Le lega una pietra al collo e la butta in mare: “Non voleva farsi il bagno”
Una storia di terribile crudeltà che arriva dalla Sicilia. Mia pare non volesse farsi il bagno: il "padrone" allora decide di legarle al collo una grossa pietra e di buttarla in acqua lo stesso
Il suo cane non voleva far il bagno, così lui gli ha legato una pietra al collo e lo ha gettato in acqua. È accaduto a Valderice, nel Trapanese. Mia, così si chiama la cagna (munita di microchip grazie a cui si è risaliti al proprietario), è però riuscita a liberarsi dal collare al quale era legata la pietra, e a tornare in riva. I bagnanti, che nel mentre si erano accorti della situazione e avevano chiamato la polizia, hanno prontamente soccorso l’animale. Il cane ora sta bene, il suo proprietario è stato individuato e denunciato. È ora accusato di maltrattamento di animali.
Il gesto ha infiammato le polemiche e suscitato l’ira degli animalisti. L’associazione Nucleo Operativo Italiano Tutela Animali ha raccontato la vicenda su Facebook: “Il Presidente del NOITA Enrico Rizzi ha appena incontrato il sindaco di Valderice, Francesco Stabile ove si è verificato il gesto criminale di un balordo senza scrupoli. Il sindaco ha accolto il suo invito di seguire, congiuntamente alla mia associazione, tutto l’iter giudiziario, annunciando la costituzione di parte civile contro il balordo. Rizzi ha garantito al sindaco che seguirà personalmente la povera Mia, affinché appena uscita dall’ambulatorio ove è attualmente ricoverata, possa trovare una famiglia pronta ad accoglierla, in attesa della “confisca” definitiva disposta dalla Magistratura”.
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Lo sapevate? La roverella più grande e antica d’Europa vive in Sardegna e ha quasi mille anni
Sardegna terra di alberi millenari e maestosi.
Sardegna terra di alberi millenari e maestosi. Querce, ficus, ginepri, arbusti di mirto, magnifici olivastri e anche roverelle. Scoprite dove vive placidamente questo imponente albero che può vantare una circonferenza del fusto davvero impressionante.
La Roverella, Quercus pubescens, la specie di quercia più diffusa in Italia. Appartiene alla famiglia delle Fagaceae ed è un albero a crescita lenta.
La roverella più vecchia d’Europa (chiamata anche Sa Melabrina, per la località) si trova a Illorai, in località Melabrìna, Foresta Burgos. Il tronco , alla base, misura 1150 cm e l’altezza è di 29 metri. Si ritiene abbia più di 900 anni. Un vero e proprio monumento vivente, uno dei più antichi d’Italia e d’Europa. La Regione Sardegna l’ha inserita tra i monumenti naturali con un decreto del 2015. Si trova addirittura a 850 metri di altezza sul livello del mare e fa parte di un sentiero, chiamato “dei grandi alberi”, dove vivono tante altre roverelle, lecci e alberi secolari.
Resistente all’aridità, è capace di adattarsi anche a climi relativamente freddi, la roverella è facilmente riconoscibile d’inverno in quanto mantiene le foglie secche attaccate ai rami, a differenza delle altre specie di querce.
Le doti di rusticità e plasticità di questa pianta, grazie soprattutto all’enorme vitalità della ceppaia, hanno permesso alla roverella, attraverso i secoli, di resistere agli interventi distruttivi dell’uomo.
Non lontano, sempre nel territorio di Illorai, vive un altro albero secolare che può vantare un aspetto molto curioso. In località “Sa Cariasa”, nello splendido parco comunale di Jscuvude, dove fortunatamente l’azione distruttiva dell’uomo è stata minima se non assente, è possibile vedere un singolare innesto naturale: un leccio e una roverella. Si tratta di una bizzarria botanica, questo albero vede fusi in un unico tronco una roverella e un leccio. La chioma da un lato porta le foglie sempreverdi del leccio e dall’altra quelle della roverella. Soprattutto in inverno il contrasto è particolarmente insolito.
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