a due celle rettangolari disposte in asse longitudinale. Da queste si diramano numerose stanze secondarie, con ulteriori vani, piccole nicchie e banchi in pietra, in un intricato ma armonioso intreccio di ambienti. Al centro di alcuni spazi si trovano delle coppelle votive incise nel pavimento – tre nella prima anticella e ben quindici nella cella maggiore – usate probabilmente per rituali e offerte. Il soffitto è scolpito con una raggiera di solchi che simula le antiche travature lignee dei tetti delle capanne eneolitiche, in un esempio di maestria tecnica e valore simbolico davvero straordinario. La tomba a capanna, di forma circolare, preceduta da un vano rettangolare, rafforza questa volontà di riprodurre con precisione e sacralità gli spazi domestici in chiave funeraria.

Sant’Andrea Priu

Non mancano suggestioni simboliche anche nelle tombe minori: in una di esse si distingue chiaramente un focolare ricavato nel pavimento, con un anello in rilievo, testimone silenzioso di una spiritualità radicata nella quotidianità e nella centralità del fuoco. E al di sopra delle tombe, svetta una roccia dalle forme sorprendenti: nota come “il Campanile” o “Toro Sacro”, è un maestoso monolito modellato non dalla mano umana, ma dagli agenti atmosferici, che ha alimentato per secoli racconti e interpretazioni mitiche.

Ma la straordinaria storia di Sant’Andrea Priu non finisce qui. La necropoli, infatti, fu riutilizzata in epoca romana e successivamente bizantina, fino al Medioevo. La stessa Tomba del Capo venne trasformata in una chiesa rupestre, diventando uno dei primi luoghi di culto cristiano in Sardegna. Durante le persecuzioni, fu qui che i primi cristiani dell’isola si rifugiarono per pregare e celebrare i riti, in uno spazio che da pagano divenne sacro. L’ambiente principale fu intonacato più volte e decorato con affreschi che rappresentano scene del Nuovo Testamento: una vera meraviglia dell’arte romanica sarda. Intitolata a Sant’Andrea, la chiesa fu probabilmente già adattata al culto in epoca bizantina e venne riconsacrata nel 1313 dal vescovo di Sorres, Guantino di Farfara. Gli ambienti furono riorganizzati secondo le funzioni liturgiche: un nartece per i catecumeni, una navata per i fedeli e un presbiterio per gli officianti.

In questo straordinario spazio, le tracce del tempo convivono in un’unica narrazione: accanto a disegni geometrici e pitture rupestri in ocra rossa di epoca preistorica, compaiono iscrizioni medievali, affreschi paleocristiani e scene religiose che raffigurano momenti fondamentali della vita di Gesù, dall’Annunciazione alla Visitazione, dalla Natività all’Adorazione dei Magi, dalla Presentazione al Tempio fino alla Strage degli Innocenti, passando per la figura di San Giovanni Battista. Sulla parete centrale, domina la scena un Cristo in trono, benedicente, attorniato dai quattro evangelisti. È un patrimonio artistico e spirituale straordinario, miracolosamente conservato, che racconta la continuità di fede e di sacralità di un luogo unico al mondo, dove la pietra parla, l’arte resiste e la memoria vive.