Il record mondiale non lo hanno ancora battuto ma Benedetto Floris e Bonaria Dessì, 100 anni lui (classe 1918, ndr) e 97 lei (classe 1921, ndr), sono di sicuro una delle coppie più longeve della Sardegna. E se i loro omologhi cinesi nel 2009 hanno festeggiato 85 anni insieme, stracciando ogni record mondiale, Benedetto e Bonaria dal canto loro si difendono bene e oggi festeggiano 78 anni di matrimonio.

I due coniugi residenti a Suelli (CA) – lui originario del piccolo paese della Trexenta e lei di Sadali – sono sposati dal 1940. Una vita insieme, da quando appena ventenni si sono giurati amore eterno. Un amore che ha portato loro tre figli maschi, otto nipoti e quattro pronipoti. Qualche anno prima del matrimonio, Benedetto ha intrapreso la carriera militare che lo ha portato in giro per l’Isola e la Penisola. Accanto a lui, c’è sempre stata Bonaria che ha accompagnato il marito, figli al seguito, in tutti i suoi trasferimenti. Fra il 1941 e il 1956, infatti, Benedetto prestò servizio fra Villacidro, Laconi, Ozieri e Sassari, mentre dal 1956 una promozione a brigadiere lo portò a Perugia, dove lavorò presso il carcere, fino al 1961, anno del rientro definitivo in Sardegna. Gli ultimi anni di lavoro, Benedetto li ha trascorsi a Isili, abitando però a Suelli.

La famiglia sempre al primo posto, oggi Benedetto e Bonaria si godono la vecchiaia l’uno accanto all’altra, sempre pronti ad aiutarsi – finché riescono – e a sostenersi anche solo con uno sguardo. Dalla mattina, quando Bonaria – raccontano i figli – aiuta il marito ad alzarsi e prepararsi per la giornata, alla sera quando è ora di andare a dormire. Lo scorso marzo, Benedetto ha festeggiato 100 anni: torta e candelline che ha voluto spegnere con l’inseparabile moglie.

E a guardarli, non sembra passato neanche un giorno da quel lontano 29 dicembre di 78 anni fa. “E’ bello come quando era giovane – dice Bonaria, guardando il marito – non ha una ruga”. Benedetto cerca di ascoltarla “dall’orecchio buono” e nel frattempo lei gli dà una carezza. Amore e rispetto reciproco. Gli studiosi lo hanno solo ipotizzato, ma forse è davvero questo il segreto della longevità.

A vedere quelle tre cifre dritte sulla torta, non ci crede nemmeno lui e le guarda con un sorriso beffardo come a voler dire «Ebbene sì, alla fine ci sono arrivato». Lavoratore instancabile, filantropo e buongustaio, Benedetto Floris, nato il 21 marzo del 1918, è il nuovo centenario di Suelli, piccolo comune della Trexenta. Nato da madre guasilese e padre suellese, tziu Benedetto ha raggiunto il traguardo a tre cifre dopo una vita intensa e ricca di soddisfazioni. Una vita, la sua e quella della sua comunità, che tziu Benedetto custodisce gelosamente nei grossi faldoni che anno dopo anno ha riempito con foto, ritagli di giornale e ricordi battuti con la sua macchina da scrivere, inseparabile strumento di lavoro.

Le origini

La madre Maria Lixi era originaria di Guasila mentre il padre Raffaele suellese. Fino all’età di 16 anni Benedetto ha lavorato nei campi, aiutando la famiglia, poi a 18 anni iniziò la carriera militare. Nel 1936 si arruolò in cavalleria e fu prima scudiero, poi messaggero. Si formò poi a Santa Maria Capua Vetere, in provincia di Caserta, e nel 1938 ritornò in Sardegna ad Ozieri. Nel ’40 le nozze con Bonaria Dessì, originaria di Sadali, classe 1921, con la quale nel dicembre scorso ha festeggiato 77 anni di matrimonio; fu inviato poi per cinque mesi al distaccamento di Villacidro e nel 1941 a Fondi Rustici di Laconi in località Santa Sofia. Dal ’42 al ’44 fu di nuovo ad Ozieri: nel pieno della guerra e dei bombardamenti si occupava di recapitare a cavallo i dispacci dalla cittadina ai vari comandi militari dislocati nel territorio. Nel ’44 si arruolò nel corpo degli Agenti di Custodia e venne trasferito a Sassari sino al 1956; nello stesso anno la promozione a brigadiere e il trasferimento nel carcere di Perugia sino al 1965. Nel ’61 ritornò in Sardegna per lavorare nella colonia penale di Isili fino al 1968 anno in cui andò in pensione.

Il ritorno in Sardegna, a Suelli

Il ritorno in Sardegna, a Suelli, e in seguito la pensione hanno permesso a tziu Benedetto di dedicarsi appieno alla propria comunità. Oggi lo si potrebbe definire un promotore del dialogo intergenerazionale, che per lui, più semplicemente, ha significato collaborazione fra giovani e anziani per il benessere della comunità. Un’attenzione questa che lo ha sempre guidato nelle sue scelte e nell’impegno sociale, dalla presidenza dell’Azione cattolica, alla promozione di attività sportive dei giovani, sino alla presidenza del circolo dei combattenti. Da qui anche la nomina a vice sindaco, consigliere comunale e nel 2008 la Benemerenza civica dal sindaco di Suelli per “l’impegno nel campo sociale e culturale profuso nei confronti degli anziani e dei giovani”.

Il traguardo

Oggi tziu Benedetto festeggia i suoi 100 anni circondato dall’affetto della moglie, dei 3 figli maschi, degli 8 nipoti e 4 pronipoti. Amante della buona cucina sarda – il maialetto arrosto è il suo piatto preferito – non sa resistere di fronte ad un vassoio di dolci e non dice certo di no ad un bicchierino di Malvasia. Ogni tanto gli riaffiora alla mente qualche ricordo della vita militare o della sua infanzia e non gli manca mai l’entusiasmo nel raccontarlo. Come ricordano i nipoti, non ha mai smesso di trasmettere i suoi saggi consigli e gli insegnamenti della vita contadina alla quale, attraverso la cura del piccolo orto domestico, è sempre rimasto fedele.