Sembra una storia al limite del paradossale, quella di Penka la mucca bulgara che nei giorni scorsi ha sconfinato in Serbia e ora rischia la macellazione.

Penka ha lasciato il gruppo il 12 maggio scorso, nel villaggio di Kopilovtsi, vicino al confine tra Bulgaria e Serbia. Qualche giorno dopo aver attraversato indisturbata la frontiera è stata identificata e il proprietario, Ivan Haralampiev, avvisato immediatamente, ha provato a riportare a casa l’animale. E qui sono iniziate le difficoltà.

Non sono però delle rigide regole serbe a mettere a rischio la vita di Penka e del suo vitellino – perché l’animale è pure incinta- ma degli assurdi cavilli burocratici dell’Ue in base ai quali la mucca se proviene da un paese fuori dall’Ue, come appunto la Serbia, deve avere i documenti necessari per essere autorizzata all’ingresso in Europa. Insomma, pur essendo cittadina europea, Penka è una clandestina perché ha oltrepassato il confine senza documenti: qualcuno avrebbe dovuto avvertirla.

Si ride, ma la cosa è seria. Penka infatti rischia ora la macellazione e per scongiurarla e trovare il modo di riportarla al suo proprietario è partita una petizione con l’hashtag #savePenka che ha raggiunto anche le alte sfere europee, Parlamento compreso dove si discute in queste ore il suo dossier.

Tutta la faccenda è stata rimandata alle autorità europee perché quelle sanitarie bulgare non possono fare granché- hanno detto – visto che loro applicano i regolamenti europei e non hanno alcun margine di discrezionalità. Ma in queste ore qualcosa si è muove perché è arrivata la notizia dalla portavoce della Commissione europea, Anna Kaisa Itkonen, che Penka è stata messa in quarantena in Bulgaria, in attesa che le autorità certifichino il suo stato di salute.

Da giorni il Rifugio “Amici degli Animali” di Gonnosfanadiga è senza corrente elettrica. Un guasto improvviso al gruppo elettrogeno ha lasciato la struttura completamente al buio, mettendo in seria difficoltà operatori e volontari che ogni giorno si occupano degli ospiti del centro.

«Siamo disperati – racconta Caterina Uccheddu, responsabile del rifugio –. Da giorni lavoriamo in condizioni durissime, con le pile dei minatori in testa per riuscire a muoverci tra i box. Non avevamo mai vissuto un’emergenza così».

La mancanza di elettricità sta rendendo complicate tutte le operazioni quotidiane: dalla preparazione del cibo e somministrazione di medicine, alla distribuzione dell’acqua, fino alla gestione degli animali più fragili. «Stiamo facendo il possibile, ma stiamo combattendo contro il buio totale – aggiunge Uccheddu –. Abbiamo un disperato bisogno di acquistare un nuovo gruppo elettrogeno. Anche una piccola donazione può fare la differenza e riportare la luce al rifugio».

L’associazione rivolge quindi un appello urgente ai sostenitori e a chiunque voglia dare una mano. «Ogni euro conta. I nostri animali dipendono da noi, e noi in questo momento dipendiamo dall’aiuto di tutti», sottolinea ancora la responsabile. «Speriamo di tornare presto alla normalità. I nostri animali hanno bisogno della luce, e noi abbiamo bisogno di voi». È possibile sostenere il Rifugio “Amici degli Animali” con una donazione tramite uno dei canali indicati dall’associazione:

IBAN
C/C postale IT52 M076 0104 8000 0008 1194 987
Intestato a: ASSO.ONLUS AMICI DEGLI ANIMALI ODV
Via Porru Bonelli, 152 – 09035 Gonnosfanadiga (CA)
Codice Fiscale: 91017810929

PayPal: [email protected]

Postepay: 4023 6010 1158 2863
Intestata a Maria Caterina Uccheddu – C.F. CCHMCT53A69E085A

Per informazioni: Caterina – 348 6995817