Marina Piccola Wine Contest: degustazioni delle migliori etichette sarde
Marina Piccola Wine Contest 2018. Questo weekend il Porticciolo Marina Piccola si tingerà di rosso, bianco e rosa. Con 25 etichette e un’area dedicata alle specialità agroalimentari, degustazioni guidate e percorsi sensoriali
Marina Piccola Wine Contest è una “scommessa per tutta la regione dal Nord al Sud – hanno spiegato gli organizzatori Marcotullio Coco e Luciano Caredda di Event’s Partners – che nasce soprattutto per ospitare spazi e approfondimenti riservati agli appassionati, addetti ai lavori e turisti”. Insomma, “un mix perfetto di vini eccellenti, food, folklore e musica itinerante con i giovani jazzisti del Conservatorio” che già all’esordio del 2017 ha fatto registrare oltre 20mila presenze. Al costo di 15 euro oltre a un calice personale, si potrà ricevere quindi un ticket per 6 degustazioni: dal Vermentino, al Carignano del Sulcis, al Nuragus, passando per il Bovale, il Cannonau e i grandi passiti. Dalle 18,30.
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“Mai mettere il pane capovolto in tavola”: ecco perchè in Sardegna (e non solo) si evita di farlo
Tra storia e religione, ecco il perchè i nostri nonni ci hanno sempre proibito di mettere il pane capovolto sulla tavola
Secondo la tradizione sarda ( ma non solo) il pane messo al contrario sul tavolo da imbandire è portatore di disgrazia e comunica mancanza di rispetto nei confronti degli altri commensali. Sicuramente i vostri nonni, almeno una volta, vi avranno sgridati nel vedervelo fare, ma forse non vi hanno mai spiegato il perchè tenevano al fatto che il pane venisse messo in tavola nel verso giusto.
Le spiegazioni sono varie e affondano le radici nell’antichità.
La prima, quella che tutti probabilmente conoscono, è legata alla religione. Il pane da sempre simboleggia il corpo di Cristo e chiaramente non è cosa bella e gradita che lo si presenti capovolto.
Ma esiste un’altra spiegazione, storica, che affonda le radici nel Medio Evo e che dalla Francia, di bocca in bocca, potrebbe essere arrivata in Italia e poi in Sardegna. Nel Quattrocento, infatti, quando purtroppo era molto in voga la pena di morte, i fornai del regno avevano una sorta di “codice” tra loro.
Il pane è sempre stato visto, come dicevamo, alla stregua di un alimento sacro e quando i fornai erano costretti a venderlo ai boia che tanto disprezzavano, lo facevano preparandolo di bassissima qualità e porgendolo capovolto agli aguzzini. Si dice che fu per questo che il monarca Carlo VII escogitò la soluzione di far lavorare i boia incappucciati, così da non essere riconosciuti.
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